Protesti, pregiudizievoli e procedure concorsuali: cosa sono e differenze
Quando si gestisce un’attività, grande o piccola, si entra in contatto con una serie di termini tecnici che, a primo impatto, possono sembrare complessi.
Tra questi, “protesti”, “pregiudizievoli” e “procedure concorsuali” sono forse i più diffusi e, al tempo stesso, i più temuti. Capita spesso di sentirli nominare in contesti diversi, magari durante una trattativa commerciale, una richiesta di finanziamento o un controllo su un potenziale partner d'affari. Il punto è: cosa significano realmente? E, soprattutto, quali sono le differenze tra questi tre concetti?
Avere le idee chiare è il primo passo per proteggere la propria impresa e prendere decisioni consapevoli.
Cosa sono i protesti?
Il protesto è un atto pubblico formale che attesta il mancato saldo di un titolo di credito, come un assegno o una cambiale, entro i termini stabiliti.
Immagina di aver ricevuto una cambiale da un tuo cliente che, al momento della scadenza, non onora il debito. Per tutelarti, puoi avviare la procedura di protesto. A farlo è un pubblico ufficiale, solitamente un notaio o un ufficiale giudiziario, che si reca dal debitore per chiedere il pagamento. Se il pagamento non avviene, viene redatto l'atto di protesto.
L’atto ha due conseguenze immediate. La prima, è che la cambiale o l'assegno diventano "titolo esecutivo". La seconda, è che il protesto viene iscritto in un registro pubblico gestito dalle Camere di Commercio, chiamato Registro Informatico dei Protesti (anche noto come "RIB").
Il protesto rimane nel registro per cinque anni, a meno che il debito non venga saldato e si chieda la cancellazione. La presenza di un protesto segnala una difficoltà finanziaria e può influire negativamente sulla reputazione e sulla capacità di ottenere credito.
Per verificare la situazione di protesti di un'azienda o una persona, puoi consultare i servizi di iCRIBIS. I report che iCRIBIS ti mette a disposizione contengono informazioni precise e aggiornate, essenziali per valutare l'affidabilità di un soggetto prima di un accordo.
Atti pregiudizievoli: cosa sono?
Gli atti pregiudizievoli, invece, sono tutte quelle formalità che “danneggiano” o “pregiudicano” la situazione patrimoniale di una persona o di un'azienda. Non sono legati al mancato pagamento di un titolo di credito, come nel caso dei protesti, ma sono il risultato di azioni legali volte a recuperare un credito.
Si tratta di un gruppo di atti diversi, tra cui i più comuni sono:
● Pignoramenti: ossia l'atto con cui si avvia l'espropriazione forzata dei beni del debitore per soddisfare un credito. Può riguardare immobili, conti correnti o beni mobili. Se vedi un'ipoteca legale su un immobile, è un atto pregiudizievole.
● Sequestri: sono misure cautelari ordinate da un giudice. Ci sono sequestri conservativi, che hanno lo scopo di preservare i beni di un debitore in attesa di una sentenza, e sequestri giudiziari, che servono a conservare beni contestati in una causa.
● Ipoteche giudiziali: si tratta di iscrizioni che un creditore può ottenere su uno o più immobili del debitore, quando ha in mano una sentenza o un decreto ingiuntivo che accerta il suo credito. L'ipoteca agisce come una garanzia e, in caso di mancato pagamento, il creditore può far vendere l'immobile per recuperare i soldi.
Gli atti pregiudizievoli, a differenza dei protesti, non si basano solo su titoli di credito, ma possono nascere da qualunque tipo di debito non onorato. La loro funzione è tutelare i creditori che, tramite l'autorità del tribunale, cercano di recuperare ciò che gli spetta.
Come i protesti, anche gli atti pregiudizievoli vengono resi pubblici. Sono annotati nei registri immobiliari e in altri registri pubblici, a seconda del tipo di bene coinvolto.
