La produzione e la vendita di calzature in Italia


Produzione e vendita delle calzature in Italia

Torna anche quest'anno il MICAM Milano (Fieramilano Rho dal 7 al 9 settembre 2025), l’evento di riferimento per il settore calzature che riunisce produttori, buyer e giornalisti per scoprire le nuove collezioni di oltre mille marchi per uomo, donna e bambino, e per aggiornarsi sulle più recenti tendenze di stile e innovazioni tecnologiche del settore calzaturiero mondiale.
A tal riguardo, in questo nuovo studio dell’osservatorio imprese iCRIBIS, analizzeremo proprio le imprese italiane che rientrano nelle classi 15.20 (fabbricazione di calzature), 47.72 (commercio al dettaglio di calzature e articoli in pelle) e nella sottocategoria 46.42.30 (commercio all'ingrosso di calzature) della classificazione delle attività economiche ATECO.

infografica

La distribuzione territoriale del settore italiano delle calzature

Le quasi 26mila imprese della popolazione analizzata si trovano per circa il 61,5% tra le regioni del Centro (30,8%) e del Sud Italia (30,7%). Seguono le macroaree del Nord-Est (15,9%), del Nord-Ovest (15,8%) e delle Isole (6,8%).
Il settore del manifatturiero delle calzature tricolore, organizzato in distretti produttivi, si trova in prevalenza tra Marche (31,6%), Toscana (19%), Campania (15,4%), Veneto (13,6%), Lombardia (7,3%), Puglia (4,7%) ed Emilia Romagna (3,6), interessando nel complesso oltre ventitré province tra cui Arezzo, Ascoli Piceno, Firenze, Macerata, Napoli, Pavia. Pisa, Pistoia, Vicenza, Venezia e Vigevano.
Le imprese che commerciano calzature, invece, sono concentrate in prevalenza tra Campania (20,1%), Lombardia (10,8%), Lazio (9,2%), Toscana (8,8%), Sicilia (7,6%), Puglia (7,6%), Veneto (6,5%), Emilia Romagna (6%), Piemonte (5,2%) e Calabria (3,7%).

distribuzione

La distribuzione della popolazione imprenditoriale in base alla classificazione merceologica

Le realtà del settore delle calzature sono in larga parte imprese commerciali: il 35% del totale, infatti, commercia al dettaglio calzature e accessori per calzature mentre il 15,6% sono dettaglianti di calzature e articoli in pelle. Residuale, invece, è la percentuale di imprese che commerciano al dettaglio calzature e accessori per adulti (0,8%) e per bambini (0,1%).
Tra le imprese manifatturiere, invece, sono da evidenziare le percentuali delle imprese che producono calzature ma non le parti in cuoio (14,3%), di quelle che realizzano parti in cuoio per calzature (13%) e delle imprese che fabbricano calzature (1,9%).

La distribuzione del rischio nella popolazione analizzata

Secondo gli ultimi dati disponibili, le imprese della popolazione analizzata si caratterizzano per un’affidabilità economico commerciale nella media (per il calcolo sono state usate numerose variabili, tra cui informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale, esperienze di pagamento, presenza di informazioni negative). Tra le imprese calzaturiere di cui è disponibile il dato, infatti, il 4,6% ha un indice di rischio minimo e il 37,8% ha uno score di rischio più basso della media. Le restanti realtà imprenditoriali, al contrario, hanno per il 44,2% una rischiosità più alta della media e per il 13,1% presentano un rischio massimo.
Nello specifico le imprese che commerciano in calzature sono più affidabili rispetto a quelle del manifatturiero della scarpa: le realtà commerciali, infatti, nell’8,2% dei casi hanno un rischio minimo, nel 43,8% un rischio più basso della media, nel 40,81 % un rischio più alto della media e nell’11,9% un rischio massimo. Le imprese calzaturiere, invece, hanno nel 3,1% dei casi un rischio minimo, nel 23,1% un rischio più basso della media, nel 52,6% un rischio più alto della media e nel 15,9% un rischio massimo.

