ATTIVO IMMOBILIZZATO: COSA E' E COSA COMPRENDE


L’attivo immobilizzato è una grandezza dello stato patrimoniale che comprende al suo interno gli investimenti di medio lungo termine di un’azienda. In questo nuovo articolo del nostro glossario vedremo nello specifico la sua definizione, da cosa è composto e qual è la differenza con l’attivo circolante.

La definizione di attivo immobilizzato

L’attivo immobilizzato è l’insieme degli elementi del patrimonio aziendale che rimangono a disposizione per un periodo di tempo medio o lungo. Questi possono essere impiegati più volte e possiedono la caratteristica di realizzo graduale.

La composizione dell’attivo immobilizzato

L’attivo immobilizzato si compone di quegli elementi patrimoniali che rimangono a disposizione dell’azienda per un periodo prolungato e che possono essere utilizzati più volte, contribuendo al risultato in maniera graduale nel corso del tempo.

L’attivo immobilizzato include al suo interno le seguenti tipologie di immobilizzazioni:

 

Le immobilizzazioni materiali sono quegli elementi fisici del patrimonio societario che sono impiegati in maniera durevole all’interno dell’attività produttiva. Ad esempio, sono immobilizzazioni materiali i macchinari, gli impianti, i terreni, i fabbricati. le attrezzature, gli automezzi e gli arredi. Le immobilizzazioni immateriali, invece, sono quei beni privi di una consistenza fisica. Esempi in questo senso sono i costi di avviamento, quelli d'impianto, quelli di ampliamento e sviluppo, i marchi, i brevetti e le licenze. Infine, le immobilizzazioni finanziarie sono quegli elementi di natura non commerciale, destinati a rimanere in modo durevole nel patrimonio aziendale. Tra queste rientrano le partecipazioni in altre società e i crediti nei confronti di altre imprese e strumenti finanziari derivati attivi.

La differenza tra attivo immobilizzato e attivo circolante

Il patrimonio aziendale è la totalità dei beni a disposizione, al netto dei debiti nei confronti di soggetti terzi. In base alla durata del loro utilizzo e della permanenza all’interno dell’impresa, possiamo distinguere tra attivo immobilizzato e attivo circolante. Quest’ultimo, a differenza del primo, è l’insieme degli investimenti di breve durata, destinati a rimanere in azienda per un periodo inferiore ad un esercizio. Come visto in precedenza l’attivo immobilizzato si differenzia da quello circolante, perché le sue componenti contribuiscono alla produzione dell’utile d’impresa per un periodo superiore all’esercizio. Ad esempio è chiaro che le rimanenze sono destinate a rimanere per un tempo più breve nel patrimonio aziendale rispetto ad un bene come un fabbricato. Infatti, un fabbricato tende a contribuire per più anni al risultato d’impresa, tanto che il suo costo di acquisizione deve necessariamente essere diviso in un arco temporale ampio, ben oltre l’esercizio in cui è avvenuto l’esborso monetario. Lo stesso può essere detto per i macchinari, compresi quelli ad esempio di un ufficio, destinati a durare più anni.

 


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