PRINCIPIO DI COMPETENZA: COS'É E PER CHI E' OBBLIGATORIO


Ti sarà capitato di sentire parlare del principio di competenza economica in tantissime occasioni, eppure non hai mai capito cosa vuol dire, come si applica e a chi è riferito questo importante criterio contabile. Bene è arrivato il momento di fare maggiore chiarezza.

Dopo l’approfondimento sulle immobilizzazioni finanziarie, infatti, in questo articolo del nostro glossario spiegheremo in cosa consiste il principio di competenza economica e faremo alcuni esempi concreti.

Cos’è il principio di competenza?

Il principio di competenza è un criterio di redazione contabile, che registra i costi e i ricavi di un’azienda in un certo arco temporale, anche se questi non hanno prodotto, fino a quell’istante, alcun movimento nella cassa dell’azienda. In altri termini il principio di competenza prevede che siano iscritti a bilancio tutti i costi e i ricavi che hanno avuto un effetto nell’esercizio in questione, con o senza una manifestazione finanziaria.

Facciamo un esempio per capire meglio come opera il principio di competenza. Supponiamo che l’azienda Alpha s.r.l. abbia fatturato a fine ottobre la vendita di un macchinario medicale a un suo cliente, che però la pagherà come pattuito solo a marzo dell’anno dopo. Tuttavia l’azienda dovrà comunque pagare le tasse e l’imposta sul valore (IVA) aggiunto sulla fattura emessa nel corso dell’anno che si sta concludendo. In questo caso, secondo il principio di competenza, la manifestazione economica che si è avuta deve essere iscritta nel bilancio indipendentemente dal fatto che ci sia stato un movimento di denaro.

I corollari del principio di competenza

Quando si ha a che fare con il principio di competenza, è necessario trattare anche i suoi tre corollari, ovvero una serie di regole che aiutano nell’applicazione del principio nel bilancio. Vediamoli brevemente.

  • Primo corollario del principio di competenza

Il primo corollario prevede che nel conto economico non possono essere inseriti ricavi o costi per i quali non si è avuta una manifestazione economica nel corso dell’esercizio. In altri termini, Il primo corollario stabilisce che nel conto economico dell’esercizio vanno inseriti i costi e i ricavi che hanno avuto effetto in quel periodo di riferimento, indipendentemente dai reali movimenti di liquidità che si sono registrati.

Nello specifico nel primo corollario si parla dei costi e ricavi che hanno avuto una manifestazione economica parziale, o comunque che non si esaurisce nel corso di un singolo esercizio. Rientrano in questa casistica gli ammortamenti delle immobilizzazioni. Anche i risconti passivi e quelli attivi, trattandosi di scritture di assestamento, rispondono a questo corollario.

  • Secondo corollario del principio di competenza

Il secondo corollario prevede che si rinviano costi già sostenuti o ricavi già conseguiti al risultato economico dell’esercizio successivo, in quanto sia attendibile che, nel futuro esercizio, debbano essere conseguiti o sostenuti i correlativi costi o ricavi. Questo secondo corollario è strettamente legato al primo, prevede che costi e ricavi rinviati all’esercizio successivo vengano poi effettivamente registrati, ricorrendo alle scritture di rettifica, necessarie nella redazione di un bilancio aziendale completo e corretto.

  • Terzo corollario del principio di competenza

Il terzo corollario del principio di competenza prevede che è necessario imputare al conto economico i ricavi o i costi che durante il corso dell’esercizio non hanno avuto manifestazione finanziaria, nel caso essi abbiano già avuto sostenimento o conseguimento.

Prendiamo ad esempio un costo di produzione che viene ripartito in più esercizi e che prevede degli interessi. In questo caso il costo di competenza di un esercizio è quello maturato entro la fine dell’esercizio, e questo vale anche se il costo effettivo è imputabile all’esercizio successivo e anche se non è stato ancora registrato alcun esborso. Si parla in questi casi di scrittura di assestamento o integrativa, come nel caso dei ratei attivi e dei ratei passivi.

Chi deve attenersi al principio di competenza?

Una volta capito in cosa prevede il principio di competenza e i suoi corollari, vediamo ora quali sono i soggetti che sono obbligati al suo utilizzo.

Tutte le imprese che redigono il loro bilancio in regime di contabilità ordinaria sono obbligate ad adottare il principio di competenza economica, ovvero le società di capitali, le ditte individuali e le società di persone con un fatturato annuo superiore a 400.000 € se erogano servizi o 700.000 € nei rimanenti casi.

Al contrario i liberi professionisti e i soggetti che adottano la contabilità semplificata non sono obbligati ad utilizzare il principio di competenza. In questi casi, infatti, è possibile seguire il principio di cassa, ovvero si registrano gli incassi e i pagamenti con l’annotazione delle date di incasso e di pagamento delle fatture.

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