HOSPITALITY: I NUMERI DEL SETTORE ALBERGHIERO IN ITALIA


Il nostro Paese può contare su oltre 64mila attività di alloggio, costituendo il più grande mercato in termini di offerta turistico ricettiva in Europa. Ma quali sono i numeri e i trend in atto in questo importantissimo settore? Lo studio di questo mese dell’osservatorio imprese iCRIBIS si concentra proprio sulle realtà imprenditoriali che appartengono alla divisione 55 della classificazione delle attività economiche ATECO, ovvero quella delle attività di alloggio come gli alberghi e le strutture con funzioni simili.

hospitality

La distribuzione territoriale del settore alberghiero in Italia

In Italia sono presenti oltre 64mila attività di alloggio (affittacamere, hotel, alberghi, villaggi turistici, resort, etc.), che si distribuiscono per il 26,9% nel Nord-Est, per il 23,8% nel Sud Italia, per il 22,8% al Centro, per il 16,4% nel Nord-Ovest e per il restante 10,1% nelle Isole.
Il Trentino-Alto Adige è la regione con la più alta densità di strutture (il 10,7% del totale). Completano le prime dieci posizioni della classifica la Campania (10,2%), il Lazio (9,9%), la Toscana (9,2%), la Lombardia (8,1%), l’Emilia-Romagna (7,6%), la Puglia (7,5%), il Veneto (7,1%), la Sicilia (6,8%) e la Liguria (3,7%). A livello provinciale, come è facile prevedere, si ha una concentrazione più alta nelle province dove sono presenti le principali città d’arte: Roma (8,4%), Napoli (5,9%), Venezia (2,6%), Firenze (2,5%) e Verona (2%).

La distribuzione del settore alberghiero secondo il codice Ateco

hospitality

La popolazione del settore alberghiero è formata per la maggior parte da affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast e residence (51,4%). Altra importante fetta di mercato è quella degli alberghi e delle strutture con funzioni simili come i resort, i motel, gli aparthotel e le pensioni (40,5%).
Notevolmente minore, al contrario, la percentuale delle aree di campeggio e di quelle per camper e roulotte (3%), la quota dei rifugi di montagna (1,4%), quella dei villaggi turistici (1,1%) e delle attività di alloggio connesse alle aziende agricole (0,8%).

Il tessuto imprenditoriale del settore alberghiero italiano

hospitality

Sotto il profilo occupazionale il settore negli ultimi tre anni ha visto crescere il numero degli occupati: a dicembre 2022 si contavano quasi 170mila addetti (+13,6% rispetto al 2021 e +54,2% rispetto al 2020). Nello specifico circa un'attività di alloggio su due, il 51,1%, impiega fino a due dipendenti, mentre il numero medio si aggira intorno alle 2,6 unità.
Il settore alberghiero, dal punto di vista della forma legale adottata, si caratterizza per una presenza considerevole di imprese individuali (40,5%) e di società di capitali (38,6%). In particolare, circa un terzo delle attività ricettive sono società a responsabilità limitata (33,1%). Seguono le società di persone con il 19,9% e le altre forme societarie con l’1%.

 

La digital attitude e la propensione all’innovazione del settore alberghiero

In un contesto imprenditoriale dove sempre più la parola d’ordine è disintermediazione turistica, ovvero l’incremento delle azioni di vendita online che hanno l’obiettivo di incrementare le prenotazioni dirette bypassando le OTA, le imprese ricettive in Italia si segnalano per una scarsa dimestichezza con il canale digitale.

hospitality

Poco più di due imprese su cinque, il 43,7%, fanno registrare una digital attitude bassa. Al contrario, sono minori i casi di strutture ricettive con un punteggio alto (8,6%) o sopra la media (12,7%), ossia le realtà imprenditoriali che mostrano una buona affinità con le tecnologie TIC, una propensione all'adozione di processi digitali e una maggiore reattività alle campagne di webmarketing.Inoltre, le imprese del settore alberghiero si contraddistinguono anche per un basso livello di innovazione. Infatti, una struttura su tre, il 33,3%, fa registrare un punteggio basso, il 16,7% uno al di sotto della media, il 20,2% uno score medio, il 10,6% uno sopra la media e solo l’1 fa registrare una propensione all’innovazione alta.

