IL TRASPORTO DI PASSEGGERI TRAMITE IMPIANTI
DI RISALITA IN ITALIA
Il settore del trasporto di passeggeri con sciovie e funivie in Italia
Il numero di sciatori attivi nel nostro Paese si aggira intorno a 4 milioni, con una crescita costante degli appassionati soprattutto per quanto riguarda lo sci alpino, che da solo rappresenta circa il 60% del totale degli sport invernali. Questo incremento si riflette in un giro d’affari significativo che coinvolge non solo il settore turistico, ma anche i relativi servizi associati come ad esempio il trasporto di passeggeri attraverso funivie, skilift e sciovie. In questo nuovo studio dell’osservatorio imprese, ci concentreremo sulle realtà che gestiscono gli impianti di trasporto di passeggeri mediante funivie, impianti di risalita (skilift, seggiovie, telecabine, sciovie) in Italia, ovvero le realtà imprenditoriali con codice ATECO 49.34 e relative sottocategorie.


La distribuzione geografica dei servizi di trasporto passeggeri tramite sciovie e funivie
Come è facile immaginare, le circa 320 realtà operanti nel settore del trasporto passeggeri tramite sciovie e funivie sono concentrate prevalentemente nelle aree montuose del territorio italiano, in particolare nelle zone alpine e appenniniche. Dal punto di vista geografico, infatti, emerge come la maggior parte delle imprese siano localizzate nelle regioni dell’arco alpino, che ospitano circa quattro aziende su cinque del settore. Tra queste, spicca il Trentino-Alto Adige, con una quota pari al 41% del totale, seguito dalla Lombardia (14,1%), dal Veneto (10,7%), dal Piemonte (9,8%), dalla Valle d’Aosta (2,4%), dal Friuli-Venezia Giulia (1,5%) e dalla Liguria (0,9%).
Seppur con percentuali minori, anche le regioni dell’Appennino presentano una presenza significativa di operatori del settore, a testimonianza della diffusione della mobilità turistica e sciistica lungo la catena montuosa che attraversa gran parte dell’Italia centro-meridionale. In questa area si segnalano Emilia-Romagna (4%), Abruzzo (3,8%), Lazio (3,4%), Toscana (3,1%), Marche (1,5%), Calabria (1,2%), Liguria (0,9%), Molise (0,9%), Basilicata (0,6%), Campania e Umbria (entrambe con lo 0,3%).
La distribuzione geografica mette in evidenza come il settore sia strettamente legato alla presenza di contesti montani, dove la domanda turistica per attività legate allo sci e agli sport invernali crea un mercato “naturale” per questa tipologia di trasporto. Al contempo, la presenza più limitata nelle regioni dell’Appennino indica come, pur essendoci opportunità di sviluppo, queste aree siano caratterizzate da mercati più ridotti e meno concentrati rispetto alle Alpi.
Le caratteristiche della popolazione del settore del trasporto a fune
Dal punto di vista organizzativo, il settore mostra una struttura caratterizzata dalla presenza forte di società di capitali, che rappresentano l’86,8% del totale delle imprese attive. Seguono, con quote decisamente minori, le società di persone (6,7%), le imprese individuali (3,7%) e le altre forme societarie (2,8%).
All’interno delle società di capitali, emerge la predominanza delle società a responsabilità limitata (il 50,6% del totale), mentre le società per azioni sono il 30,1%. Questa distribuzione riflette una tendenza del comparto a privilegiare forme societarie flessibili e meno complesse nella gestione, rispetto a strutture più articolate e regolamentate come le società per azioni. Quest’ultime, infatti, sono adottate in prevalenza da realtà di dimensioni maggiori o con esigenze di capitalizzazione più elevate.
L’analisi della dimensione aziendale, invece, mostra come il 41,1% delle imprese operi con meno di sei dipendenti, confermando una prevalenza di realtà specializzate di piccole dimensioni radicate nel territorio. Tuttavia, l’esistenza di realtà più strutturate fa salire la media occupazionale a 19,2 addetti, segnale di un settore che, pur mantenendo una base imprenditoriale diffusa, in alcuni casi evolve verso modelli più organizzati e con maggiore capacità di generare occupazione.
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L’affidabilità economico commerciale del trasporto di passeggeri con sciovie e funivie in Italia

Le imprese operanti nel settore del trasporto a fune evidenziano, nel complesso, un’affidabilità economico-commerciale relativamente bassa. Per la determinazione dell’indice di rischio sono state tenute in considerazione diverse variabili, tra cui: le informazioni anagrafiche delle aziende, le esperienze pregresse di pagamento, la presenza di eventuali segnalazioni negative, i dati e gli indici di bilancio,nonché l’anzianità aziendale.
Analizzando la popolazione aziendale per la quale tali dati sono disponibili, emerge una distribuzione significativa dei livelli di rischio: solo il 19,6% delle imprese mostra un indice di rischio minimo, indicando una solidità economico-finanziaria elevata. Una quota leggermente inferiore, pari al 14,4%, presenta un rischio inferiore alla media del settore, suggerendo una buona affidabilità, seppur non ottimale.
La maggioranza delle imprese, il 53,1%, invece, si colloca in una fascia di rischio superiore alla media, evidenziando potenziali criticità nella gestione economica e commerciale. Infine, il 12,6% delle aziende registra un rischio massimo, segnalando situazioni di forte vulnerabilità finanziaria e di possibile esposizione a problemi di solvibilità.
L’analisi complessiva indica che il settore del trasporto di passeggeri con sciovie e funivie è caratterizzato da una concentrazione elevata di imprese con rischiosità economico-commerciale significativa. Solo una minoranza di aziende gode di un profilo di rischio basso, mentre la maggioranza presenta criticità che potrebbero influenzare le strategie di investimento, la concessione di credito e le relazioni commerciali.
La propensione all’innovazione e al digitale delle realtà del settore