La propensione all’export e all’innovazione del settore delle calzature

score

Il settore calzaturiero italiano rappresenta un’eccellenza riconosciuta a livello globale, apprezzata per qualità, innovazione e design. Nonostante sia uno dei principali esportatori mondiali, il comparto si segnala per un basso livello di internazionalizzazione della sua popolazione. Il 31% delle imprese che producono scarpe, contro il 26,6% di quelle che le vendono, fa registrare uno score sotto la media. Quelle con uno score basso sono addirittura il 63,8% tra le imprese commerciali, contro il 2,7% tra le imprese calzaturiere.
Discorso molto simile anche per quanto riguarda la propensione all’innovazione delle realtà del calzaturiero. Infatti, il 4,6% delle imprese che producono scarpe, contro il 4,5% delle imprese commerciali, fa registrare un punteggio alto. Al contrario le imprese del manifatturiero della scarpa con un score basso sono il 40,6% a fronte del 41,5% del manifatturiero.

Le caratteristiche del settore italiano delle calzature

distribuzione

La popolazione del settore italiano delle calzature si distingue per una buona eterogeneità dei soggetti che la compongono. Da un lato, infatti, le realtà dell'industria delle calzature si caratterizzano per la presenza di PMI, in buona parte società di capitali (44,5%) e con una media di 7,6 dipendenti. Dall’altra le realtà che vendono all’ingrosso e al dettaglio calzature si differenziano per l’ampia presenza di micro imprese (85%), ditte individuali nel 61,3% dei casi e con una media dipendenti di 1,6 unità.
Anche per quanto riguarda la dinamica degli occupati la situazione è molto varia. Infatti, nel commercio si registra un aumento degli occupati negli ultimi anni: a dicembre 2024 si contano oltre 30mila dipendenti (+2,6% rispetto al 2023 e +8,4% rispetto al 2022). Al contrario, si registra una diminuzione nell'ultimo anno dei dipendenti nel manifatturiero: a dicembre 2024 si contano poco meno di 57mila dipendenti (-3,4% rispetto al 2023 e +1,4% rispetto al 2022).

Il fatturato stimato delle imprese che producono e commerciano calzature

Per quanto riguarda il fatturato stimato, le realtà imprenditoriali dell’industria calzaturiera italiana senza obbligo di bilancio, costituite da almeno un anno e che presentano il codice ATECO, si attestano per il 10,1% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 35,7% nella fascia 100.000 - 499.99€, per il 4,2% nella fascia 500.000 - 999.999€, per l’1,6% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€ e per lo 0,2% in quella 5.000.000 - 9.999.999€.
Le realtà del commercio, invece, a fronte di un dato disponibile per il 71,4% della popolazione totale, si attestano per il 10% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 35,1% nella fascia 100.000 - 499.99€, per il 3,7% nella fascia 500.000 - 999.999€, per l’1,7% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€ e per lo 0,1% in quella 5.000.000 - 9.999.999€.

Le classi di fatturato del settore delle calzature Made in Italy

La distribuzione della popolazione in base al fatturato, considerando che i dati di bilancio al momento disponibili riguardano solo il 23,1% del totale, è la seguente: il 7,6% si attesta nella fascia 100.000 - 499.999€, il 3,6% nella fascia 500.000 - 999.999€, il 5,4% nella fascia 1.000.000 - 4.999.999€, l’1,1% nella fascia 5.000.000 - 9.999.999€, l’1% nella fascia 10.000.000 - 49.999.999€ e lo 0,2% nella fascia 50.000.000 - 249.999.999€. Solo lo 0,1% fattura più di 250 milioni di euro, mentre il restante 4,1% fattura meno di 100mila euro.
Nella “top ten” delle aziende del settore delle calzature con il fatturato d’esercizio maggiore troviamo:

 


CHI SIAMO

iCRIBIS è il portale e-commerce di Cribis che offre accesso alla banca dati di informazioni commerciali su imprese italiane ed estere. Ideale per piccole imprese e professionisti, iCRIBIS aiuta a tutelare i crediti e ridurre gli insoluti. Migliaia di piccole aziende e privati lo scelgono quotidianamente per informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, sempre accessibili online.

