LA MODA OLTRE LA PANDEMIA. I NUMERI DEL SETTORE FASHION IN ITALIA


Gli ultimi due anni sono stati molto complicati per il settore del commercio italiano. La crisi sanitaria e il relativo lockdown, infatti, oltre che a causare importanti perdite di fatturato, hanno accelerato il cambiamento delle abitudini di consumo già osservate negli ultimi anni.

fashion

Il settore del fashion è stato uno tra quelli che più si è adattato al contesto emergenziale, ripensando a fondo gli spazi e i processi di vendita tradizionali. In particolare, le nuove tecnologie del web hanno impattato in maniera significativa sui consumatori finali e sulle loro abitudini d’acquisto. L’e-commerce è così divenuto la modalità di vendita più utilizzata, sostituendo in moltissimi casi lo shopping negli store fisici.
In questo studio mensile proveremo ad indagare lo stato dell’arte del commercio al dettaglio e all’ingrosso della moda in Italia. Lo faremo analizzando le imprese che rientrano nei codici Ateco 46.42, 47.71 e 47.72, ossia le realtà imprenditoriali italiane che commerciano in articoli d’abbigliamento, accessori e calzature.

Le attività del settore del commercio di articoli d’abbigliamento in Italia.
Il settore italiano della vendita di abbigliamento è formato da una popolazione di oltre 100mila attività imprenditoriali, molte delle quali impegnate nella vendita al dettaglio (81%). Infatti, nel nostro Paese per ogni commerciante all’ingrosso ci sono ben quattro retail di abbigliamento, accessori e calzature.
Nello specifico i commercianti al dettaglio del settore trattano prevalentemente articoli di abbigliamento per donna e uomo (circa il 30,6% del totale). Significative anche le percentuali di chi commercia in calzature e accessori (10,5%); il 7,9% che vende biancheria, maglieria e camicie; il 4,8% che rivende accessori (ombrelli, cappelli, guanti, cravatte e bretelle) e il restante 1,1% che commercia in pellicce e capi in pelle.

La distribuzione geografica delle imprese della moda
A livello geografico circa quattro attività su dieci, il 43,4%, si trovano nel Mezzogiorno d’Italia (il 10,1% nelle Isole e il 33,3% al Sud). Seguono le macroaree dell’Italia centrale con il 21,3% delle attività, il Nord-Ovest con il 20,3% e il Nord-Est con il 15,1%.
La Campania è la regione con la più alta concentrazione d’imprese del settore (18,8%). Percentuale in doppia cifra anche per la Lombardia (12,4%) e il Lazio (10,6%). Completano le prime dieci posizioni la Sicilia (8%), la Puglia (7,1%), la Toscana (6,7%), L’Emilia-Romagna (6,4%), il Veneto (6,2%), il Piemonte (5,1%) e la Calabria (3,7%). In coda troviamo, invece, il Friuli-Venezia Giulia (1,3%), il Trentino-Alto Adige (1,2%), la Basilicata (0,9%), il Molise (0,5%) e la Valle D’Aosta (0,2%).

Le caratteristiche del settore della moda italiano
Il settore del commercio legato al fashion è composto per il 58% da imprese individuali, per il 27,6% da società di capitali, per il 14,2% da società di persone e per il restante 0,2% da attività con altre forme legali.
Sul fronte occupazionale l’88,5% delle realtà del settore ha meno di quattro dipendenti: nello specifico il 65,3% ne impiega meno di due e il 23,2% tra due e tre. Complessivamente la media dipendenti è vicina a 1,6 unità.
La stragrande maggioranza delle attività commerciali presidia in maniera insufficiente i canali di vendita digitali. Infatti, nonostante i numeri dell’e-commerce siano in forte crescita, le aziende italiane del fashion denotano una scarsa propensione al commercio elettronico: solo un’impresa su dieci, il 10,1%, possiede un proprio sito web e la penetrazione del canale e-commerce è del 3,6%.

Le classi di fatturato delle attività commerciali del fashion
Le imprese di cui si conosce il fatturato (circa il 22,9% del totale) si attestano per il 2,6% nella fascia 10.000 – 49.000 €, per il 2,7% nella fascia 50.000 – 99.999 €, per l’8,8% nella fascia 100.000 - 499.999 €, per il 2,8% nella fascia 500.000 - 999.999 € e per il 3,6% nella fascia 1.000.000 - 4.999.999. Poche le attività commerciali che generano un giro d’affari inferiore ai 10.000 € (2%) o superiore ai 10.000.000 € (0,4%) .


Nella “top ten” per fatturato delle imprese che commercializzano articoli d’abbigliamento, accessori e calzature troviamo:
1. Calzedonia Spa
2. Prada Spa
3. Industries Spa
4. ITX Italia Srl
5. Uniqlo Europe Ltd
6. Cosmo Spa
7. H&M Hennes & Mauritz Srl
8. Teddy Spa

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