Settore catering in Italia: cosa sapere e quali i numeri


Settore catering in Italia: tutto sui numeri

Oltre 130mila addetti che lavorano in poco meno di 4mila aziende, con un fatturato in crescita (poco meno di 6,9 miliardi di euro nel 2023) in risposta a una domanda anch'essa in crescita, ma anche sempre più esigente e articolata. Questi sono i numeri del settore catering in Italia, uno dei comparti forse meno visibili ma comunque più in forma del settore Horeca (Hotellerie-Restaurant-Café) italiano.
In questo nuovo approfondimento settoriale dell’osservatorio imprese iCRIBIS, ci occuperemo proprio delle attività di catering presenti nel nostro Paese, ossia le imprese che rientrano nel gruppo ATECO 56.2 (attività di servizi di catering per eventi, catering su base contrattuale e altri servizi di ristorazione) e relative classi, categorie e sottocategorie.

infografica

La distribuzione geografica dei servizi di catering in Italia

Da un punto di vista geografico circa due imprese del settore catering su cinque si trovano nell’Italia settentrionale (il 26,7% nel Nord-Ovest e il 14,5% nel Nord-Est). Il restante 58,8%, al contrario, si trova tra le regioni del Centro (24,3%), del Sud (23,7%) e delle Isole (10,8%).
La Lombardia con il 19,2% è la regione con il più alto numero di imprese del settore catering. Seguono Lazio (11,8%), Campania (11,1%), Toscana (8,7%), Sicilia (7,4%), Veneto (5,8%), Emilia-Romagna (5,4%), Piemonte (5,2%), Puglia (5,2%) e Calabria (3,4%). Nelle ultime tre posizioni del ranking regionale troviamo, invece, Basilicata (1%), Molise (0.7%) e Valle D’Aosta (0,1%).

distribuzione

Le caratteristiche della popolazione del settore catering italiano

Se si osserva la popolazione in base al codice ATECO si può notare come circa tre imprese su cinque siano servizi di catering per eventi (60,6%). Inferiore, invece, la percentuale degli altri servizi di ristorazione (26%) e delle attività dei servizi di catering su base contrattuale (10,8%).
Sotto il profilo organizzativo è possibile osservare come il 54,4% siano società di capitali, seguite dalle imprese individuali (32,5%), dalle società di persone (11,8%) e dalle altre forme societarie (1,1%). In particolare è da segnalare come quasi due imprese su cinque, il 38,1%, sia una società a responsabilità limitata mentre il 14,7% sia una società a responsabilità limitata semplificata.
Sotto il profilo occupazionale il settore, che coinvolge a dicembre 2024 più di 130mila addetti, ha visto crescere in maniera costante il proprio numero di dipendenti (+2,9% rispetto al 2023 e +12,5% rispetto al 2022). Nello specifico il 48,2% delle realtà imprenditoriali impiega meno di due persone, mentre il numero medio di dipendenti si aggira intorno alle 3,4 unità.

Le realtà femminili del settore dei servizi catering

dipendenti

Le realtà del settore guidate da donne sono poco più mille e pesano per il 26,5% sulla popolazione imprenditoriale del settore. Nello specifico le realtà del settore guidate in maniera esclusiva da donne sono il 16,9%, quelle con una partecipazione forte il 7,6% e le realtà con una presenza maggioritaria solo il 2%. Le imprese femminili del settore si trovano per il 27,5% nell’Italia centrale (di cui il 13,1% nel Lazio e l’8,4 in Toscana). La Lombardia è la prima regione con il 17,1% delle imprese femminili del settore catering, nonché la prima realtà del Nord-Ovest (25,4%). Completano la top ten Campania (11,9%), Sicilia (6,8%), Piemonte (6%), Emilia-Romagna (5,6%), Sardegna (4,9%), Veneto (4,6%) e Puglia (4,4%). Il fatturato delle realtà femminili in linea con quello del settore è in crescita: 891 milioni di euro nel 2023 (+9,6% rispetto all’anno precedente). In particolare, le imprese di cui si conosce il dato, si attestano in prevalenza nelle fasce di fatturato medio-basse: il 3,8% nella fascia inferiore ai 10.000€, il 4,4% nella fascia 10.000 – 49.999€, il 3,3% nella fascia 50.000 – 99.999€, il 14,1% nella fascia 100.000 – 499.999€, il 7% nella fascia 500.000 – 999.999€, il 7% nella nella fascia 1.000.000€ - 4.999.999€ e l’1,1% in quella superiore a 5.000.000€.