La produzione e la vendita di calzature in Italia


Produzione e vendita delle calzature in Italia

Torna anche quest'anno il MICAM Milano (Fieramilano Rho dal 7 al 9 settembre 2025), l’evento di riferimento per il settore calzature che riunisce produttori, buyer e giornalisti per scoprire le nuove collezioni di oltre mille marchi per uomo, donna e bambino, e per aggiornarsi sulle più recenti tendenze di stile e innovazioni tecnologiche del settore calzaturiero mondiale.
A tal riguardo, in questo nuovo studio dell’osservatorio imprese iCRIBIS, analizzeremo proprio le imprese italiane che rientrano nelle classi 15.20 (fabbricazione di calzature), 47.72 (commercio al dettaglio di calzature e articoli in pelle) e nella sottocategoria 46.42.30 (commercio all'ingrosso di calzature) della classificazione delle attività economiche ATECO.

infografica

La distribuzione territoriale del settore italiano delle calzature

Le quasi 26mila imprese della popolazione analizzata si trovano per circa il 61,5% tra le regioni del Centro (30,8%) e del Sud Italia (30,7%). Seguono le macroaree del Nord-Est (15,9%), del Nord-Ovest (15,8%) e delle Isole (6,8%).
Il settore del manifatturiero delle calzature tricolore, organizzato in distretti produttivi, si trova in prevalenza tra Marche (31,6%), Toscana (19%), Campania (15,4%), Veneto (13,6%), Lombardia (7,3%), Puglia (4,7%) ed Emilia Romagna (3,6), interessando nel complesso oltre ventitré province tra cui Arezzo, Ascoli Piceno, Firenze, Macerata, Napoli, Pavia. Pisa, Pistoia, Vicenza, Venezia e Vigevano.
Le imprese che commerciano calzature, invece, sono concentrate in prevalenza tra Campania (20,1%), Lombardia (10,8%), Lazio (9,2%), Toscana (8,8%), Sicilia (7,6%), Puglia (7,6%), Veneto (6,5%), Emilia Romagna (6%), Piemonte (5,2%) e Calabria (3,7%).

distribuzione

La distribuzione della popolazione imprenditoriale in base alla classificazione merceologica

Le realtà del settore delle calzature sono in larga parte imprese commerciali: il 35% del totale, infatti, commercia al dettaglio calzature e accessori per calzature mentre il 15,6% sono dettaglianti di calzature e articoli in pelle. Residuale, invece, è la percentuale di imprese che commerciano al dettaglio calzature e accessori per adulti (0,8%) e per bambini (0,1%).
Tra le imprese manifatturiere, invece, sono da evidenziare le percentuali delle imprese che producono calzature ma non le parti in cuoio (14,3%), di quelle che realizzano parti in cuoio per calzature (13%) e delle imprese che fabbricano calzature (1,9%).

La distribuzione del rischio nella popolazione analizzata

Secondo gli ultimi dati disponibili, le imprese della popolazione analizzata si caratterizzano per un’affidabilità economico commerciale nella media (per il calcolo sono state usate numerose variabili, tra cui informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale, esperienze di pagamento, presenza di informazioni negative). Tra le imprese calzaturiere di cui è disponibile il dato, infatti, il 4,6% ha un indice di rischio minimo e il 37,8% ha uno score di rischio più basso della media. Le restanti realtà imprenditoriali, al contrario, hanno per il 44,2% una rischiosità più alta della media e per il 13,1% presentano un rischio massimo.
Nello specifico le imprese che commerciano in calzature sono più affidabili rispetto a quelle del manifatturiero della scarpa: le realtà commerciali, infatti, nell’8,2% dei casi hanno un rischio minimo, nel 43,8% un rischio più basso della media, nel 40,81 % un rischio più alto della media e nell’11,9% un rischio massimo. Le imprese calzaturiere, invece, hanno nel 3,1% dei casi un rischio minimo, nel 23,1% un rischio più basso della media, nel 52,6% un rischio più alto della media e nel 15,9% un rischio massimo.

