I NUMERI DEL SETTORE DEL VINO E DEGLI ALCOLICI MADE IN ITALY


Come di consueto presso Veronafiere, torna Vinitaly il salone internazionale del vino e dei distillati, che da oltre cinquant'anni anni coinvolge produttori, buyer, tecnici e stakeholder provenienti da tutto il mondo.In questo nuovo articolo dell’osservatorio imprese iCRIBIS ci concentreremo sulle realtà imprenditoriali con i codici ATECO 11.01 (distillazione, rettifica e miscelatura degli alcolici), 11.02 (produzione di vini da uve), 11.03 (produzione di sidro e di altri vini a base di frutta), 20.14.01 (fabbricazione di alcool da materiali fermentati) e 46.34.10 (commercio all'ingrosso di bevande alcoliche).

infografica

La distribuzione geografica in Italia del settore vitivinicolo e degli alcolici

A livello territoriale le imprese della popolazione analizzata si concentrano per circa il 46,9% nel Nord-Italia, per il 25,3% al Sud, per il 16,3% al Centro e per il restante 11,5% nelle Isole. Nello specifico le oltre 7500 realtà del settore si trovano per oltre un terzo, il 34%, tra Lombardia (12,8%), Veneto (11,2%) e Piemonte (10%). Completano le prime dieci posizioni della classifica regionale Campania (9,5%), Sicilia (8,6%), Puglia (8,4%), Toscana (6,6%), Lazio (6,3%), Emilia-Romagna (5,3%) e Abruzzo (3,6%). A livello provinciale, invece, Milano con il 4,9% è la prima provincia italiana per numero di imprese che producono vino e alcolici. Seguono Roma (4,8%), Napoli (4,6%), Treviso (3,8%), Cuneo (3,2%), Verona (3%), Torino (2,6%), Trapani (2,4%), Foggia (2,2%), Brescia (2,1%) e Firenze (2,1%).

Le caratteristiche delle imprese del settore del vino e degli alcolici

dipendenti

Se si osserva il settore dal punto di vista merceologico, è possibile notare come oltre tre imprese su cinque commerciano all’ingrosso bevande alcoliche (65,3%). Tra le imprese del manifatturiero, invece, è degna di nota la percentuale delle imprese produttrici di vini da tavola e vini di qualità prodotti in determinate regioni (17,4%), delle imprese dedite alla distillazione, rettifica e miscela degli alcolici, dei produttori di vino da uve (4,9%) e dei produttori di vino spumante e altri vini speciali (2,1%). Il settore negli ultimi anni ha visto crescere il numero degli occupati: a dicembre 2023, infatti, i dipendenti erano poco meno di 30mila (+5,8% rispetto al 2022 e +8,8% rispetto al 2021). Nello specifico circa due imprese su quattro impiegano meno di due persone (il 53,6%), mentre il numero medio di dipendenti si aggira intorno alle 3,8 unità. Sotto il profilo organizzativo, invece, circa il 60,1% della popolazione per far fronte al mercato ha scelto la forma societaria di capitali. Il 24,5% sono imprese individuali, il 14,9% sono società di persone, mentre il restante 0,5% ha optato per altre forme societarie.

L’export e la propensione all’innovazione delle imprese del settore

export

Nonostante le incertezze geopolitiche e la riduzione della capacità di spesa dei consumatori, il nostro Paese rimane uno dei più grandi esportatori a livello mondiale di vino e alcolici. Le imprese della popolazione analizzata, infatti, si contraddistinguono, per uno score d’internazionalizzazione piuttosto buono: l’8,2% ha uno score alto, il 13,3% ha un punteggio sopra la media e il 17,3% uno score medio. Nonostante negli ultimi anni il canale online abbia acquisito un peso sempre maggiore per il commercio di vino e alcolici made in Italy, le imprese italiane del settore denotano una digital attitude piuttosto bassa. Infatti, il 51,7% ha uno score di digitalizzazione basso, il 7,8% uno punteggio sotto la media, il 13% nella media, l’11,6% sopra la media e solo il 10,6% un'attitudine al digitale alta.

L’affidabilità economico commerciale del settore vitivinicolo e degli alcolici made in Italy

La popolazione analizzata si distingue per un’affidabilità economico commerciale bassa (per il calcolo dell’indice sono utilizzate numerose variabili, tra cui informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale, esperienze di pagamento, presenza di informazioni negative). Tra le imprese del settore enologico e degli alcolici di cui è disponibile il dato, infatti, l’8,1% ha un indice di rischio minimo e il 17,3% ha uno score più basso della media. Le imprese con una rischiosità massima sono invece il 17,6%, mentre quelle con un rischio più alto della media sono il 56,8% del totale della popolazione.