L’affidabilità economico commerciale dei servizi catering

Le imprese del settore dei catering si segnalano per un’affidabilità economico commerciale piuttosto bassa (per il calcolo dell’indice sono state utilizzate variabili quali le informazioni anagrafiche, le esperienze di pagamento, l’eventuale presenza di informazioni negative, i dati e gli indici di bilancio, l’anzianità aziendale). Tra le realtà imprenditoriali della popolazione analizzata di cui è disponibile il dato, infatti, il 3,1% ha un indice di rischio minimo, il 23,8% ha un rischio più basso della media, il 54,5% ha una rischiosità più alta della media, mentre il 18,5% fa registrare un rischio massimo.

dipendenti

La propensione all’innovazione e al digitale delle attività di catering

Nonostante il digitale e l’innovazione siano ormai parte integrante dell'offerta ristorativa, il settore catering si dimostra ancora in controtendenza. La popolazione del settore, infatti, ha un grado di innovazione piuttosto modesto: i servizi di catering con un punteggio d’innovazione alto, infatti, sono solo il 2,5%, quelli che fanno registrare uno score sopra la media sono il 14,6% e quelli nella media il 16,3%. Al contrario, le realtà con un punteggio sotto la media sono il 25,2%, mentre quelle con uno una propensione all’innovazione bassa sono il 35,4%. Anche il grado di digitalizzazione della popolazione analizzata è basso. Le imprese di catering che hanno un’attitudine al digital alta sono il 5,6%, quelle con un punteggio sopra la media il 10,8% e quelle nella media l’8,8%. Al contrario, i servizi di catering con una propensione al digitale bassa sono il 35,4%, mentre quelli con un punteggio sotto la media sono addirittura il 25,2%.

La distribuzione del rischio economico commerciale nel settore catering

Le imprese del settore catering si segnalano per un’affidabilità economico commerciale piuttosto bassa (per il calcolo sono state utilizzate numerose variabili, tra cui i dati anagrafici, gli indici e i dati di bilancio, le presenza di negatività, l’anzianità aziendale, le esperienze passate di pagamento). Tra le imprese della popolazione analizzata di cui è disponibile il dato, infatti, il 6,4% ha un indice di rischio minimo, il 21,7% ha un rischio più basso della media, il 51,8% ha una rischiosità più alta della media, mentre il 19,9% fa registrare un rischio economico commerciale massimo.

Servizi di catering: il fatturato stimato

Le attività senza obbligo di bilancio, costituite da almeno un anno e in possesso di un codice ATECO si attestano per l’1,1% nella fascia inferiore ai 50.000€, per il 9,7% nella fascia 50.000 - 99.99€, per il 22,5% nella fascia 100.000 - 499.999€, per il 3,2% nella fascia di fatturato stimato 500.000 - 999.99€ e per l’1,4% nella fascia di fatturato superiore a 1.000.000€.

Il fatturato del settore catering italiano

Secondo gli ultimi dati disponibili il fatturato del settore è in rapida crescita: il dato relativo al 2023, infatti, parla di 6,9 miliardi di euro (+15% rispetto al 2022 e +38% rispetto al 2021). Nello specifico le imprese della popolazione analizzata si attestano, per il 3,6% nella fascia inferiore ai 10.000€, per il 3% in quella 10.000 – 49.999€, per il 3% nella fascia 50.000 – 99.999€, per il 12,4% nella fascia 100.000 - 499.999€, per il 6,3% nella fascia 500.000 - 999.999€, per il 9,7% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€, per l’1,3% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€ e per il restante 1,5% nella fascia di fatturato superiore a 10.000.000€.

Tra le prime dieci aziende del settore catering con il fatturato più alto troviamo:

 


CHI SIAMO

iCRIBIS è il portale e-commerce di Cribis che offre accesso alla banca dati di informazioni commerciali su imprese italiane ed estere. Ideale per piccole imprese e professionisti, iCRIBIS aiuta a tutelare i crediti e ridurre gli insoluti. Migliaia di piccole aziende e privati lo scelgono quotidianamente per informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, sempre accessibili online.