La propensione all’export e all’innovazione del settore delle calzature

score

Il settore calzaturiero italiano rappresenta un’eccellenza riconosciuta a livello globale, apprezzata per qualità, innovazione e design. Nonostante sia uno dei principali esportatori mondiali, il comparto si segnala per un basso livello di internazionalizzazione della sua popolazione. Il 31% delle imprese che producono scarpe, contro il 26,6% di quelle che le vendono, fa registrare uno score sotto la media. Quelle con uno score basso sono addirittura il 63,8% tra le imprese commerciali, contro il 2,7% tra le imprese calzaturiere.
Discorso molto simile anche per quanto riguarda la propensione all’innovazione delle realtà del calzaturiero. Infatti, il 4,6% delle imprese che producono scarpe, contro il 4,5% delle imprese commerciali, fa registrare un punteggio alto. Al contrario le imprese del manifatturiero della scarpa con un score basso sono il 40,6% a fronte del 41,5% del manifatturiero.

Le caratteristiche del settore italiano delle calzature

distribuzione

La popolazione del settore italiano delle calzature si distingue per una buona eterogeneità dei soggetti che la compongono. Da un lato, infatti, le realtà dell'industria delle calzature si caratterizzano per la presenza di PMI, in buona parte società di capitali (44,5%) e con una media di 7,6 dipendenti. Dall’altra le realtà che vendono all’ingrosso e al dettaglio calzature si differenziano per l’ampia presenza di micro imprese (85%), ditte individuali nel 61,3% dei casi e con una media dipendenti di 1,6 unità.
Anche per quanto riguarda la dinamica degli occupati la situazione è molto varia. Infatti, nel commercio si registra un aumento degli occupati negli ultimi anni: a dicembre 2024 si contano oltre 30mila dipendenti (+2,6% rispetto al 2023 e +8,4% rispetto al 2022). Al contrario, si registra una diminuzione nell'ultimo anno dei dipendenti nel manifatturiero: a dicembre 2024 si contano poco meno di 57mila dipendenti (-3,4% rispetto al 2023 e +1,4% rispetto al 2022).

Il fatturato stimato delle imprese che producono e commerciano calzature

Per quanto riguarda il fatturato stimato, le realtà imprenditoriali dell’industria calzaturiera italiana senza obbligo di bilancio, costituite da almeno un anno e che presentano il codice ATECO, si attestano per il 10,1% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 35,7% nella fascia 100.000 - 499.99€, per il 4,2% nella fascia 500.000 - 999.999€, per l’1,6% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€ e per lo 0,2% in quella 5.000.000 - 9.999.999€.
Le realtà del commercio, invece, a fronte di un dato disponibile per il 71,4% della popolazione totale, si attestano per il 10% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 35,1% nella fascia 100.000 - 499.99€, per il 3,7% nella fascia 500.000 - 999.999€, per l’1,7% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€ e per lo 0,1% in quella 5.000.000 - 9.999.999€.

Le classi di fatturato del settore delle calzature Made in Italy

La distribuzione della popolazione in base al fatturato, considerando che i dati di bilancio al momento disponibili riguardano solo il 23,1% del totale, è la seguente: il 7,6% si attesta nella fascia 100.000 - 499.999€, il 3,6% nella fascia 500.000 - 999.999€, il 5,4% nella fascia 1.000.000 - 4.999.999€, l’1,1% nella fascia 5.000.000 - 9.999.999€, l’1% nella fascia 10.000.000 - 49.999.999€ e lo 0,2% nella fascia 50.000.000 - 249.999.999€. Solo lo 0,1% fattura più di 250 milioni di euro, mentre il restante 4,1% fattura meno di 100mila euro.
Nella “top ten” delle aziende del settore delle calzature con il fatturato d’esercizio maggiore troviamo:

 


CHI SIAMO

iCRIBIS è il portale e-commerce di Cribis che offre accesso alla banca dati di informazioni commerciali su imprese italiane ed estere. Ideale per piccole imprese e professionisti, iCRIBIS aiuta a tutelare i crediti e ridurre gli insoluti. Migliaia di piccole aziende e privati lo scelgono quotidianamente per informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, sempre accessibili online.

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