INDUSTRIA ITALIANA DEL MOBILE


Dall’8 al 13 aprile Fiera Milano ospita il Salone Internazionale del Mobile, il più importante evento internazionale dedicato agli appassionati del design e dell’arredamento. Per questo motivo, come di consueto, torna l’approfondimento del nostro osservatorio imprese dedicato alle aziende che fanno parte della divisione 31 della classificazione Ateco, ossia le realtà manifatturiere che fabbricano mobili in Italia.
Leggi anche l'osservatorio del 2023.

infografica

La distribuzione secondo il codice Ateco dell’industria del mobile italiano

L’industria del mobile italiano è formata da una popolazione di oltre 18mila realtà imprenditoriali, di cui circa il 22,7% sono aziende impegnate nella produzione di mobili. Il restante 77,3% è formato da imprese che producono mobili per l’arredamento domestico (20,8%), aziende che fabbricano divani e poltrone (12,5%) e l’8,3% specializzato nella rifinitura dei mobili. Degna di nota anche la percentuale delle imprese che fabbricano materassi (3,8%), di quelle che realizzano sedie e sedili (2,4%) e delle realtà manifatturiere di mobili per la cucina (2,3%).

La distribuzione territoriale dell’industria del mobile

distribuzione

Se si osserva la distribuzione territoriale delle imprese dell’industria del mobile, si può notare come il 58,6% circa del totale si trovi nel Nord Italia: nello specifico la distribuzione geografica delle imprese è per il 30,2% nel Nord-Est e per il 28,4% nel Nord-Ovest, macroarea dove pesano in particolare le aziende del mobile lombarde (21,6%). Completano le prima dieci posizioni Veneto (16,5%), Toscana (9,6%), Emilia-Romagna (6,8%), Puglia (6,1%), Marche (5,8%), Piemonte (5,3%) Friuli-Venezia Giulia (4,9%), Campania (4,7%) e Lazio (4,1%). Nelle ultime tre posizioni, invece, troviamo Basilicata (0,8%), Molise (0,3%) e Valle D’Aosta (0,3%).
La distribuzione della popolazione a livello provinciale ricalca quella dei principali distretti del mobile Made in Italy: Monza e Brianza (6,8%), Treviso (4,4%), Como (4,3%), Verona (3,7%), Milano (3,6%), Bari (3,3%), Padova (3,3%), Pesaro e Urbino (3,1%), Vicenza (2,8%), Udine (2,8%), Torino (2,6%), Firenze (2,3%), Roma (2,3%), Bergamo (2,2%), Napoli (2,2%), Forlì Cesena (1,8%), Pordenone (1,8%), Pistoia (1,8%) Pisa (1,7%), Brescia (1,7%) e Perugia (1,6%).

Le caratteristiche delle imprese dell’industria del mobile italiano

imprese

L’industria del mobile tricolore, formata nella stragrande maggioranza dei casi da microimprese e pmi, dimostra di essere piuttosto stabile sotto il profilo occupazionale: a dicembre 2024, infatti, si contano circa 92mila dipendenti, in lievissimo aumento rispetto al biennio precedente (+0,1% rispetto al 2023 e +3,1% rispetto al 2022). Le imprese che producono mobili in Italia fanno registrare in media circa 5,1 unità. Sotto il profilo organizzativo il tessuto imprenditoriale del settore del mobile è formato per il 40,2% da ditte individuali, per il 37,7% da società di capitali, per il 21,9% da società di persone e per il restante 0,2% da altre forme legali. Tra le società di persone, in particolare, è degna di nota la percentuale delle società in accomandita semplice (7,2%) e le società in nome collettivo (15,4%).

L’export e lo score di innovazione delle imprese produttrici di mobili

innovazione

L’industria del mobile è uno dei settori manifatturieri di punta del Made in Italy. In particolare, la popolazione aziendale analizzata fa registrare una buona vocazione all’export: il 10,3% fa registrare uno score di internazionalizzazione alto, il 23,9% un punteggio sopra la media e il 21,6% uno score medio. Le imprese che fabbricano mobili con un punteggio al di sotto della media sono, invece, il 37,4% e quelle con un punteggio basso sono il 5,2% del totale. Più positiva è invece la situazione relativa al tasso di innovazione delle imprese del settore del mobile tricolore. Infatti, le realtà imprenditoriali con uno score sotto la media sono il 29,5%, mentre quelle con uno score basso il 28,1%. Al contrario il 20,2% ha uno score di innovazione sopra la media, il 14,5% invece fa registrare un punteggio nella media mentre il 5,9% ha un’attitudine all’innovazione alta.

