I NUMERI DELL'INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA


Secondo lo studio World Footwear 2022 Yearbook, dopo un periodo alquanto difficile legato alla pandemia globale, l’Italia è la prima nazione produttrice di calzature in Europa e l’ottava per quanto riguarda l’export di scarpe nel mondo. Numeri che sottolineano, semmai ce ne fosse bisogno, la centralità del settore calzaturiero nel sistema italiano della moda, realtà strategica in termini qualitativi e quantitativi per la nostra economia nazionale.
A tal riguardo, in questo nuovo studio dell’osservatorio iCRIBIS, concentreremo la nostra attenzione sulle imprese calzaturiere, ossia le realtà manifatturiere che operano con codice ATECO 15.20.10. (fabbricazione di calzature, ghette, gambali, calzature protettive e articoli simili).

calzature

La distribuzione dell’industria calzaturiera italiana

Le oltre 8mila imprese calzaturiere si trovano per circa la metà nel Centro Italia (51,1%), per il 21,3% nel Sud, per il 17,4% nel Nord-Est, per l’8,4% nel Nord-Ovest e per il restante 1,8% nell’Italia insulare. La popolazione del comparto è organizzata in distretti situati in prevalenza tra Marche (30,5%), Toscana (19,4%), Campania (16%), Veneto (13,2%), Lombardia (7,5%), Puglia (4,8%) e Emilia Romagna (3,7), interessando ben ventitre province tra cui Arezzo, Ascoli Piceno, Firenze, Macerata, Napoli, Pavia. Pisa, Pistoia, Vicenza, Venezia e Vigevano.

Le caratteristiche del settore calzaturiero tricolore

Il comparto calzaturiero tricolore si evidenzia per un’iniziativa imprenditoriale molto vivace e una tipica struttura, che si pone in un contesto di “filiera” e che coinvolge una pluralità di soggetti tra fornitori di materie prime, concerie, produttori di componenti, modellisti e stilisti. In particolare è da segnalare l’alto numero di piccole (11,9%) e micro imprese (17,8%). Sotto il profilo organizzativo la forma sociale più gettonata è quella della ditta individuale (il 43,1% contro il 42,3% circa delle attività manifatturiere in generale). Degna di nota anche la percentuale delle società di capitali (41,7%), delle società di persone (15%) e delle altre forme societarie (0,2%).

calzature

Per quanto riguarda gli occupati a dicembre 2022 si contano oltre 56mila dipendenti con una media dipendenti di circa 6,6 unità per ogni impresa calzaturiera. Il settore negli ultimi anni ha visto aumentare in maniera costante il numero degli occupati (+6,7% rispetto al 2021 e +11,2% rispetto al 2020).

La distribuzione del rischio nel settore calzaturiero italiano

calzature

Secondo gli ultimi dati disponibili, il settore calzaturiero tricolore si caratterizza per un’affidabilità economico commerciale nella media (per il calcolo sono state usate numerose variabili, tra cui informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale, esperienze di pagamento, presenza di informazioni negative). Infatti, tra le imprese calzaturiere di cui è disponibile il dato l’8,8% ha un indice di rischio minimo e il 24,9% ha uno score di rischio più basso della media. Le altre imprese, al contrario, hanno per il 50,6% una rischiosità più alta della media e per l’11,7% un rischio massimo.

La propensione all’export e all’innovazione del calzaturiero

calzature

Nonostante il settore italiano della scarpa sia l’ottavo esportatore al mondo e il secondo in termini di valore a livello globale, è da segnalare un basso livello di internazionalizzazione della sua popolazione. Infatti, il 29,5% della popolazione fa registrare uno score sotto la media e il 5,3% uno score basso. Poche, invece, le realtà imprenditoriali che hanno un punteggio alto (15,5%) e al di sopra della media (24,4%), con un valore totale del fatturato che si aggira intorno a 1,7 miliardi di euro. Scarsa anche la propensione all’innovazione delle realtà del calzaturiero: il 48,2% della popolazione, infatti, fa registrare un punteggio di innovazione basso, il 18,6% un punteggio al di sotto della media, il 9,5% uno score medio, l’8,1% uno sopra la media e solo il 3% fa registrare un’alta propensione all’innovazione.