Il fatturato stimato delle imprese del settore

Le realtà della popolazione analizzata senza obbligo di bilancio, costituite da un anno o più e in possesso del codice ATECO si attestano per l’1,1% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 29,3% nella fascia 100.000 - 499.99€, per il 3,4% nella fascia 500.000 - 999.999€, per il 2,2% nella fascia 1.000.000 - 4.999.999 € e per lo 0,1% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999 €.

Il fatturato del settore italiano del vino e degli alcolici

fatturato

Il dato riguardante il fatturato, considerando che i dati sono disponibili per il 47%, della popolazione, restituisce l'istantanea di un settore in forte crescita: il fatturato del 2022 è pari a 18 miliardi di euro, in crescita +12,5% rispetto al 2021 e +38,5% rispetto al 2020. Nello specifico le aziende, si attestano, per il 6,3% nella fascia inferiore ai 10.000 €, per il 5,1% nella fascia 10.000 – 49.999 €, per il 3,3% nella fascia 50.000 – 99.999 €, per il 9,8% nella fascia 100.000 - 499.999 €, per il 4,9% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per il 9,7% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999 €, per il 3,3% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999 € e per il 3,6% nella fascia 10.000.000 - 49.999.999 €, per lo 0,9% nella fascia 50.000.000 - 249.999.999 € e per il restante 0,1% nella fascia di fatturato superiore a 250.000.000 €.

Nelle prime dieci posizioni della classifica delle aziende del settore del vino e degli alcolici con il fatturato più alto troviamo:

 


CHI SIAMO?

iCRIBIS, è il canale e-commerce di Cribis D&B per accedere alla banca dati di Informazioni Commerciali sulle imprese. iCRIBIS soddisfa le esigenze di piccole imprese e professionisti, che hanno la necessità di tutelare i propri crediti e di ridurre gli insoluti. E' la scelta quotidiana di migliaia di piccole aziende e privati che, in modo semplice e conveniente, riescono a informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, accessibili in qualsiasi momento direttamente online.

I NUMERI DEL SETTORE DEL VINO E DEGLI ALCOLICI MADE IN ITALY


Come di consueto presso Veronafiere, torna Vinitaly il salone internazionale del vino e dei distillati, che da oltre cinquant'anni anni coinvolge produttori, buyer, tecnici e stakeholder provenienti da tutto il mondo.In questo nuovo articolo dell’osservatorio imprese iCRIBIS ci concentreremo sulle realtà imprenditoriali con i codici ATECO 11.01 (distillazione, rettifica e miscelatura degli alcolici), 11.02 (produzione di vini da uve), 11.03 (produzione di sidro e di altri vini a base di frutta), 20.14.01 (fabbricazione di alcool da materiali fermentati) e 46.34.10 (commercio all'ingrosso di bevande alcoliche).

infografica

La distribuzione geografica in Italia del settore vitivinicolo e degli alcolici

A livello territoriale le imprese della popolazione analizzata si concentrano per circa il 46,9% nel Nord-Italia, per il 25,3% al Sud, per il 16,3% al Centro e per il restante 11,5% nelle Isole. Nello specifico le oltre 7500 realtà del settore si trovano per oltre un terzo, il 34%, tra Lombardia (12,8%), Veneto (11,2%) e Piemonte (10%). Completano le prime dieci posizioni della classifica regionale Campania (9,5%), Sicilia (8,6%), Puglia (8,4%), Toscana (6,6%), Lazio (6,3%), Emilia-Romagna (5,3%) e Abruzzo (3,6%). A livello provinciale, invece, Milano con il 4,9% è la prima provincia italiana per numero di imprese che producono vino e alcolici. Seguono Roma (4,8%), Napoli (4,6%), Treviso (3,8%), Cuneo (3,2%), Verona (3%), Torino (2,6%), Trapani (2,4%), Foggia (2,2%), Brescia (2,1%) e Firenze (2,1%).