La distribuzione del rischio dell’industria del mobile

L’industria del mobile tricolore si caratterizza per un’affidabilità economico commerciale bassa (per il calcolo dell’indice sono utilizzate numerose variabili, tra cui informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale, esperienze di pagamento, presenza di informazioni negative). Tra le imprese produttrici di mobili di cui è disponibile il dato, infatti, il 10% ha un indice di rischio minimo e il 28,7% ha uno score più basso della media. Le imprese con una rischiosità massima sono l’11,8% e quelle con un rischio più alto della media il 49,2% del totale della popolazione.

Il fatturato stimato delle imprese che producono mobili

Per quanto riguarda il dato relativo al fatturato stimato, le imprese italiane che producono mobili senza obbligo di bilancio, costituite da almeno un anno e con un codice Ateco si attestano per il 13,6% nella fascia inferiore ai 100.000€, per 41% nella fascia 100.000 - 499.999€, per il 3,1% nella fascia di fatturato 500.000 - 999.999€, per l’1,6 nella fascia superiore a 1.000.000€ - 4.999.999€ e per lo 0,1% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€.

Le classi di fatturato delle aziende dell’industria del mobile

Il dato relativo al fatturato, considerando i bilanci al momento disponibili, riguarda solo il 30,2% della popolazione aziendale e nel 2022 era pari a 22 miliardi di euro (-4,3% rispetto al 2021 e + 10% rispetto al 2020).
Le realtà imprenditoriali del settore manifatturiero del mobile si attestano per il 2,7% nella fascia di fatturato inferiore ai 50.000€, per l’1,4% nella fascia 50.000 – 99.999€, per il 7,4% nella fascia 100.000 - 499.999€, per il 5,3% nella fascia 500.000 - 999.999€, per il 9,1% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€, per il 2,1% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€, per l’1,9% nella fascia 10.000.000 – 49.999.999€ e per lo 0,3% nella fascia superiore a 50.000.000€.

Le prime dieci imprese italiane produttrici di mobili con il fatturato più alto sono:

 


CHI SIAMO?

iCRIBIS è il portale e-commerce di Cribis che offre accesso alla banca dati di informazioni commerciali su imprese italiane ed estere. Ideale per piccole imprese e professionisti, iCRIBIS aiuta a tutelare i crediti e ridurre gli insoluti. Migliaia di piccole aziende e privati lo scelgono quotidianamente per informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, sempre accessibili online.

INDUSTRIA ITALIANA DEL MOBILE


Dall’8 al 13 aprile Fiera Milano ospita il Salone Internazionale del Mobile, il più importante evento internazionale dedicato agli appassionati del design e dell’arredamento. Per questo motivo, come di consueto, torna l’approfondimento del nostro osservatorio imprese dedicato alle aziende che fanno parte della divisione 31 della classificazione Ateco, ossia le realtà manifatturiere che fabbricano mobili in Italia.
Leggi anche l'osservatorio del 2023.

infografica

La distribuzione secondo il codice Ateco dell’industria del mobile italiano

L’industria del mobile italiano è formata da una popolazione di oltre 18mila realtà imprenditoriali, di cui circa il 22,7% sono aziende impegnate nella produzione di mobili. Il restante 77,3% è formato da imprese che producono mobili per l’arredamento domestico (20,8%), aziende che fabbricano divani e poltrone (12,5%) e l’8,3% specializzato nella rifinitura dei mobili. Degna di nota anche la percentuale delle imprese che fabbricano materassi (3,8%), di quelle che realizzano sedie e sedili (2,4%) e delle realtà manifatturiere di mobili per la cucina (2,3%).

La distribuzione territoriale dell’industria del mobile

distribuzione

Se si osserva la distribuzione territoriale delle imprese dell’industria del mobile, si può notare come il 58,6% circa del totale si trovi nel Nord Italia: nello specifico la distribuzione geografica delle imprese è per il 30,2% nel Nord-Est e per il 28,4% nel Nord-Ovest, macroarea dove pesano in particolare le aziende del mobile lombarde (21,6%). Completano le prima dieci posizioni Veneto (16,5%), Toscana (9,6%), Emilia-Romagna (6,8%), Puglia (6,1%), Marche (5,8%), Piemonte (5,3%) Friuli-Venezia Giulia (4,9%), Campania (4,7%) e Lazio (4,1%). Nelle ultime tre posizioni, invece, troviamo Basilicata (0,8%), Molise (0,3%) e Valle D’Aosta (0,3%).
La distribuzione della popolazione a livello provinciale ricalca quella dei principali distretti del mobile Made in Italy: Monza e Brianza (6,8%), Treviso (4,4%), Como (4,3%), Verona (3,7%), Milano (3,6%), Bari (3,3%), Padova (3,3%), Pesaro e Urbino (3,1%), Vicenza (2,8%), Udine (2,8%), Torino (2,6%), Firenze (2,3%), Roma (2,3%), Bergamo (2,2%), Napoli (2,2%), Forlì Cesena (1,8%), Pordenone (1,8%), Pistoia (1,8%) Pisa (1,7%), Brescia (1,7%) e Perugia (1,6%).