Il fatturato stimato delle imprese calzaturiere

Per quanto riguarda il fatturato stimato, le realtà imprenditoriali dell’industria calzaturiera italiana senza obbligo di bilancio, costituite da almeno un anno e che presentano il codice ATECO, si attestano per il 10,1% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 35,7% nella fascia 100.000 - 499.99€, per il 4,2% nella fascia 500.000 - 999.999€, per l’1,6% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€ e per lo 0,2% in quella 5.000.000 - 9.999.999€.

La distribuzione del settore secondo le classi di fatturato

Il dato riguardante il fatturato, considerando che i dati di bilancio al momento disponibili riguardano solo il 32,6% del totale, restituisce l’istantanea di un settore in ripresa: il fatturato, infatti, dopo una flessione (-24,2% nel 2020 rispetto al 2019) è tornato a crescere (+ 20,8% tra il 2020 e il 2021). Il valore medio dichiarato dalle realtà del comparto è pari a 1,2 milioni di euro. Nello specifico il 8,4% della popolazione analizzata si attesta nella fascia 100.000 - 499.999 €, il 4,9% nella fascia 500.000 - 999.999 €, il 9% nella fascia 1.000.000 - 4.999.999 €, il 2% nella fascia 5.000.000 - 9.999.999 €, il 2% nella fascia 10.000.000 - 49.999.999 € e lo 0,4% nella fascia 50.000.000 - 249.999.999 €. Solo lo 0,1% fattura più di 250 milioni di euro, mentre il restante 5,8% fattura meno di 100mila euro €.


Nella “top ten” delle aziende del calzaturiero con il fatturato maggiore troviamo:


CHI SIAMO?

iCRIBIS, è il canale e-commerce di Cribis D&B per accedere alla banca dati di Informazioni Commerciali sulle imprese. iCRIBIS soddisfa le esigenze di piccole imprese e professionisti, che hanno la necessità di tutelare i propri crediti e di ridurre gli insoluti. E' la scelta quotidiana di migliaia di piccole aziende e privati che, in modo semplice e conveniente, riescono a informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, accessibili in qualsiasi momento direttamente online.

I NUMERI DELL'INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA


Secondo lo studio World Footwear 2022 Yearbook, dopo un periodo alquanto difficile legato alla pandemia globale, l’Italia è la prima nazione produttrice di calzature in Europa e l’ottava per quanto riguarda l’export di scarpe nel mondo. Numeri che sottolineano, semmai ce ne fosse bisogno, la centralità del settore calzaturiero nel sistema italiano della moda, realtà strategica in termini qualitativi e quantitativi per la nostra economia nazionale.
A tal riguardo, in questo nuovo studio dell’osservatorio iCRIBIS, concentreremo la nostra attenzione sulle imprese calzaturiere, ossia le realtà manifatturiere che operano con codice ATECO 15.20.10. (fabbricazione di calzature, ghette, gambali, calzature protettive e articoli simili).

calzature

La distribuzione dell’industria calzaturiera italiana

Le oltre 8mila imprese calzaturiere si trovano per circa la metà nel Centro Italia (51,1%), per il 21,3% nel Sud, per il 17,4% nel Nord-Est, per l’8,4% nel Nord-Ovest e per il restante 1,8% nell’Italia insulare. La popolazione del comparto è organizzata in distretti situati in prevalenza tra Marche (30,5%), Toscana (19,4%), Campania (16%), Veneto (13,2%), Lombardia (7,5%), Puglia (4,8%) e Emilia Romagna (3,7), interessando ben ventitre province tra cui Arezzo, Ascoli Piceno, Firenze, Macerata, Napoli, Pavia. Pisa, Pistoia, Vicenza, Venezia e Vigevano.

