ONERI FINANZIARI: COSA SONO E COME VANNO REGISTRATI


Ogni imprenditore almeno una volta nella via ha dovuto fare ricorso ad una banca per ottenere il capitale necessario allo sviluppo del suo business. La banca che concede il capitale lo farà solo dopo aver valutato il merito creditizio dell’impresa richiedente e applicherà dei costi. Quest’ultimi rientrano tra i cosiddetti oneri finanziari. Ma cosa sono di preciso e come vanno registrati a livello contabile? In questo articolo del glossario iCRIBIS risponderemo a queste domande e capiremo perché gli oneri finanziari sono così importanti.

Cosa sono gli oneri finanziari?

Gli oneri finanziari comprendono gli interessi passivi e i costi di gestione relativi all’indebitamento. Nel bilancio aziendale, gli oneri finanziari sono costi a cui l’impresa deve far fronte a seguito dell’attività finanziaria. Gli oneri finanziari maturati nel corso delle attività vanno inseriti nella sezione C del conto economico del bilancio civilistico. Nello specifico vanno inseriti in questa sezione tutti gli oneri finanziari, indipendentemente dalla loro fonte, con il loro importo maturato nel corso dell’esercizio al netto dei risconti.

Alcuni oneri finanziari a titolo esemplificativo e non esaustivo sono:

  • gli interessi passivi su dilazioni ottenute da fornitori e interessi di mora;
  • le minusvalenze da alienazione di titoli a reddito fisso e partecipazioni iscritte nell’attivo circolante;
  • gli sconti finanziari passivi;
  • le perdite sui crediti iscritti nelle immobilizzazioni finanziarie;
  • le differenze negative di indicizzazione sui prestiti.

 

Gli oneri finanziari sul fatturato

Gli oneri finanziari se rapportati al volume d’affari permettono di misurare l’incidenza del costo dell’indebitamento finanziario sul fatturato di un’azienda. Fino a qualche anno fa il valore limite (detto anche “valore del non-ritorno”) era considerato il 5% del fatturato. Oggi, a causa della diminuzione dei tassi di interesse, tale valore si è ridotto al 3%-4% del fatturato. Un valore buono, invece, è considerato quello che si aggira intorno al 1%-2% del fatturato.

Facciamo un esempio pratico per capire meglio: supponiamo di avere due aziende (A e B) appartenenti all’industria siderurgica e con un fatturato uguale (100.000 €), ma con un totale degli oneri finanziari di valore diverso: 2.000 € (A) e 9.000 € (B). Calcolando il rapporto oneri finanziari fatturato otterremo un valore buono del 2% per l’impresa A e uno piuttosto critico del 9% per l’impresa B. Tra le due imprese quella che è ampiamente oltre il valore limite, infatti, è infatti la seconda.

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