I NUMERI DELL'INDUSTRIA ITALIANA DEI PIATTI E PASTI PRONTI


Dal 4 al 7 maggio 2025 torna a Parma Cibus il Salone Internazionale dell’alimentazione, la manifestazione più importante dedicata all’agroalimentare Made in Italy, che vedrà anche quest’anno protagoniste le istituzioni, le associazioni di categoria, le imprese e i professionisti dell’agroalimentare italiano.
In occasione di questo importante appuntamento, in questo nuovo studio dell’osservatorio imprese iCRIBIS ci concentreremo sulle realtà imprenditoriali che rientrano nella classe 10.85 (produzione di pasti e piatti preparati) e nelle sottocategorie 10.85.01 (produzione di piatti pronti a base di carne e pollame), 10.85.02 (produzione di piatti pronti a base di pesce), 10.85.03 (produzione di piatti pronti a base di ortaggi), 10.85.04 (produzione di pizza confezionata), 10.85.05 (produzione di piatti pronti a base di pasta) e 10.85.09 della classificazione Ateco (produzione di pasti e piatti pronti di altri prodotti alimentari).

infografica

La distribuzione geografica dell’industria dei piatti e pasti pronti in Italia

A livello territoriale le oltre 900 imprese attive della popolazione si concentrano per circa un quarto, il 25,6%, nel Nord-Ovest del Paese. il restante 74,4% si trova tra le macroaree del Sud, (23,2%) del Centro (21,8%), del Nord-Est (17,3%) e delle Isole (12,1%).
La Lombardia è la regione con la più alta densità d’imprese alimentari che producono piatti e pasti pronti (13,6%). Completano le prime dieci posizioni della classifica Lazio (9,4%), Sicilia (8,6%), Campania (8,2%), Piemonte (7,9%), Emilia-Romagna (7,7%), Veneto (7,3%), Puglia (6,6%), Toscana (6%) e Marche (5,1%). Nelle ultime posizioni, invece, troviamo Umbria (1,3%), Basilicata (0,4%) e Molise (0,4%).

La distribuzione delle imprese in base al codice Ateco

distribuzione

Osservando la distribuzione delle imprese del settore dal punto di vista merceologico, è possibile notare come circa la metà della popolazione analizzata, il 48,3% del totale, produca pasti e piatti pronti di altri prodotti alimentari. Tra le restanti industrie alimentari è degna di nota la percentuale dei produttori di pizza confezionata (13%), di pasti e piatti pronti preparati, conditi, cucinati e confezionati (10,9%), di piatti pronti a base di pasta (8,3%) e a base di ortaggi (4,2%). Infine, è significativa la percentuale delle realtà specializzate nella produzione di prodotti di derivazione animale come piatti pronti a base di carne e pollame (9%) e piatti pronti a base di pesce (6,3%).

Le realtà femminili del settore dei piatti e pasti pronti

imprenditoriafemminile

Sono poco superiori alle 250 unità le imprese femminili attive nell’industria dei piatti pronti presenti nel nostro Paese (circa il 27,1% del totale). Nello specifico le imprese del settore guidate in maniera esclusiva da donne sono il 9,2%, quelle con una partecipazione forte il 4,3% e le realtà con una presenza maggioritaria l’1,7%. Le imprese femminili del settore si concentrano in prevalenza nel Sud Italia (25,6% di cui il 10,8% in Campania). La Lombardia (10,4%) è la seconda regione del ranking, nonché la prima del Nord-Ovest (24,4%). Completano le prime dieci posizioni della classifica Sicilia (10%), Lazio (9,6%), Veneto (8,4%), Piemonte (8%), Toscana (7,2%), Liguria (6%), Emilia-Romagna (5,2%) e Calabria (4,8%).
Il fatturato delle realtà femminili del settore è in netta crescita: circa 87 milioni di euro nel 2023 (+8,7% rispetto al 2022 e +45 rispetto al 2021). Le imprese di cui si conosce il fatturato, si attestano in prevalenza nelle fasce medio-basse: il 3,2% nella fascia inferiore ai 50.000€, il 2,4% nella fascia 50.000 – 99.999€, il 9,6% nella fascia 100.000 – 499.999€, il 2,4% nella fascia 500.000 – 999.999€, il 4,4% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€, lo 0,8% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€ e lo 0,8% nella fascia 10.000.000 - 49.999.999€.

