RICAVO MARGINALE: COSA E' E COME PUO' ESSERE CALCOLATO


Per un’azienda manifatturiera, come ad esempio un’impresa del settore tessile, è di vitale importanza fissare il prezzo al quale vendere i beni che produce. Infatti, un prezzo basso o troppo alto può influire in maniera negativa sul cash flow dell’azienda, e di conseguenza mettere in pericolo la sua stessa esistenza. Una realtà aziendale competitiva sul mercato, infatti, continuerà a produrre fino a quando i costi marginali sono uguali ai ricavi marginali. Ma che cos'è di preciso il ricavo marginale? Cosa misura e come può essere calcolato? In questo nuovo articolo del glossario iCRIBIS approfondiremo e tratteremo proprio questi aspetti relativi al ricavo marginale.

Che cosa è il ricavo marginale?

Il ricavo marginale è un indicatore che segnala l'aumento del ricavo totale generato dalla vendita un'unità aggiuntiva prodotta. Indipendentemente dal comparto, dall'industria o dai prodotti realizzati, le realtà imprenditoriali dovrebbero sempre tenere in considerazione quanto l’incremento delle vendite influisce sui ricavi marginali. Ad esempio, se un'azienda manifatturiera dovrà diminuire i prezzi per generare ulteriori vendite, il ricavo marginale tenderà a diminuire in maniera lenta fino a quando non sarà più redditizio vendere beni aggiuntivi.Il concetto di ricavo marginale è fortemente legato a quello di un altro indicatore come il costo marginale, ovvero la variazione del costo di produzione totale derivante dalla realizzazione di un’unità aggiuntiva. Tali indicatori stimano quantitativamente la variazione incrementale tra i vari livelli di vendita così da determinare la quantità ottimale per produrre e vendere beni in modo più efficiente.

Come si calcola il ricavo marginale?

Una volta capito in che cosa consiste il ricavo marginale e a cosa serve, vediamo ora come può essere calcolato. La sua formula può essere espressa come:

Ricavo marginale (RM) = Variazione del ricavo totale / Variazione della quantità venduta

Il calcolo del costo marginale è dato dalla divisione tra la variazione del ricavo totale e la variazione della quantità totale che è stata venduta dall’azienda.

La formula appena descritta può essere usata per fotografare il ricavo marginale medio su una serie di unità, come ad esempio la differenza tra la 100° e la 115° unità venduta.

Un’azienda che produce spazzolini da denti (Sigma S.r.l.s.) vende i suoi primi 100 spazzolini per un complessivo di 1.000€. Se vende il 101° spazzolino a 15€, il ricavo marginale di quest'ultimo sarà pari a 15€. Se vende un totale di 150 spazzolini per 1.500€, il ricavo marginale per le unità da 101 a 150 è 500€ o 10€ per unità.

Solitamente il calcolo del ricavo marginale è ottenuto come la variazione del ricavo divisa per la variazione della quantità di due livelli di vendita dati qualsiasi. Più vicini sono quest’ultimi e più sarà fedele il calcolo del ricavo marginale.

Immaginiamo che la nostra azienda di spazzolini ottenga un guadagno di 4.000€ in più se le sue vendite aumentano da 1.000 a 1.500 unità. In questo caso il ricavo marginale medio per ciascun unità è di 8€.

RM =4.000/500= 8€

Se Sigma S.r.l.s. dovesse incassare ulteriori 1.000€ per incrementare le vendite da 1.500 a 1.700 unità, il ricavo marginale medio per queste nuove unità sarebbe di 5€ ciascuna.

RM = 1.000/200= 5€

Ricavi marginali e costi marginali

Abbiamo visto come il ricavo marginale è un indicatore essenziale per determinare il livello ideale della produzione di un’impresa redditizia, ovvero quando ricavi marginali e spese marginali sono pari. Un’azienda, infatti, massimizza i profitti quando produce una quantità in cui il ricavo marginale dell'ultima unità è pari ai costi marginali di quest'ultima.

In linea di massima si possono individuare tre situazioni caratteristiche:

  • i ricavi marginali sono superiori ai costi marginali, in altre parole vendendo un'unità aggiuntiva, l’incremento dei ricavi totali supera quello dei costi totali. Di conseguenza, un'azienda che massimizza il profitto produrrà questa unità aggiuntiva.
  • i ricavi marginali sono inferiori ai costi marginali, ovvero ci troviamo in presenza di ricavi marginali negativi. Questo è il caso in cui i costi totali aumentano in maniera maggiore rispetto ai ricavi per l’unità addizionale prodotta.
  • ricavi marginali e costi marginali sono uguali. è questo il caso limite in cui l’azienda non avrebbe interesse né a diminuire né ad incrementare la produzione di unità.