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Come richiedere gli atti pregiudizievoli
Per richiedere gli atti pregiudizievoli è possibile consultare il prodotto offerto da iCRIBIS, dove si avrà solo bisogno della persona o della denominazione dell’impresa. Il documento, in formato PDF, contiene informazioni che provengono da fonti ufficiali pubbliche. I dati sono aggiornati regolarmente.
Che cosa si intende per procedure concorsuali?
Le procedure concorsuali rappresentano l’ultimo stadio delle difficoltà economiche di un’azienda o di un imprenditore. Si tratta di procedure legali che hanno l'obiettivo di gestire la crisi di un'impresa che non è più in grado di far fronte ai propri debiti.
Il termine "concorsuale" deriva dal fatto che "concorrono" tutti i creditori dell'azienda. L'idea è che, piuttosto che lasciare ogni creditore libero di agire singolarmente, un'unica procedura gestita da un tribunale permetta di liquidare il patrimonio dell'azienda e distribuire il ricavato in modo equo tra tutti coloro che hanno un credito.
Le procedure concorsuali più note sono:
● Fallimento: è la procedura più severa. Si apre quando l’azienda è insolvente, cioè non riesce più a saldare i propri debiti. L'obiettivo è vendere i beni dell'azienda per pagare, almeno in parte, i creditori. Dal 2020 il termine è stato sostituito da "Liquidazione giudiziale", un cambiamento voluto per eliminare la connotazione negativa del "fallimento".
● Concordato preventivo: tale procedura ha un carattere più flessibile. L'azienda in crisi propone ai suoi creditori un piano per sanare i debiti, che può includere il pagamento parziale o dilazionato. Se la maggioranza dei creditori approva il piano e il tribunale lo ratifica, l'azienda può evitare la liquidazione e tentare di risanarsi.
● Liquidazione Coatta Amministrativa (LCA): si tratta di una procedura usata per alcuni tipi di imprese (come banche o assicurazioni) ed è gestita da un'autorità amministrativa, come un Ministero. Il fine è sempre lo stesso, ovvero liquidare l'azienda per pagare i creditori.
Le procedure concorsuali sono un segnale di crisi profonda e hanno effetti significativi, non solo per l'impresa coinvolta, ma anche per i suoi partner commerciali, che possono ritrovarsi con crediti da recuperare.
Principali differenze
Per non confondere più i tre concetti, riassumiamo le principali differenze in una sintesi chiara e semplice.
La natura dell'atto è il primo elemento da considerare: il protesto è un atto che attesta il mancato pagamento di un titolo di credito specifico, come una cambiale o un assegno. Gli atti pregiudizievoli, invece, sono l'esito di azioni legali per recuperare un debito non saldato, e non si limitano ai titoli di credito, ma possono essere pignoramenti, sequestri e ipoteche giudiziali. Le procedure concorsuali, infine, sono processi giudiziari che gestiscono la crisi economica di un'intera impresa che non può più pagare i propri debiti.
Passando all'ambito di applicazione, il protesto si riferisce a un singolo debito su un titolo di credito come un assegno o una cambiale. Gli atti pregiudizievoli, invece, non riguardano il debito in sé, ma l'aggressione di uno o più beni del debitore per assicurare il recupero del credito. Le procedure concorsuali, invece, riguardano l'intera situazione patrimoniale dell'azienda e coinvolgono tutti i suoi creditori.
Infine, il livello di gravità di queste situazioni è diverso. Il protesto è una segnalazione di un mancato pagamento che può essere sanato con la cancellazione. Gli atti pregiudizievoli sono già un passo avanti, in quanto presuppongono un'azione legale in corso. Le procedure concorsuali, infine, indicano un livello di crisi strutturale e sistemica dell'impresa, spesso considerato il punto di non ritorno.
Sapere distinguere queste tre situazioni è un'abilità utile per chiunque faccia affari, poiché consultare le informazioni giuste prima di iniziare una collaborazione può prevenire rischi e salvaguardare la propria attività.
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