Le caratteristiche delle aziende del settore dei piatti pronti

dipendenti

La popolazione del settore analizzato negli ultimi anni ha visto crescere il numero degli occupati: a dicembre dello scorso anno, infatti, i dipendenti erano circa 8mila (+0,8% rispetto al 2023 e +12,1% rispetto al 2022). Nello specifico il 43,6% delle imprese che producono pasti preparati impiega meno di due persone, mentre il numero medio di dipendenti si aggira intorno alle 9,6 unità. Sotto il profilo organizzativo, invece, circa il 50,8% della popolazione per far fronte al mercato ha scelto la forma della società di capitali. Le ditte individuali sono, invece, il 37,8%, mentre il restante 11,4% ha optato per una società di persone.

L’affidabilità economico commerciale del settore dei piatti e pasti pronti

La popolazione analizzata si distingue per un’affidabilità economico commerciale bassa (per il calcolo dell’indice sono utilizzate numerose variabili, tra cui la presenza di informazioni negative, informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale ed esperienze di pagamento). Tra le imprese dell'industria alimentare che preparano pasti pronti di cui è disponibile il dato, infatti, solo il 6,9% fa registrare un rischio minimo, mentre il 18,7% ha uno score più basso della media. Le imprese con una rischiosità massima al contrario sono il 20,4%, mentre quelle con un rischio più alto della media sono addirittura il 54% del totale della popolazione.

L’export e la propensione all’innovazione delle imprese del settore

In attesa di capire l’effetto che i dazi statunitensi avranno sul commercio mondiale, l’export agroalimentare made in Italy ha raggiunto nel 2024 la cifra record di 69,1 miliardi di euro. Le imprese della popolazione analizzata, nello specifico, hanno uno score di internazionalizzazione piuttosto basso: il 52,2%, infatti, fa registrare un punteggio sotto la media e l’11,9% uno score basso. Al contrario le aziende più propense all’export nel 5,4% dei casi hanno uno score alto, nel’11,1% hanno un punteggio sopra la media, e nel 17,6% uno score medio.
Per quanto riguarda la propensione all’innovazione, solo il 16,9% ha uno score basso e il 38,3% uno punteggio sotto la media. Al contrario il 17,2% della popolazione ha uno score nella media, il 18,8% un punteggio nella media e il 6,5% ha una propensione all’innovazione massima.

Il fatturato stimato delle imprese del settore

Le realtà dell'industria dei pasti e piatti pronti senza obbligo di bilancio, costituite da un anno o più e in possesso del codice ATECO si attestano per il 10,2% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 32,8% nella fascia 100.000 - 499.99€, per il 2,4% nella fascia 500.000 - 999.999€ e per lo 0,9% nella fascia 1.000.000 - 4.999.999€.

Le classi di fatturato delle imprese italiane che preparano piatti e pasti pronti

Il dato disponibile sul fatturato del comparto, tenendo in considerazione che i dati sono disponibili riguardano il 40,2%, della popolazione analizzata, restituisce la fotografia di un settore in forte crescita: il fatturato del 2023 è pari a 1,9 miliardi di euro, in crescita +18,7% rispetto al 2022 e +35,7% rispetto al 2021.
Nello specifico le realtà imprenditoriali della popolazione analizzata, si attestano, per il 4,9% nella fascia inferiore ai 10.000€, per l’1,7% nella fascia 10.000 – 49.999€, per il 2,6% nella fascia 50.000 – 99.999€, per il 10,4% nella fascia 100.000 - 499.999€, per il 5,2% nella fascia 500.000 - 999.999€, per il 9% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€, per il 2,1% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€, per il 3,2% nella fascia 10.000.000 - 49.999.999€ e per l’1,1% nella fascia 50.000.000 - 249.999.999€.

Nelle prime dieci posizioni della classifica dell’industria tricolore dei piatti e pasti pronti con il fatturato più alto troviamo:

 


CHI SIAMO

iCRIBIS è il portale e-commerce di Cribis che offre accesso alla banca dati di informazioni commerciali su imprese italiane ed estere. Ideale per piccole imprese e professionisti, iCRIBIS aiuta a tutelare i crediti e ridurre gli insoluti. Migliaia di piccole aziende e privati lo scelgono quotidianamente per informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, sempre accessibili online.