La distribuzione del rischio nel settore alberghiero

Il settore si caratterizza per un’affidabilità economica commerciale nella media, in particolare se rapportata a quella del settore turistico in generale. Tra le imprese di cui è disponibile il dato, infatti, il 7,9% ha un indice di rischio minimo, il 39,1% ha uno score più basso della media, il 40,3% ha una rischiosità più alta della media e il 7,9% fa registrare uno score di rischiosità massimo.

La distribuzione del settore secondo il fatturato

Il dato riguardante il fatturato del settore è in aumento del +51,6% rispetto al 2020 e a fine 2021 ha toccato quota 13 milioni di euro. Le imprese di cui si conosce il fatturato, il 33% del totale, si attestano in prevalenza nelle fasce medio-basse: il 4,4% nella fascia inferiore ai 10.000 €, il 3,4% nella fascia 10.000 – 49.999 €, il 3,2% nella fascia 50.000 – 99.999 € e il 10,4% nella fascia 100.000 – 499.999 €. Sono poche, invece, le realtà del settore che dichiarano un fatturato tra i 500.000 – 999.999 € (4,5%), tra 1.000.000 – 4.999.999 € (5,9%), tra 5.000.000 – 9.999.999 € (0,7%) o superiore ai 10.000.000 € (0,5%).

Il fatturato stimato delle strutture ricettive

Per quanto riguarda il fatturato stimato, le imprese alberghiere senza obbligo di bilancio costituite da almeno un anno e con codice Ateco (55,2%) si attestano per l’1,9% nella fascia inferiore ai 50.000 €, per il 16,2% nella fascia 50.000 – 99.999 €, per il 30% nella fascia 100.000 - 499.99 €, per il 4,8% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per l’1,8% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999 € e per lo 0,6% nella fascia superiore ai 5.000.000 €.

Nelle prime dieci posizioni della classifica delle imprese del settore alberghiero con il fatturato maggiore troviamo:


CHI SIAMO?

iCRIBIS, è il canale e-commerce di Cribis D&B per accedere alla banca dati di Informazioni Commerciali sulle imprese. iCRIBIS soddisfa le esigenze di piccole imprese e professionisti, che hanno la necessità di tutelare i propri crediti e di ridurre gli insoluti. E' la scelta quotidiana di migliaia di piccole aziende e privati che, in modo semplice e conveniente, riescono a informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, accessibili in qualsiasi momento direttamente online.

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Il nostro Paese può contare su oltre 64mila attività di alloggio, costituendo il più grande mercato in termini di offerta turistico ricettiva in Europa. Ma quali sono i numeri e i trend in atto in questo importantissimo settore? Lo studio di questo mese dell’osservatorio imprese iCRIBIS si concentra proprio sulle realtà imprenditoriali che appartengono alla divisione 55 della classificazione delle attività economiche ATECO, ovvero quella delle attività di alloggio come gli alberghi e le strutture con funzioni simili.

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La distribuzione territoriale del settore alberghiero in Italia

In Italia sono presenti oltre 64mila attività di alloggio (affittacamere, hotel, alberghi, villaggi turistici, resort, etc.), che si distribuiscono per il 26,9% nel Nord-Est, per il 23,8% nel Sud Italia, per il 22,8% al Centro, per il 16,4% nel Nord-Ovest e per il restante 10,1% nelle Isole.
Il Trentino-Alto Adige è la regione con la più alta densità di strutture (il 10,7% del totale). Completano le prime dieci posizioni della classifica la Campania (10,2%), il Lazio (9,9%), la Toscana (9,2%), la Lombardia (8,1%), l’Emilia-Romagna (7,6%), la Puglia (7,5%), il Veneto (7,1%), la Sicilia (6,8%) e la Liguria (3,7%). A livello provinciale, come è facile prevedere, si ha una concentrazione più alta nelle province dove sono presenti le principali città d’arte: Roma (8,4%), Napoli (5,9%), Venezia (2,6%), Firenze (2,5%) e Verona (2%).