Le caratteristiche delle imprese del settore del vino e degli alcolici

dipendenti

Se si osserva il settore dal punto di vista merceologico, è possibile notare come oltre tre imprese su cinque commerciano all’ingrosso bevande alcoliche (65,3%). Tra le imprese del manifatturiero, invece, è degna di nota la percentuale delle imprese produttrici di vini da tavola e vini di qualità prodotti in determinate regioni (17,4%), delle imprese dedite alla distillazione, rettifica e miscela degli alcolici, dei produttori di vino da uve (4,9%) e dei produttori di vino spumante e altri vini speciali (2,1%). Il settore negli ultimi anni ha visto crescere il numero degli occupati: a dicembre 2023, infatti, i dipendenti erano poco meno di 30mila (+5,8% rispetto al 2022 e +8,8% rispetto al 2021). Nello specifico circa due imprese su quattro impiegano meno di due persone (il 53,6%), mentre il numero medio di dipendenti si aggira intorno alle 3,8 unità. Sotto il profilo organizzativo, invece, circa il 60,1% della popolazione per far fronte al mercato ha scelto la forma societaria di capitali. Il 24,5% sono imprese individuali, il 14,9% sono società di persone, mentre il restante 0,5% ha optato per altre forme societarie.

L’export e la propensione all’innovazione delle imprese del settore

export

Nonostante le incertezze geopolitiche e la riduzione della capacità di spesa dei consumatori, il nostro Paese rimane uno dei più grandi esportatori a livello mondiale di vino e alcolici. Le imprese della popolazione analizzata, infatti, si contraddistinguono, per uno score d’internazionalizzazione piuttosto buono: l’8,2% ha uno score alto, il 13,3% ha un punteggio sopra la media e il 17,3% uno score medio. Nonostante negli ultimi anni il canale online abbia acquisito un peso sempre maggiore per il commercio di vino e alcolici made in Italy, le imprese italiane del settore denotano una digital attitude piuttosto bassa. Infatti, il 51,7% ha uno score di digitalizzazione basso, il 7,8% uno punteggio sotto la media, il 13% nella media, l’11,6% sopra la media e solo il 10,6% un'attitudine al digitale alta.

L’affidabilità economico commerciale del settore vitivinicolo e degli alcolici made in Italy

La popolazione analizzata si distingue per un’affidabilità economico commerciale bassa (per il calcolo dell’indice sono utilizzate numerose variabili, tra cui informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale, esperienze di pagamento, presenza di informazioni negative). Tra le imprese del settore enologico e degli alcolici di cui è disponibile il dato, infatti, l’8,1% ha un indice di rischio minimo e il 17,3% ha uno score più basso della media. Le imprese con una rischiosità massima sono invece il 17,6%, mentre quelle con un rischio più alto della media sono il 56,8% del totale della popolazione.

Il fatturato stimato delle imprese del settore

Le realtà della popolazione analizzata senza obbligo di bilancio, costituite da un anno o più e in possesso del codice ATECO si attestano per l’1,1% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 29,3% nella fascia 100.000 - 499.99€, per il 3,4% nella fascia 500.000 - 999.999€, per il 2,2% nella fascia 1.000.000 - 4.999.999 € e per lo 0,1% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999 €.

Il fatturato del settore italiano del vino e degli alcolici

fatturato

Il dato riguardante il fatturato, considerando che i dati sono disponibili per il 47%, della popolazione, restituisce l'istantanea di un settore in forte crescita: il fatturato del 2022 è pari a 18 miliardi di euro, in crescita +12,5% rispetto al 2021 e +38,5% rispetto al 2020. Nello specifico le aziende, si attestano, per il 6,3% nella fascia inferiore ai 10.000 €, per il 5,1% nella fascia 10.000 – 49.999 €, per il 3,3% nella fascia 50.000 – 99.999 €, per il 9,8% nella fascia 100.000 - 499.999 €, per il 4,9% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per il 9,7% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999 €, per il 3,3% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999 € e per il 3,6% nella fascia 10.000.000 - 49.999.999 €, per lo 0,9% nella fascia 50.000.000 - 249.999.999 € e per il restante 0,1% nella fascia di fatturato superiore a 250.000.000 €.

Nelle prime dieci posizioni della classifica delle aziende del settore del vino e degli alcolici con il fatturato più alto troviamo:

 


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iCRIBIS, è il canale e-commerce di Cribis D&B per accedere alla banca dati di Informazioni Commerciali sulle imprese. iCRIBIS soddisfa le esigenze di piccole imprese e professionisti, che hanno la necessità di tutelare i propri crediti e di ridurre gli insoluti. E' la scelta quotidiana di migliaia di piccole aziende e privati che, in modo semplice e conveniente, riescono a informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, accessibili in qualsiasi momento direttamente online.

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