Un’azienda è un’organizzazione composta da persone, operazioni e beni, che persegue un fine economico d’interesse privato e pubblico. All'interno della categoria dei beni, rientrano le cosiddette immobilizzazioni materiali.
In questo nuovo articolo del nostro glossario vedremo cosa sono, come vengono classificate nel bilancio di un’impresa e come possono essere valutate.
Un’immobilizzazione materiale è un bene tangibile, che fa parte dell’organizzazione, destinato a essere utilizzato durevolmente, ossia può essere impiegato nell'arco di più esercizi. Tale bene ha quindi un'utilità economica che va oltre l’esercizio a cui il bilancio si riferisce. Le immobilizzazioni materiali possono essere utilizzate come strumenti di produzione del reddito e non sono destinate di norma alla vendita, né tantomeno alla trasformazione per l’ottenimento dei prodotti dell’azienda.
Secondo quanto definito dall’Organismo Italiano di Contabilità (OIC) all’interno della pubblicazione OIC 16, le immobilizzazioni materiali possono essere:
Le immobilizzazioni materiali sono le più comuni in azienda e comprendono secondo quanto indicato nell’articolo 2424 del codice civile (Contenuto dello stato patrimoniale):
Questa tipologia di immobilizzazione viene anche detta tecnica, poiché comprende quei fattori produttivi e i beni strumentali usati nello svolgimento della gestione caratteristica dell’impresa.
L'ammortamento è il procedimento contabile attraverso cui il costo di un bene viene ripartito in più esercizi in base alla vita utile del bene stesso. In altri termini è un metodo per distribuire il valore di un bene acquistato da un’azienda negli anni in cui questo verrà utilizzato.
Nel caso di un’immobilizzazione, ovvero un bene durevole, il costo d’acquisto di quest’ultima sarà suddiviso nell’arco di più esercizi economici. Il costo dell’immobilizzazione sarà quindi ripartito in quote attraverso un piano di ammortamento. Nel caso delle immobilizzazioni materiali è ammesso l’utilizzo di piani di ammortamenti a quote costanti, a quote decrescenti oppure parametrati ad altre variabili quantitative. Non è invece possibile usare metodi di ammortamento a quote crescenti, poiché in contrasto con il principio di prudenza.
Tutti i cespiti possono essere ammortizzati tranne quelli la cui utilità non è soggetta a consumo, come le opere d’arte e i terreni. Quest’ultimi tuttavia fanno eccezione nei casi abbiano un’utilità destinata a esaurirsi come nel caso specifico di cave per l’estrazione o siti utilizzati come discariche. Anche i fabbricati non sono ammortizzati se il valore residuo è pari o superiore al valore netto contabile; se sono ammortizzati, il loro piano di ammortamento risponde alle medesime caratteristiche delle altre immobilizzazioni materiali. Se il valore dei fabbricati comprende anche quello dei terreni sui quali si trovano, il valore del fabbricato deve essere scorporato, così da determinare in maniera corretta l’ammortamento.
Immobilizzazioni materiali e la valutazione
Le immobilizzazioni materiali vengono iscritte a bilancio al loro costo di acquisto o di produzione. I costi iscritti in precedenti esercizi nel conto economico non possono essere ripresi e capitalizzati nell’attivo dello stato patrimoniale. Le immobilizzazioni materiali possono essere rivalutate solo nei casi previsti dalla legge. Al contrario non sono ammesse rivalutazioni discrezionali.
In assenza di precise fonti, la rivalutazione deve essere determinata in conformità ai principi generali di prudenza e rappresentazione veritiera e corretta del bilancio. La svalutazione è la riduzione del valore contabile di un’immobilizzazione per adeguarla al valore recuperabile a seguito di una perdita durevole di valore. Eventuali indicatori di perdite durevoli di valore vanno rilevati in base ai criteri definiti dall’OIC 9 Svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali.