PIANO DI RIENTRO: COSA E' E COME FUNZIONA


Ritrovarsi in una situazione di indebitamento è più facile di quanto si possa pensare. La condizione è ancora più complessa quando le prospettive di business cambiano in maniera improvvisa e non si dispone della liquidità necessaria per far fronte ai debiti contratti. Cosa è possibile fare in questi casi? Una possibile soluzione è il ricorso ad un piano di rientro. Quest’ultimo, infatti, permette di alleggerire in maniera significativa l’obbligazione del debitore e al contempo consente di ridurre il rischio di insolvenza. In questo articolo del glossario iCRIBIS proveremo a fare luce su che cos’è il piano di rientro, sul suo funzionamento e che vantaggi presenta per le parti coinvolte.

Cos’è un piano di rientro?

Il piano di rientro (in inglese recovery plan) è un accordo tra il soggetto debitore e quello creditore attraverso il quale viene sancito che l’estinzione del debito non avverrà più in un unica soluzione, bensì in più rate. In altre parole, la somma dovuta sarà rateizzata in più tranche, che saranno pagate in un preciso arco temporale stabilito tra le parti. Il creditore non è obbligato ad accettare un piano di rientro, tuttavia, molto spesso, questa è la soluzione più conveniente per entrambe le parti. Infatti, attraverso un piano di rientro il creditore si assicurerà che il debitore paghi l’intera somma dovuta, mentre quest’ultimo avrà la possibilità di pagare il debito in maniera dilazionata, evitando il pignoramento dei suoi beni.

Come funziona il piano di rientro?

In termini pratici, il funzionamento di un piano di rientro è piuttosto semplice. La somma che il soggetto debitore deve al creditore è divisa in un numero concordato di rate, che verranno versate entro precise date di scadenza, definite in maniera chiara nell’accordo sottoscritto dalle parti coinvolte. Un aspetto fondamentale del piano di rientro del debito è la sua sostenibilità. Questo perché non sono rari i casi in cui anche i piani di rientro non vengono onorati. È quindi consigliabile effettuare un’indagine sullo stato patrimoniale del debitore così da minimizzare il rischio di insolvenza.

Facciamo un esempio per capire meglio il funzionamento del piano di rientro. Immaginiamo che l’impresa Alfa S.p.a. vanti un debito di 100.000 € nei confronti della Beta S.r.l. e che venga sancito un piano di rientro che prevede cinquanta rate. Il debitore dovrà pagare quindi alla scadenza di ogni singola rata una cifra pari a 2000 €. Ovviamente, l’importo dovrà essere ricalcolato se l’impresa Beta S.r.l. è tenuta a pagare anche gli interessi.

I vantaggi di un piano di rientro

Premesso che, come è facilmente comprensibile, è sempre meglio evitare il rischio di mancati pagamenti, il piano di rientro presenta notevoli vantaggi per entrambe le parti coinvolte nell’accordo. Il soggetto debitore, infatti, può rinegoziare i termini di pagamento in base alle proprie esigenze, scongiurando così costi aggiuntivi e conseguenze legali derivanti come ad esempio il pignoramento dei suoi beni. Il creditore, invece, dal suo canto potrà ottenere la somma di denaro prevista in origine anche se in un momento successivo. Potrà salvaguardare il rapporto commerciale con il cliente ed evitare gli eventuali costi legati alle procedure giudiziali.

Piano di rientro e inadempimento

Il piano di rientro può essere proposto dal creditore o dal debitore e una volta sottoscritto costituisce in sé un'ammissione di debito. Questo significa che qualora non venga rispettato, la parte creditrice può ricorrere al giudice competente chiedendo un decreto ingiuntivo. Per evitare situazioni, come quella appena descritta, e contenere i rischi, il soggetto creditore può tutelarsi facendo firmare al debitore delle cambiali. Queste ultime, infatti, qualora il soggetto si dimostri inadempiente, permettono di avviare la procedura di protesto e di agire contro il debitore con il pignoramento, senza dover richiedere il decreto ingiuntivo.

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