Settore catering in Italia: cosa sapere e quali i numeri


Settore catering in Italia: tutto sui numeri

Oltre 130mila addetti che lavorano in poco meno di 4mila aziende, con un fatturato in crescita (poco meno di 6,9 miliardi di euro nel 2023) in risposta a una domanda anch'essa in crescita, ma anche sempre più esigente e articolata. Questi sono i numeri del settore catering in Italia, uno dei comparti forse meno visibili ma comunque più in forma del settore Horeca (Hotellerie-Restaurant-Café) italiano.
In questo nuovo approfondimento settoriale dell’osservatorio imprese iCRIBIS, ci occuperemo proprio delle attività di catering presenti nel nostro Paese, ossia le imprese che rientrano nel gruppo ATECO 56.2 (attività di servizi di catering per eventi, catering su base contrattuale e altri servizi di ristorazione) e relative classi, categorie e sottocategorie.

infografica

La distribuzione geografica dei servizi di catering in Italia

Da un punto di vista geografico circa due imprese del settore catering su cinque si trovano nell’Italia settentrionale (il 26,7% nel Nord-Ovest e il 14,5% nel Nord-Est). Il restante 58,8%, al contrario, si trova tra le regioni del Centro (24,3%), del Sud (23,7%) e delle Isole (10,8%).
La Lombardia con il 19,2% è la regione con il più alto numero di imprese del settore catering. Seguono Lazio (11,8%), Campania (11,1%), Toscana (8,7%), Sicilia (7,4%), Veneto (5,8%), Emilia-Romagna (5,4%), Piemonte (5,2%), Puglia (5,2%) e Calabria (3,4%). Nelle ultime tre posizioni del ranking regionale troviamo, invece, Basilicata (1%), Molise (0.7%) e Valle D’Aosta (0,1%).

distribuzione

Le caratteristiche della popolazione del settore catering italiano

Se si osserva la popolazione in base al codice ATECO si può notare come circa tre imprese su cinque siano servizi di catering per eventi (60,6%). Inferiore, invece, la percentuale degli altri servizi di ristorazione (26%) e delle attività dei servizi di catering su base contrattuale (10,8%).
Sotto il profilo organizzativo è possibile osservare come il 54,4% siano società di capitali, seguite dalle imprese individuali (32,5%), dalle società di persone (11,8%) e dalle altre forme societarie (1,1%). In particolare è da segnalare come quasi due imprese su cinque, il 38,1%, sia una società a responsabilità limitata mentre il 14,7% sia una società a responsabilità limitata semplificata.
Sotto il profilo occupazionale il settore, che coinvolge a dicembre 2024 più di 130mila addetti, ha visto crescere in maniera costante il proprio numero di dipendenti (+2,9% rispetto al 2023 e +12,5% rispetto al 2022). Nello specifico il 48,2% delle realtà imprenditoriali impiega meno di due persone, mentre il numero medio di dipendenti si aggira intorno alle 3,4 unità.

Le realtà femminili del settore dei servizi catering

dipendenti

Le realtà del settore guidate da donne sono poco più mille e pesano per il 26,5% sulla popolazione imprenditoriale del settore. Nello specifico le realtà del settore guidate in maniera esclusiva da donne sono il 16,9%, quelle con una partecipazione forte il 7,6% e le realtà con una presenza maggioritaria solo il 2%. Le imprese femminili del settore si trovano per il 27,5% nell’Italia centrale (di cui il 13,1% nel Lazio e l’8,4 in Toscana). La Lombardia è la prima regione con il 17,1% delle imprese femminili del settore catering, nonché la prima realtà del Nord-Ovest (25,4%). Completano la top ten Campania (11,9%), Sicilia (6,8%), Piemonte (6%), Emilia-Romagna (5,6%), Sardegna (4,9%), Veneto (4,6%) e Puglia (4,4%). Il fatturato delle realtà femminili in linea con quello del settore è in crescita: 891 milioni di euro nel 2023 (+9,6% rispetto all’anno precedente). In particolare, le imprese di cui si conosce il dato, si attestano in prevalenza nelle fasce di fatturato medio-basse: il 3,8% nella fascia inferiore ai 10.000€, il 4,4% nella fascia 10.000 – 49.999€, il 3,3% nella fascia 50.000 – 99.999€, il 14,1% nella fascia 100.000 – 499.999€, il 7% nella fascia 500.000 – 999.999€, il 7% nella nella fascia 1.000.000€ - 4.999.999€ e l’1,1% in quella superiore a 5.000.000€.

