LE IMPRESE CHE PRODUCONO CONDIMENTI E SPEZIE IN ITALIA
Dal 28 agosto al 1 settembre Rieti torna ad essere la capitale mondiale dell’oro rosso. Torna, infatti, nella città laziale la Fiera mondiale campionaria del peperoncino, un appuntamento irrinunciabile per gli amanti del celebre condimento piccante, che quest’anno è arrivata alla 13ma edizione.
In occasione di questa manifestazione proponiamo uno studio riguardante le attività imprenditoriali che rientrano nelle classi ATECO 01.28 (Coltivazione di spezie, piante aromatiche e farmaceutiche) e 10.84 (Produzione di condimenti e spezie).
La distribuzione territoriale della popolazione analizzata
Da un punto di vista territoriale, le oltre 3mila realtà della popolazione analizzata si concentrano in maniera prevalente nella parte centrosettentrionale della Penisola. Infatti, circa il 65,3% delle imprese si trova tra le macroaree del Nord Italia (il 27,3% nel Nord-Ovest e il 19,9% nel Nord-Est) e del Centro (18,1%). Seguono distanziate di una manciata di punti percentuali il Sud con il 17,6% e le Isole con il 17,1%. La Lombardia invece è la regione con la più alta concentrazione di realtà che coltivano spezie e piante aromatiche e farmaceutiche. Infatti, su un totale di circa 2600 imprese attive, il 9,5% si trova in territorio lombardo, completano il podio Liguria (9,3%) e Sardegna (9%). La regione con la più alta concentrazione di produttori di condimenti e spezie, invece, è l’Emilia-Romagna (32,4%), seguita da Liguria (8,8%), Lombardia (8,5%) e Sicilia (7,5%).
Il tessuto imprenditoriale del settore
Le realtà del settore si dimostrano in salute dal punto di vista occupazionale: a dicembre 2023, infatti, si contano circa 5mila dipendenti, in netto aumento rispetto al 2022 (+8,2%) e al 2021 (+14%). Nello specifico le imprese del primario impiegano in media circa 2,2 unità, la media sale a 10,4 unità per le realtà del manifatturiero.
Il settore, dal punto di vista della forma legale, si caratterizza per una presenza massiccia di imprese individuali (69,5%), seguono in sostanziale equilibrio le società di capitali (15%) e quelle di persone (15%), infine troviamo le altre forme societarie (0,5%). In particolare, tra le società di capitali la forma societaria più gettonata, come spesso accade, è quella della società a responsabilità limitata (13,4%). A livello di attività circa nove imprese su dieci, l’89,2% del totale, sono realtà che coltivano spezie, piante aromatiche e farmaceutiche. Il restante 10,8% sono, invece, aziende che producono condimenti e spezie.
Infine è interessante il dato riguardante le oltre 800 realtà imprenditoriali guidate da donne (il 29,8% del totale della popolazione), nella maggior parte dei casi aziende che coltivano spezie, piante aromatiche e farmaceutiche (93,2%). La percentuale di imprese a guida esclusivamente femminile è il 88,3% del totale, quelle con una partecipazione forte il 7,6% e le realtà con una presenza maggioritaria il 4,1%.
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La distribuzione del rischio delle imprese che coltivano e producono spezie
La popolazione del settore delle spezie si caratterizza per un’affidabilità economico commerciale piuttosto buona (per il calcolo dell’indice sono utilizzate numerose variabili, tra cui informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale, esperienze di pagamento, presenza di informazioni negative). Tra le realtà imprenditoriali analizzate di cui è disponibile il dato, infatti, il 12,3% ha un indice di rischio minimo e il 50,7% ha uno score più basso della media. Le imprese con una rischiosità massima sono invece il 6,1%, mentre quelle con un rischio più alto della media sono il 30,9% del totale della popolazione.
Le imprese del settore agricolo che producono spezie ed erbe, in particolare fanno registrare una migliore affidabilità rispetto a quelle che producono condimenti e spezie. Infatti, la percentuale di realtà con un rischio più basso della media è del 54,7% (contro il 18,2% del manifatturiero), mentre quelle col rischio minimo è del 15,7% (contro il 15,7% fatto registrare dalle aziende manifatturiere).
La propensione all’export e all’innovazione
Nel 2022, Il nostro Paese ha esportato circa 16 milioni di euro in spezie, diventando così il 28esimo maggiore esportatore al mondo. Nonostante questo dato il grado di internazionalizzazione del settore delle spezie non è particolarmente soddisfacente: solo il 2,3% della popolazione, infatti, fa registrare uno score alto, l’1,7% ha uno score sopra la media, il 2,4% ha un punteggio nella media. Al contrario la stragrande maggioranza delle imprese fa registrare uno score sotto la media (76,3%) e un punteggio basso (8,5%).
Deludente anche il livello d’innovazione fatto registrare dalle realtà italiane del settore: il 51,8% del totale aziendale ottiene un punteggio di innovazione basso, il 23,3% un punteggio al di sotto della media, il 6,6% uno score medio, il 7,6% uno sopra la media e lo 0,9% fa registrare una propensione all’innovazione alta.
Il fatturato stimato delle realtà che coltivano e producono spezie
Le realtà della popolazione analizzata senza obbligo di bilancio, costituite da almeno un anno e che presentano il codice ATECO si attestano per l’1,1% nella fascia di fatturato inferiore a 50.000 €, per il 36,8% nella fascia 50.000 - 99.99 €, per il 30% nella fascia 100.000 - 499.99 €, per lo 0,4% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per lo 0,5% nella fascia nella fascia 1.000.000 - 4.999.99 €, per lo 0,2% nella fascia 5.000.000 - 9.999.999 € e per lo 0,1% nella fascia di fatturato stimato superiore a 10.000.000 €.
ILa distribuzione della popolazione in base al fatturato
Il dato riguardante il fatturato, considerando che i dati relativi al bilancio sono disponibili per l’11,9% delle realtà del settore, il 33,5%, restituisce la fotografia di un comparto in crescita: il fatturato del 2022 è pari a 1,4 miliardi di euro, +7,7% rispetto al 2021 e +16,7% rispetto al 2020.
Nello specifico si può apprezzare che le imprese si attestano per il 3,4% nella fascia di fatturato inferiore ai 10.000 €, per l’1,5% nella fascia 10.000 - 49.999 €, per lo 0,7% nella fascia 50.000 – 99.999 €, per l’1,9% nella fascia 100.000 - 499.999 €, per lo 0,9% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per il 2% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999 €, per lo 0,7% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999 €, per lo 0,6% nella fascia 10.000.000 – 49.999.999 €, e per lo 0,2% nella fascia di fatturato superiore o uguale a 50.000.000 €.
Nella “top ten” delle realtà imprenditoriali del mercato con il fatturato maggiore troviamo:
- ABOCA SPA SOCIETA' AGRICOLA
- FORMEC BIFFI SPA
- ACETUM SPA SOCIETA BENEFIT
- PONTI SPA
- CLAS SPA
- DROGHERIA E ALIMENTARI SPA
- FRATELLI PAGANI SPA
- ACETIFICI ITALIANI MODENA SRL
- RIGHETTI ALIMENTARE SRL
- ACETIFICIO CARANDINI EMILIO SPA
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