LA DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE IN ITALIA: LE CESSATE NEL 2024
Un'impresa con meno di 10 dipendenti e il cui fatturato o totale di bilancio annuo non è superiore a 2 milioni di euro, che appartiene al settore del commercio e con sede in provincia di Roma: questo l'identikit di un’impresa cessata nel 2024. È gennaio e come di consueto è arrivato il momento di fare un bilancio sulle realtà imprenditoriali cessate nel nostro Paese. In questo nuovo studio dell’osservatorio iCRIBIS cercheremo di capire la numerosità e le caratteristiche delle imprese che hanno chiuso la propria attività nel 2024.
Nel 2024 continuano ad aumentare le imprese cessate in Italia
Nel corso del 2024 sono circa 336.291 le imprese italiane che hanno cessato la loro attività (+7,1% rispetto al 2023 per una media di circa 921,3 realtà al giorno). Come spesso accade il periodo dell’anno con il numero maggiore di cessazioni è il primo trimestre: tra gennaio e marzo 2024, infatti, si concentra il 37,6% della popolazione oggetto d’indagine. La distribuzione mensile delle cessate è la seguente: gennaio (18.9%), febbraio (10,5%), marzo (7,6%), aprile (6,6%), maggio (8,5%), giugno (8,6%), luglio (7,4%), agosto (3,8%), settembre (7,6%), ottobre (9,9%), novembre (6,7%) e dicembre (3,9%).
Le principali caratteristiche delle imprese che hanno cessato nel 2024
A cessare sono in prevalenza le imprese che operano nel settore del commercio al dettaglio (15,8%), quelle dell’edilizia (il 14,9% del totale, di cui il 9,8% sono imprese che realizzano lavori di costruzione specializzati) e le realtà dei servizi di alloggio e ristorazione (8,2% del totale). Le imprese della popolazione analizzata sono per lo più microimprese (94,9%), nello specifico, sotto il profilo organizzativo, le imprese cessate sono imprese individuali (62,4%), società di capitali (25,2%), società di persone (12,2%) e società con altre forme (0,2%). Tra le società di capitali, in particolare, è da evidenziare la percentuale delle società a responsabilità limitata (13,6%) e delle società a responsabilità limitata semplificata (2,6%).
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La distribuzione geografica delle imprese cessate nel 2024
La distribuzione geografica della popolazione delle cessate, come quasi sempre accade, rispecchia la numerosità totale delle aziende presenti delle varie macroaree del Paese: Nord-Ovest (24,3%), Nord-Est (18,1%), Centro (23,5%), Sud (25,7%) e Isole (8,4%). A livello regionale la Lombardia, con circa 50mila imprese (il 15,2% del totale delle cessate), è il territorio con il più alto numero di cessazioni. Completano la “top ten” il Lazio (11,8%), la Campania (11,6%), il Veneto (7,9%), la Puglia (7,6%), l’Emilia-Romagna (7,2%), il Piemonte (6,7%), la Toscana (6,1%), la Sicilia (5,2%) e le Marche (4,1%). Nelle ultime tre posizioni del ranking regionale troviamo, invece, la Basilicata (0,9%), il Molise (0,4%) e la Valle D’Aosta (0,2%).
Le cessazioni nell’imprenditoria giovanile
Sono poco più di 64mila le imprese giovanili cessate in Italia nel 2024, il 19% delle imprese cessate negli ultimi dodici mesi. Nel 93,3% dei casi la partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta da under 35 in maniera esclusiva, nel 5,7% il controllo è forte. mentre nel restante 1% è maggioritario. Le realtà giovanili cessate si trovano per il 38,2% tra Lombardia (15,4%), Campania (12,8%) e Lazio (10% di cui il 7,4% si trova in provincia di Roma). Completano la graduatoria regionale il Piemonte (7,7%), la Sicilia (7,4%), l’Emilia-Romagna (7,3%), la Puglia (7,1%), il Veneto (7%), la Toscana (5,9%), la Calabria (3,4%), la Sardegna (2,8%), le Marche (2,8%), la Liguria (2,6%), l’Abruzzo (2%), il Trentino-Alto Adige (1,5%), il Friuli-Venezia Giulia (1,4%), l’Umbria (1,4%), la Basilicata (0,8%), il Molise (0,4%) e la Valle d’Aosta (0,3%). La popolazione delle imprese giovanili cessate nel 2024 è formata per l’84,1% da ditte individuali. Il restante 15,9%, invece, è formato da società di capitali (10,5%), società di persone (5,2%) e altre forme societarie (0,2%).
La distribuzione delle imprese cessate secondo le classi di fatturato
Le imprese cessate di cui si conosce il fatturato, il 10,7% del totale, si attestano per l’1,5% nella fascia 100.000 - 499.999 €, per lo 0,4% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per lo 0,5% nella fascia 1.000.000 -4.999.999 € e per lo 0,8% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999 €. Agli estremi della distribuzione troviamo un 7,4% che fattura al di sotto dei 100.000 € e il restante 0,1% che ha invece un fatturato annuo superiore ai 10.000.000 € (di cui lo 0,1% uguale o maggiore ai 100 milioni).
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