CHI SIAMO?

iCRIBIS, è il canale e-commerce di Cribis D&B per accedere alla banca dati di Informazioni Commerciali sulle imprese. iCRIBIS soddisfa le esigenze di piccole imprese e professionisti, che hanno la necessità di tutelare i propri crediti e di ridurre gli insoluti. E' la scelta quotidiana di migliaia di piccole aziende e privati che, in modo semplice e conveniente, riescono a informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, accessibili in qualsiasi momento direttamente online.

RICAVO MARGINALE: COSA E' E COME PUO' ESSERE CALCOLATO


Per un’azienda manifatturiera, come ad esempio un’impresa del settore tessile, è di vitale importanza fissare il prezzo al quale vendere i beni che produce. Infatti, un prezzo basso o troppo alto può influire in maniera negativa sul cash flow dell’azienda, e di conseguenza mettere in pericolo la sua stessa esistenza. Una realtà aziendale competitiva sul mercato, infatti, continuerà a produrre fino a quando i costi marginali sono uguali ai ricavi marginali. Ma che cos'è di preciso il ricavo marginale? Cosa misura e come può essere calcolato? In questo nuovo articolo del glossario iCRIBIS approfondiremo e tratteremo proprio questi aspetti relativi al ricavo marginale.

Che cosa è il ricavo marginale?

Il ricavo marginale è un indicatore che segnala l'aumento del ricavo totale generato dalla vendita un'unità aggiuntiva prodotta. Indipendentemente dal comparto, dall'industria o dai prodotti realizzati, le realtà imprenditoriali dovrebbero sempre tenere in considerazione quanto l’incremento delle vendite influisce sui ricavi marginali. Ad esempio, se un'azienda manifatturiera dovrà diminuire i prezzi per generare ulteriori vendite, il ricavo marginale tenderà a diminuire in maniera lenta fino a quando non sarà più redditizio vendere beni aggiuntivi.Il concetto di ricavo marginale è fortemente legato a quello di un altro indicatore come il costo marginale, ovvero la variazione del costo di produzione totale derivante dalla realizzazione di un’unità aggiuntiva. Tali indicatori stimano quantitativamente la variazione incrementale tra i vari livelli di vendita così da determinare la quantità ottimale per produrre e vendere beni in modo più efficiente.

Come si calcola il ricavo marginale?

Una volta capito in che cosa consiste il ricavo marginale e a cosa serve, vediamo ora come può essere calcolato. La sua formula può essere espressa come:

Ricavo marginale (RM) = Variazione del ricavo totale / Variazione della quantità venduta

Il calcolo del costo marginale è dato dalla divisione tra la variazione del ricavo totale e la variazione della quantità totale che è stata venduta dall’azienda.

La formula appena descritta può essere usata per fotografare il ricavo marginale medio su una serie di unità, come ad esempio la differenza tra la 100° e la 115° unità venduta.

Un’azienda che produce spazzolini da denti (Sigma S.r.l.s.) vende i suoi primi 100 spazzolini per un complessivo di 1.000€. Se vende il 101° spazzolino a 15€, il ricavo marginale di quest'ultimo sarà pari a 15€. Se vende un totale di 150 spazzolini per 1.500€, il ricavo marginale per le unità da 101 a 150 è 500€ o 10€ per unità.

Solitamente il calcolo del ricavo marginale è ottenuto come la variazione del ricavo divisa per la variazione della quantità di due livelli di vendita dati qualsiasi. Più vicini sono quest’ultimi e più sarà fedele il calcolo del ricavo marginale.

Immaginiamo che la nostra azienda di spazzolini ottenga un guadagno di 4.000€ in più se le sue vendite aumentano da 1.000 a 1.500 unità. In questo caso il ricavo marginale medio per ciascun unità è di 8€.

RM =4.000/500= 8€

Se Sigma S.r.l.s. dovesse incassare ulteriori 1.000€ per incrementare le vendite da 1.500 a 1.700 unità, il ricavo marginale medio per queste nuove unità sarebbe di 5€ ciascuna.

RM = 1.000/200= 5€

Ricavi marginali e costi marginali

Abbiamo visto come il ricavo marginale è un indicatore essenziale per determinare il livello ideale della produzione di un’impresa redditizia, ovvero quando ricavi marginali e spese marginali sono pari. Un’azienda, infatti, massimizza i profitti quando produce una quantità in cui il ricavo marginale dell'ultima unità è pari ai costi marginali di quest'ultima.

In linea di massima si possono individuare tre situazioni caratteristiche:

  • i ricavi marginali sono superiori ai costi marginali, in altre parole vendendo un'unità aggiuntiva, l’incremento dei ricavi totali supera quello dei costi totali. Di conseguenza, un'azienda che massimizza il profitto produrrà questa unità aggiuntiva.
  • i ricavi marginali sono inferiori ai costi marginali, ovvero ci troviamo in presenza di ricavi marginali negativi. Questo è il caso in cui i costi totali aumentano in maniera maggiore rispetto ai ricavi per l’unità addizionale prodotta.
  • ricavi marginali e costi marginali sono uguali. è questo il caso limite in cui l’azienda non avrebbe interesse né a diminuire né ad incrementare la produzione di unità.


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