Le caratteristiche delle imprese dell’industria del mobile italiano

imprese

L’industria del mobile tricolore, formata nella stragrande maggioranza dei casi da microimprese e pmi, dimostra di essere piuttosto stabile sotto il profilo occupazionale: a dicembre 2024, infatti, si contano circa 92mila dipendenti, in lievissimo aumento rispetto al biennio precedente (+0,1% rispetto al 2023 e +3,1% rispetto al 2022). Le imprese che producono mobili in Italia fanno registrare in media circa 5,1 unità. Sotto il profilo organizzativo il tessuto imprenditoriale del settore del mobile è formato per il 40,2% da ditte individuali, per il 37,7% da società di capitali, per il 21,9% da società di persone e per il restante 0,2% da altre forme legali. Tra le società di persone, in particolare, è degna di nota la percentuale delle società in accomandita semplice (7,2%) e le società in nome collettivo (15,4%).

L’export e lo score di innovazione delle imprese produttrici di mobili

innovazione

L’industria del mobile è uno dei settori manifatturieri di punta del Made in Italy. In particolare, la popolazione aziendale analizzata fa registrare una buona vocazione all’export: il 10,3% fa registrare uno score di internazionalizzazione alto, il 23,9% un punteggio sopra la media e il 21,6% uno score medio. Le imprese che fabbricano mobili con un punteggio al di sotto della media sono, invece, il 37,4% e quelle con un punteggio basso sono il 5,2% del totale. Più positiva è invece la situazione relativa al tasso di innovazione delle imprese del settore del mobile tricolore. Infatti, le realtà imprenditoriali con uno score sotto la media sono il 29,5%, mentre quelle con uno score basso il 28,1%. Al contrario il 20,2% ha uno score di innovazione sopra la media, il 14,5% invece fa registrare un punteggio nella media mentre il 5,9% ha un’attitudine all’innovazione alta.

La distribuzione del rischio dell’industria del mobile

L’industria del mobile tricolore si caratterizza per un’affidabilità economico commerciale bassa (per il calcolo dell’indice sono utilizzate numerose variabili, tra cui informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale, esperienze di pagamento, presenza di informazioni negative). Tra le imprese produttrici di mobili di cui è disponibile il dato, infatti, il 10% ha un indice di rischio minimo e il 28,7% ha uno score più basso della media. Le imprese con una rischiosità massima sono l’11,8% e quelle con un rischio più alto della media il 49,2% del totale della popolazione.

Il fatturato stimato delle imprese che producono mobili

Per quanto riguarda il dato relativo al fatturato stimato, le imprese italiane che producono mobili senza obbligo di bilancio, costituite da almeno un anno e con un codice Ateco si attestano per il 13,6% nella fascia inferiore ai 100.000€, per 41% nella fascia 100.000 - 499.999€, per il 3,1% nella fascia di fatturato 500.000 - 999.999€, per l’1,6 nella fascia superiore a 1.000.000€ - 4.999.999€ e per lo 0,1% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€.

Le classi di fatturato delle aziende dell’industria del mobile

Il dato relativo al fatturato, considerando i bilanci al momento disponibili, riguarda solo il 30,2% della popolazione aziendale e nel 2022 era pari a 22 miliardi di euro (-4,3% rispetto al 2021 e + 10% rispetto al 2020).
Le realtà imprenditoriali del settore manifatturiero del mobile si attestano per il 2,7% nella fascia di fatturato inferiore ai 50.000€, per l’1,4% nella fascia 50.000 – 99.999€, per il 7,4% nella fascia 100.000 - 499.999€, per il 5,3% nella fascia 500.000 - 999.999€, per il 9,1% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€, per il 2,1% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€, per l’1,9% nella fascia 10.000.000 – 49.999.999€ e per lo 0,3% nella fascia superiore a 50.000.000€.

Le prime dieci imprese italiane produttrici di mobili con il fatturato più alto sono:

 


CHI SIAMO?

iCRIBIS è il portale e-commerce di Cribis che offre accesso alla banca dati di informazioni commerciali su imprese italiane ed estere. Ideale per piccole imprese e professionisti, iCRIBIS aiuta a tutelare i crediti e ridurre gli insoluti. Migliaia di piccole aziende e privati lo scelgono quotidianamente per informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, sempre accessibili online.

<