I NUMERI DELL'INDUSTRIA ITALIANA DEI PIATTI E PASTI PRONTI


Dal 4 al 7 maggio 2025 torna a Parma Cibus il Salone Internazionale dell’alimentazione, la manifestazione più importante dedicata all’agroalimentare Made in Italy, che vedrà anche quest’anno protagoniste le istituzioni, le associazioni di categoria, le imprese e i professionisti dell’agroalimentare italiano.
In occasione di questo importante appuntamento, in questo nuovo studio dell’osservatorio imprese iCRIBIS ci concentreremo sulle realtà imprenditoriali che rientrano nella classe 10.85 (produzione di pasti e piatti preparati) e nelle sottocategorie 10.85.01 (produzione di piatti pronti a base di carne e pollame), 10.85.02 (produzione di piatti pronti a base di pesce), 10.85.03 (produzione di piatti pronti a base di ortaggi), 10.85.04 (produzione di pizza confezionata), 10.85.05 (produzione di piatti pronti a base di pasta) e 10.85.09 della classificazione Ateco (produzione di pasti e piatti pronti di altri prodotti alimentari).

infografica

La distribuzione geografica dell’industria dei piatti e pasti pronti in Italia

A livello territoriale le oltre 900 imprese attive della popolazione si concentrano per circa un quarto, il 25,6%, nel Nord-Ovest del Paese. il restante 74,4% si trova tra le macroaree del Sud, (23,2%) del Centro (21,8%), del Nord-Est (17,3%) e delle Isole (12,1%).
La Lombardia è la regione con la più alta densità d’imprese alimentari che producono piatti e pasti pronti (13,6%). Completano le prime dieci posizioni della classifica Lazio (9,4%), Sicilia (8,6%), Campania (8,2%), Piemonte (7,9%), Emilia-Romagna (7,7%), Veneto (7,3%), Puglia (6,6%), Toscana (6%) e Marche (5,1%). Nelle ultime posizioni, invece, troviamo Umbria (1,3%), Basilicata (0,4%) e Molise (0,4%).

La distribuzione delle imprese in base al codice Ateco

distribuzione

Osservando la distribuzione delle imprese del settore dal punto di vista merceologico, è possibile notare come circa la metà della popolazione analizzata, il 48,3% del totale, produca pasti e piatti pronti di altri prodotti alimentari. Tra le restanti industrie alimentari è degna di nota la percentuale dei produttori di pizza confezionata (13%), di pasti e piatti pronti preparati, conditi, cucinati e confezionati (10,9%), di piatti pronti a base di pasta (8,3%) e a base di ortaggi (4,2%). Infine, è significativa la percentuale delle realtà specializzate nella produzione di prodotti di derivazione animale come piatti pronti a base di carne e pollame (9%) e piatti pronti a base di pesce (6,3%).

Le realtà femminili del settore dei piatti e pasti pronti

imprenditoriafemminile

Sono poco superiori alle 250 unità le imprese femminili attive nell’industria dei piatti pronti presenti nel nostro Paese (circa il 27,1% del totale). Nello specifico le imprese del settore guidate in maniera esclusiva da donne sono il 9,2%, quelle con una partecipazione forte il 4,3% e le realtà con una presenza maggioritaria l’1,7%. Le imprese femminili del settore si concentrano in prevalenza nel Sud Italia (25,6% di cui il 10,8% in Campania). La Lombardia (10,4%) è la seconda regione del ranking, nonché la prima del Nord-Ovest (24,4%). Completano le prime dieci posizioni della classifica Sicilia (10%), Lazio (9,6%), Veneto (8,4%), Piemonte (8%), Toscana (7,2%), Liguria (6%), Emilia-Romagna (5,2%) e Calabria (4,8%).
Il fatturato delle realtà femminili del settore è in netta crescita: circa 87 milioni di euro nel 2023 (+8,7% rispetto al 2022 e +45 rispetto al 2021). Le imprese di cui si conosce il fatturato, si attestano in prevalenza nelle fasce medio-basse: il 3,2% nella fascia inferiore ai 50.000€, il 2,4% nella fascia 50.000 – 99.999€, il 9,6% nella fascia 100.000 – 499.999€, il 2,4% nella fascia 500.000 – 999.999€, il 4,4% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€, lo 0,8% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€ e lo 0,8% nella fascia 10.000.000 - 49.999.999€.