Le caratteristiche del settore calzaturiero tricolore

Il comparto calzaturiero tricolore si evidenzia per un’iniziativa imprenditoriale molto vivace e una tipica struttura, che si pone in un contesto di “filiera” e che coinvolge una pluralità di soggetti tra fornitori di materie prime, concerie, produttori di componenti, modellisti e stilisti. In particolare è da segnalare l’alto numero di piccole (11,9%) e micro imprese (17,8%). Sotto il profilo organizzativo la forma sociale più gettonata è quella della ditta individuale (il 43,1% contro il 42,3% circa delle attività manifatturiere in generale). Degna di nota anche la percentuale delle società di capitali (41,7%), delle società di persone (15%) e delle altre forme societarie (0,2%).

calzature

Per quanto riguarda gli occupati a dicembre 2022 si contano oltre 56mila dipendenti con una media dipendenti di circa 6,6 unità per ogni impresa calzaturiera. Il settore negli ultimi anni ha visto aumentare in maniera costante il numero degli occupati (+6,7% rispetto al 2021 e +11,2% rispetto al 2020).

La distribuzione del rischio nel settore calzaturiero italiano

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Secondo gli ultimi dati disponibili, il settore calzaturiero tricolore si caratterizza per un’affidabilità economico commerciale nella media (per il calcolo sono state usate numerose variabili, tra cui informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale, esperienze di pagamento, presenza di informazioni negative). Infatti, tra le imprese calzaturiere di cui è disponibile il dato l’8,8% ha un indice di rischio minimo e il 24,9% ha uno score di rischio più basso della media. Le altre imprese, al contrario, hanno per il 50,6% una rischiosità più alta della media e per l’11,7% un rischio massimo.

La propensione all’export e all’innovazione del calzaturiero

calzature

Nonostante il settore italiano della scarpa sia l’ottavo esportatore al mondo e il secondo in termini di valore a livello globale, è da segnalare un basso livello di internazionalizzazione della sua popolazione. Infatti, il 29,5% della popolazione fa registrare uno score sotto la media e il 5,3% uno score basso. Poche, invece, le realtà imprenditoriali che hanno un punteggio alto (15,5%) e al di sopra della media (24,4%), con un valore totale del fatturato che si aggira intorno a 1,7 miliardi di euro. Scarsa anche la propensione all’innovazione delle realtà del calzaturiero: il 48,2% della popolazione, infatti, fa registrare un punteggio di innovazione basso, il 18,6% un punteggio al di sotto della media, il 9,5% uno score medio, l’8,1% uno sopra la media e solo il 3% fa registrare un’alta propensione all’innovazione.

Il fatturato stimato delle imprese calzaturiere

Per quanto riguarda il fatturato stimato, le realtà imprenditoriali dell’industria calzaturiera italiana senza obbligo di bilancio, costituite da almeno un anno e che presentano il codice ATECO, si attestano per il 10,1% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 35,7% nella fascia 100.000 - 499.99€, per il 4,2% nella fascia 500.000 - 999.999€, per l’1,6% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€ e per lo 0,2% in quella 5.000.000 - 9.999.999€.

La distribuzione del settore secondo le classi di fatturato

Il dato riguardante il fatturato, considerando che i dati di bilancio al momento disponibili riguardano solo il 32,6% del totale, restituisce l’istantanea di un settore in ripresa: il fatturato, infatti, dopo una flessione (-24,2% nel 2020 rispetto al 2019) è tornato a crescere (+ 20,8% tra il 2020 e il 2021). Il valore medio dichiarato dalle realtà del comparto è pari a 1,2 milioni di euro. Nello specifico il 8,4% della popolazione analizzata si attesta nella fascia 100.000 - 499.999 €, il 4,9% nella fascia 500.000 - 999.999 €, il 9% nella fascia 1.000.000 - 4.999.999 €, il 2% nella fascia 5.000.000 - 9.999.999 €, il 2% nella fascia 10.000.000 - 49.999.999 € e lo 0,4% nella fascia 50.000.000 - 249.999.999 €. Solo lo 0,1% fattura più di 250 milioni di euro, mentre il restante 5,8% fattura meno di 100mila euro €.


Nella “top ten” delle aziende del calzaturiero con il fatturato maggiore troviamo:


CHI SIAMO?

iCRIBIS, è il canale e-commerce di Cribis D&B per accedere alla banca dati di Informazioni Commerciali sulle imprese. iCRIBIS soddisfa le esigenze di piccole imprese e professionisti, che hanno la necessità di tutelare i propri crediti e di ridurre gli insoluti. E' la scelta quotidiana di migliaia di piccole aziende e privati che, in modo semplice e conveniente, riescono a informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, accessibili in qualsiasi momento direttamente online.

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