Il settore tricolore del trasporto di passeggeri tramite impianti di risalita mostra un livello di innovazione complessivamente positivo, segnale di un comparto che, pur operando in un ambito tradizionalmente legato alla stagionalità e al turismo montano, ha intrapreso percorsi di rinnovamento tecnologico e gestionale.
Nello specifico, le imprese e i gestori dei servizi di trasporto a fune con un punteggio d’innovazione alto sono il 6,8% del totale, mentre un ulteriore 36,2% si colloca al di sopra della media per capacità innovativa. A queste si aggiunge un 19,6% di soggetti che raggiunge livelli in linea con la media del settore, delineando così una maggioranza di operatori che hanno già avviato o consolidato processi di innovazione. Di contro, una parte non trascurabile presenta ancora ampi margini di miglioramento: il 18,1% delle imprese si colloca al di sotto della media in termini di innovazione, mentre il 15,9% evidenzia una bassa propensione all’adozione di soluzioni innovative.
Analogamente, anche il grado di digitalizzazione del comparto risulta piuttosto buono, sebbene con una distribuzione più polarizzata. Le imprese che mostrano una forte attitudine al digitale costituiscono il 27,3% del totale, a cui si aggiunge un 18,4% con un livello sopra la media e un 9,8% che si posiziona nella media. Tuttavia, permane una quota consistente di imprese con ritardi in questo ambito: il 36,2% delle imprese mostra, infatti, una propensione al digitale bassa, mentre un ulteriore 4,9% si colloca sotto la media.
Questi dati suggeriscono l’esistenza di una “frattura digitale” interna al settore, dove le imprese più dinamiche e strutturate riescono a sfruttare le potenzialità dell’innovazione tecnologica, mentre le realtà più piccole o localizzate in contesti marginali faticano a tenere il passo.
Il fatturato stimato della popolazione analizzata
Le attività prive dell’obbligo di redazione del bilancio, attive da almeno un anno e in possesso di un codice ATECO, rappresentano una quota marginale ma significativa del tessuto economico analizzato. Le attività senza obbligo di bilancio, costituite da almeno un anno e in possesso di un codice ATECO si attestano per l’1,5% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 7,7% nella fascia 100.000 - 499.99€, per lo 05% nella fascia 500.000 - 999.999€ e per lo 0,3% nella fascia di fatturato stimato 1.000.000 - 4.999.99€.
Nel complesso, il quadro che emerge è quello di un tessuto imprenditoriale diffuso ma di piccole dimensioni, costituito da operatori radicati sul territorio e spesso specializzati in nicchie di mercato, ma con margini di crescita ancora contenuti.
Il fatturato del settore dei servizi di trasporto su fune
Secondo gli ultimi dati disponibili, il fatturato del settore mostra una crescita estremamente significativa. Nel 2023 ha infatti raggiunto quota 1,2 miliardi di euro, con un incremento del +26,5% rispetto al 2022 e un impressionante +578% rispetto al 2021. Crescita in gran parte che testimonia la riattivazione della domanda dopo le restrizioni e le incertezze del periodo pandemico.
Analizzando la distribuzione delle imprese per fasce di fatturato, emerge una struttura eterogenea ma in forte evoluzione: il 6,7% si colloca nella fascia inferiore ai 10.000€, il 2,4% in quella 10.000 – 49.999€, per il 6,1% nella fascia 50.000 – 99.999€, il 16,3% nella fascia 100.000 - 499.999€, il 6,4% nella fascia 500.000 - 999.999€, il 21,2% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€, l’8,6% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€, il 13,5% nella fascia di fatturato 10.000.000€ – 49.999.999€ e lo 0,3% nella fascia di fatturato tra 50.000.000€ e 249.999.999€.
Tra le prime dieci imprese del settore con il fatturato più alto troviamo:
- FUNIVIE MADONNA DI CAMPIGLIO S.P.A.
- FUNIVIE FOLGARIDA MARILLEVA S.P.A.
- SOCIETA' INCREMENTO TURISTICO CANAZEI S.P.A.
- CERVINO S.P.A.
- 3 ZINNEN S.P.A.
- SESTRIERES S.P.A.
- FUNIVIA PLAN DE CORONES S.R.L.
- MOTTOLINO S.P.A.
- IMPIANTI COLFOSCO S.P.A.
- FUNIVIE ARABBA S.P.A. - SB
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