Le caratteristiche delle aziende del settore dei piatti pronti

dipendenti

La popolazione del settore analizzato negli ultimi anni ha visto crescere il numero degli occupati: a dicembre dello scorso anno, infatti, i dipendenti erano circa 8mila (+0,8% rispetto al 2023 e +12,1% rispetto al 2022). Nello specifico il 43,6% delle imprese che producono pasti preparati impiega meno di due persone, mentre il numero medio di dipendenti si aggira intorno alle 9,6 unità. Sotto il profilo organizzativo, invece, circa il 50,8% della popolazione per far fronte al mercato ha scelto la forma della società di capitali. Le ditte individuali sono, invece, il 37,8%, mentre il restante 11,4% ha optato per una società di persone.

L’affidabilità economico commerciale del settore dei piatti e pasti pronti

La popolazione analizzata si distingue per un’affidabilità economico commerciale bassa (per il calcolo dell’indice sono utilizzate numerose variabili, tra cui la presenza di informazioni negative, informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale ed esperienze di pagamento). Tra le imprese dell'industria alimentare che preparano pasti pronti di cui è disponibile il dato, infatti, solo il 6,9% fa registrare un rischio minimo, mentre il 18,7% ha uno score più basso della media. Le imprese con una rischiosità massima al contrario sono il 20,4%, mentre quelle con un rischio più alto della media sono addirittura il 54% del totale della popolazione.

L’export e la propensione all’innovazione delle imprese del settore

In attesa di capire l’effetto che i dazi statunitensi avranno sul commercio mondiale, l’export agroalimentare made in Italy ha raggiunto nel 2024 la cifra record di 69,1 miliardi di euro. Le imprese della popolazione analizzata, nello specifico, hanno uno score di internazionalizzazione piuttosto basso: il 52,2%, infatti, fa registrare un punteggio sotto la media e l’11,9% uno score basso. Al contrario le aziende più propense all’export nel 5,4% dei casi hanno uno score alto, nel’11,1% hanno un punteggio sopra la media, e nel 17,6% uno score medio.
Per quanto riguarda la propensione all’innovazione, solo il 16,9% ha uno score basso e il 38,3% uno punteggio sotto la media. Al contrario il 17,2% della popolazione ha uno score nella media, il 18,8% un punteggio nella media e il 6,5% ha una propensione all’innovazione massima.

Il fatturato stimato delle imprese del settore

Le realtà dell'industria dei pasti e piatti pronti senza obbligo di bilancio, costituite da un anno o più e in possesso del codice ATECO si attestano per il 10,2% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 32,8% nella fascia 100.000 - 499.99€, per il 2,4% nella fascia 500.000 - 999.999€ e per lo 0,9% nella fascia 1.000.000 - 4.999.999€.

Le classi di fatturato delle imprese italiane che preparano piatti e pasti pronti

Il dato disponibile sul fatturato del comparto, tenendo in considerazione che i dati sono disponibili riguardano il 40,2%, della popolazione analizzata, restituisce la fotografia di un settore in forte crescita: il fatturato del 2023 è pari a 1,9 miliardi di euro, in crescita +18,7% rispetto al 2022 e +35,7% rispetto al 2021.
Nello specifico le realtà imprenditoriali della popolazione analizzata, si attestano, per il 4,9% nella fascia inferiore ai 10.000€, per l’1,7% nella fascia 10.000 – 49.999€, per il 2,6% nella fascia 50.000 – 99.999€, per il 10,4% nella fascia 100.000 - 499.999€, per il 5,2% nella fascia 500.000 - 999.999€, per il 9% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€, per il 2,1% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€, per il 3,2% nella fascia 10.000.000 - 49.999.999€ e per l’1,1% nella fascia 50.000.000 - 249.999.999€.

Nelle prime dieci posizioni della classifica dell’industria tricolore dei piatti e pasti pronti con il fatturato più alto troviamo:

 


CHI SIAMO

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