LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DELLE AZIENDE ITALIANE
In un sistema imprenditoriale europeo caratterizzato in prevalenza di piccole e medie imprese, il nostro Paese si contraddistingue per una diffusione più ampia di micro imprese, cui si contrappone un numero contenuto di imprese di grandi dimensioni. Ma dove sono localizzate queste realtà imprenditoriali? In quali territori si concentrano maggiormente e che caratteristiche hanno? In questo nuovo articolo dell’Osservatorio Imprese, proveremo a rispondere a queste domande, indagando la distribuzione territoriale delle imprese presenti in Italia.
Come sono distribuite le imprese sul territorio italiano
A fronte di una popolazione composta da circa 5,2 milioni di realtà attive, il sistema imprenditoriale italiano si trova per circa la metà nella parte settentrionale dello “Stivale” (46,4%). Nello specifico le realtà del Nord Italia si concentrano per circa il 26,5% nelle regioni del Nord-Ovest e per il 19,9% in quella del Nord-Est. Seguono il Sud Italia (23%), il Centro (20,5%) e le Isole (10,1%).
A livello regionale la Lombardia è la regione con la più alta presenza di imprese (il 16,1% del totale nazionale). Seguono Lazio (9,6%), Campania (9,6%), Veneto (8,2%), Sicilia (7,3%), Emilia-Romagna (7,8%), Piemonte (7,5%), Toscana (6,8%), Puglia (6,3%), Calabria (3,1%), Sardegna (2,8%), Liguria (2,7%), Marche (2,6%), Abruzzo (2,4%), Trentino-Alto Adige (2,1%), Friuli-Venezia Giulia (1,8%) e Umbria (1,5%). Nelle ultime posizioni della classifica troviamo, invece, Basilicata (1%), Molise (0,6%) e Valle D’Aosta (0,2%).
La distribuzione provinciale è sostanzialmente in linea con quella regionale: Roma è prima provincia per numero di imprese con il 7% del totale, seguono Milano (6,2%), Napoli (4,9%), Torino (3,9%), Brescia (2,1%) Salerno (1,9%), Bari (1,8%), Firenze (1,8%), Bologna (1,7%), Padova (1,7%), Catania (1,6%), Palermo (1,6%), Bergamo (1,6%), Verona (1,6%), Caserta (1,5%), Treviso (1,5%), Vicenza (1,4%) e Genova (1,4%).
La distribuzione territoriale delle imprese in base alla classificazione merceologica
Se si osserva la popolazione dal punto di vista della classificazione merceologica, si può notare come le realtà imprenditoriali del settore primario siano maggiormente concentrate nel Mezzogiorno: il 29,6% del totale nell'Italia meridionale e il 15,6% in quella insulare. Il restante 54,8%, invece, si suddivide tra il Nord-Est (22,7%), il Centro (17,1%) e il Nord-Ovest (15%).
Il settore secondario, ovvero quello che comprende le varie attività del manifatturiero, si trova in larga parte nell’Italia settentrionale (51,9%). Un’impresa ogni due, infatti, è localizzata tra il il Nord-Ovest (28,5%) e Nord-Est (23,4%), macroarea dove fanno sentire il loro peso le imprese manifatturiere del Veneto (10,7%) e dell’Emilia-Romagna (9,1%).
Le realtà imprenditoriali del terziario, invece, sono distribuite per il 29,7% nelle regioni del Nord-Ovest, il 21,2% al Centro, il 20,9% al Sud, il 18,6% nel Nord-Est e il restante 9,6% nelle Isole (il 7,1% in Sicilia e il 2,5% in Sardegna).
La distribuzione territoriale secondo la dimensione aziendale
Il sistema imprenditoriale del nostro Paese, se rapportato a quelli degli altri Stati europei, si contraddistingue per una presenza maggiore di micro imprese (realtà con meno di 10 occupati e un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro), a cui si contrappone un peso contenuto delle grandi imprese. Nello specifico le micro imprese si trovano prevalentemente nelle regioni dove notoriamente si trovano le popolazioni aziendali più numerose, ovvero Lombardia (20,2%), Lazio (14,6%), Campania (10,2%), Veneto (8%), Emilia-Romagna (7,4%), Toscana (6,5%), Sicilia (6%), Puglia (5,5%), e Piemonte (5,1%). La distribuzione delle Pmi è più bilanciata: Lombardia (22,2%), Veneto (10,4%), Lazio (9,4%), Emilia-Romagna (8,9%), Campania (8,4%), Toscana (6,9%), Piemonte (6,2%), Puglia (5,2%), Sicilia (5%) e Marche (2,9%).
Le grandi imprese, invece, si concentrano prevalentemente tra le regioni dell’Italia settentrionale, con circa sette aziende su dieci, il 71,2%, che si trova tra Lombardia (32,3%), Emilia-Romagna (12,3%), Veneto (11,2%), Piemonte (8,7%), Trentino-Alto Adige (2,4%), Friuli-Venezia Giulia (2,4%), Liguria (1,7%) e Valle D’Aosta (0,2%).
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La distribuzione della popolazione delle startup innovative