L’affidabilità economico commerciale dei servizi catering

Le imprese del settore dei catering si segnalano per un’affidabilità economico commerciale piuttosto bassa (per il calcolo dell’indice sono state utilizzate variabili quali le informazioni anagrafiche, le esperienze di pagamento, l’eventuale presenza di informazioni negative, i dati e gli indici di bilancio, l’anzianità aziendale). Tra le realtà imprenditoriali della popolazione analizzata di cui è disponibile il dato, infatti, il 3,1% ha un indice di rischio minimo, il 23,8% ha un rischio più basso della media, il 54,5% ha una rischiosità più alta della media, mentre il 18,5% fa registrare un rischio massimo.

dipendenti

La propensione all’innovazione e al digitale delle attività di catering

Nonostante il digitale e l’innovazione siano ormai parte integrante dell'offerta ristorativa, il settore catering si dimostra ancora in controtendenza. La popolazione del settore, infatti, ha un grado di innovazione piuttosto modesto: i servizi di catering con un punteggio d’innovazione alto, infatti, sono solo il 2,5%, quelli che fanno registrare uno score sopra la media sono il 14,6% e quelli nella media il 16,3%. Al contrario, le realtà con un punteggio sotto la media sono il 25,2%, mentre quelle con uno una propensione all’innovazione bassa sono il 35,4%. Anche il grado di digitalizzazione della popolazione analizzata è basso. Le imprese di catering che hanno un’attitudine al digital alta sono il 5,6%, quelle con un punteggio sopra la media il 10,8% e quelle nella media l’8,8%. Al contrario, i servizi di catering con una propensione al digitale bassa sono il 35,4%, mentre quelli con un punteggio sotto la media sono addirittura il 25,2%.

La distribuzione del rischio economico commerciale nel settore catering

Le imprese del settore catering si segnalano per un’affidabilità economico commerciale piuttosto bassa (per il calcolo sono state utilizzate numerose variabili, tra cui i dati anagrafici, gli indici e i dati di bilancio, le presenza di negatività, l’anzianità aziendale, le esperienze passate di pagamento). Tra le imprese della popolazione analizzata di cui è disponibile il dato, infatti, il 6,4% ha un indice di rischio minimo, il 21,7% ha un rischio più basso della media, il 51,8% ha una rischiosità più alta della media, mentre il 19,9% fa registrare un rischio economico commerciale massimo.

Servizi di catering: il fatturato stimato

Le attività senza obbligo di bilancio, costituite da almeno un anno e in possesso di un codice ATECO si attestano per l’1,1% nella fascia inferiore ai 50.000€, per il 9,7% nella fascia 50.000 - 99.99€, per il 22,5% nella fascia 100.000 - 499.999€, per il 3,2% nella fascia di fatturato stimato 500.000 - 999.99€ e per l’1,4% nella fascia di fatturato superiore a 1.000.000€.

Il fatturato del settore catering italiano

Secondo gli ultimi dati disponibili il fatturato del settore è in rapida crescita: il dato relativo al 2023, infatti, parla di 6,9 miliardi di euro (+15% rispetto al 2022 e +38% rispetto al 2021). Nello specifico le imprese della popolazione analizzata si attestano, per il 3,6% nella fascia inferiore ai 10.000€, per il 3% in quella 10.000 – 49.999€, per il 3% nella fascia 50.000 – 99.999€, per il 12,4% nella fascia 100.000 - 499.999€, per il 6,3% nella fascia 500.000 - 999.999€, per il 9,7% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€, per l’1,3% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€ e per il restante 1,5% nella fascia di fatturato superiore a 10.000.000€.

Tra le prime dieci aziende del settore catering con il fatturato più alto troviamo:

 


CHI SIAMO

iCRIBIS è il portale e-commerce di Cribis che offre accesso alla banca dati di informazioni commerciali su imprese italiane ed estere. Ideale per piccole imprese e professionisti, iCRIBIS aiuta a tutelare i crediti e ridurre gli insoluti. Migliaia di piccole aziende e privati lo scelgono quotidianamente per informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, sempre accessibili online.

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