L'ecosistema delle startup innovative italiane, composto da circa 12mila imprese si concentra nella maggior parte dei casi nella parte centro-settentrionale della penisola: Lombardia (27,5%), Lazio (11,5%), Emilia-Romagna (7,3%), Veneto (6,1%), Piemonte (5,5%), Toscana (4,3%), Marche (2,9%), Liguria (2,1%), Trentino-Alto Adige (1,9%), Friuli-Venezia Giulia (1,7%), Umbria (1,2%) e Valle D’Aosta (0,1 %). Minore, al contrario, la concentrazione delle imprese innovative iscritte all’apposita sezione del registro delle imprese nel Mezzogiorno (27,9%): Campania (12,1%), Sicilia (4,8%), Puglia (4,4%), Calabria (2,1%), Abruzzo (1,6%), Sardegna (1,3%), Basilicata (0,9%) e Molise (0,7%). In particolare le fast growing startup si trovano per circa il 40,7% in Lombardia. Completano le prime dieci posizioni della classifica Lazio (14,8%), Piemonte (8%), Emilia-Romagna (6,8%), Veneto (5,9%), Campania (5,6%), Toscana (3,1%), Puglia (2,6%). Trentino-Alto Adige (2,2%) e Liguria (1,8%).
La distribuzione geografica dell’imprenditoria femminile

Sono poco meno di 960mila le imprese femminili attive nel nostro Paese, circa il 18,4% del totale delle imprese tricolore. Nello specifico le realtà dell’imprenditoria femminile si concentrano per circa il 25,3% nelle regioni del Nord-Ovest e per il 18,4% nel Nord-Est. Seguono il Sud Italia (23,8%), il Centro (21,9%) e le Isole (10,6%). Le realtà imprenditoriali femminili si trovano per oltre un terzo tra Lombardia (15%), Lazio (10,4%), e Campania (10,1%). Completano la classifica regionale Sicilia (7,7%), Veneto (7,6%), Emilia-Romagna (7,4%), Piemonte (7,4%), Toscana (7,3%), Puglia (6,3%), Calabria (3,2%), Sardegna (2,9%), Liguria (2,7%), Marche (2,6%), Abruzzo (2,6%), Trentino-Alto Adige (1,7%), Friuli-Venezia Giulia (1,7%), Umbria (1,6%), Basilicata (1,1%), Molise (0,5%) e Valle d’Aosta (0,2%).
La distribuzione geografica delle imprese giovanili

L’imprenditoria giovanile, con poco meno di 895mila realtà, che pesano per il 17,1% sul totale delle imprese attive in Italia, si trova in buona parte nell’Italia meridionale: il 26,7% circa, infatti, si trova tra Campania (12,1%), Puglia (6,9%), Calabria (3,7%), Abruzzo (2,3%), Basilicata (1,1%) e Molise (0,6%). La Lombardia con il 15,3% del totale delle imprese giovanili è la prima regione italiana e per realtà imprenditoriali guidate o controllate da under 35, la prima del Nord-Ovest (25,5%), seguono il Centro Italia (19,2%), il Nord-Est (17,5%) e le Isole (11,1%).
Il trend dei dipendenti nelle varie macroaree
Sotto il profilo occupazionale è da sottolineare la crescita fatta registrare negli ultimi anni: a dicembre 2024, infatti, erano oltre 13 milioni i dipendenti delle imprese italiane, con un incremento del +8,3% rispetto al 2023. La crescita percentuale più alta tra il 2024 e il 2023 è quella fatta registrare nelle Isole, con un aumento dei dipendenti del +7,7%. Il Sud Italia cresce del +5,9%, il Centro del +3,8%, mentre il Nord-Est ha visto aumentare gli occupati del +3,4%. Infine le regioni del Nord-Ovest fanno registrare un incremento del +2,1% rispetto al 2023.
La distribuzione territoriale in base allo score di affidabilità
La distribuzione in base allo score di affidabilità restituisce l’istantanea di un Paese dove l’8,4% delle imprese fa registrare un rischio minimo, il 43,3%% un rischio più basso della media, il 37,2% un rischio più alto della media e il 10,2% un rischio massimo. Le imprese italiane con un’affidabilità massima, ovvero con una rischiosità minore, si trovano prevalentemente nelle regioni del Nord-Ovest (il 34% del totale). Seguono distaccate il Nord-Est con il 27,4%, il Centro con il 19,9%, il Sud con il 13,2% e le Isole con il restante 5,5%. Le imprese più a rischio, invece, sono localizzate prevalentemente nella parte centro-meridionale della Penisola. Nelle regioni del Sud, infatti, si concentra il 31,9% delle imprese con un’affidabilità più bassa e il 24,2% delle imprese con un’affidabilità sotto la media, mentre nel Centro si trovano il 24,2% delle realtà con un’affidabilità minima e il 24,3% di quelle con un’affidabilità sotto la media.
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