La distribuzione del settore alberghiero secondo il codice Ateco

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La popolazione del settore alberghiero è formata per la maggior parte da affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast e residence (51,4%). Altra importante fetta di mercato è quella degli alberghi e delle strutture con funzioni simili come i resort, i motel, gli aparthotel e le pensioni (40,5%).
Notevolmente minore, al contrario, la percentuale delle aree di campeggio e di quelle per camper e roulotte (3%), la quota dei rifugi di montagna (1,4%), quella dei villaggi turistici (1,1%) e delle attività di alloggio connesse alle aziende agricole (0,8%).

Il tessuto imprenditoriale del settore alberghiero italiano

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Sotto il profilo occupazionale il settore negli ultimi tre anni ha visto crescere il numero degli occupati: a dicembre 2022 si contavano quasi 170mila addetti (+13,6% rispetto al 2021 e +54,2% rispetto al 2020). Nello specifico circa un'attività di alloggio su due, il 51,1%, impiega fino a due dipendenti, mentre il numero medio si aggira intorno alle 2,6 unità.
Il settore alberghiero, dal punto di vista della forma legale adottata, si caratterizza per una presenza considerevole di imprese individuali (40,5%) e di società di capitali (38,6%). In particolare, circa un terzo delle attività ricettive sono società a responsabilità limitata (33,1%). Seguono le società di persone con il 19,9% e le altre forme societarie con l’1%.

 

La digital attitude e la propensione all’innovazione del settore alberghiero

In un contesto imprenditoriale dove sempre più la parola d’ordine è disintermediazione turistica, ovvero l’incremento delle azioni di vendita online che hanno l’obiettivo di incrementare le prenotazioni dirette bypassando le OTA, le imprese ricettive in Italia si segnalano per una scarsa dimestichezza con il canale digitale.

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Poco più di due imprese su cinque, il 43,7%, fanno registrare una digital attitude bassa. Al contrario, sono minori i casi di strutture ricettive con un punteggio alto (8,6%) o sopra la media (12,7%), ossia le realtà imprenditoriali che mostrano una buona affinità con le tecnologie TIC, una propensione all'adozione di processi digitali e una maggiore reattività alle campagne di webmarketing.Inoltre, le imprese del settore alberghiero si contraddistinguono anche per un basso livello di innovazione. Infatti, una struttura su tre, il 33,3%, fa registrare un punteggio basso, il 16,7% uno al di sotto della media, il 20,2% uno score medio, il 10,6% uno sopra la media e solo l’1 fa registrare una propensione all’innovazione alta.

La distribuzione del rischio nel settore alberghiero

Il settore si caratterizza per un’affidabilità economica commerciale nella media, in particolare se rapportata a quella del settore turistico in generale. Tra le imprese di cui è disponibile il dato, infatti, il 7,9% ha un indice di rischio minimo, il 39,1% ha uno score più basso della media, il 40,3% ha una rischiosità più alta della media e il 7,9% fa registrare uno score di rischiosità massimo.

La distribuzione del settore secondo il fatturato

Il dato riguardante il fatturato del settore è in aumento del +51,6% rispetto al 2020 e a fine 2021 ha toccato quota 13 milioni di euro. Le imprese di cui si conosce il fatturato, il 33% del totale, si attestano in prevalenza nelle fasce medio-basse: il 4,4% nella fascia inferiore ai 10.000 €, il 3,4% nella fascia 10.000 – 49.999 €, il 3,2% nella fascia 50.000 – 99.999 € e il 10,4% nella fascia 100.000 – 499.999 €. Sono poche, invece, le realtà del settore che dichiarano un fatturato tra i 500.000 – 999.999 € (4,5%), tra 1.000.000 – 4.999.999 € (5,9%), tra 5.000.000 – 9.999.999 € (0,7%) o superiore ai 10.000.000 € (0,5%).

Il fatturato stimato delle strutture ricettive

Per quanto riguarda il fatturato stimato, le imprese alberghiere senza obbligo di bilancio costituite da almeno un anno e con codice Ateco (55,2%) si attestano per l’1,9% nella fascia inferiore ai 50.000 €, per il 16,2% nella fascia 50.000 – 99.999 €, per il 30% nella fascia 100.000 - 499.99 €, per il 4,8% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per l’1,8% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999 € e per lo 0,6% nella fascia superiore ai 5.000.000 €.

Nelle prime dieci posizioni della classifica delle imprese del settore alberghiero con il fatturato maggiore troviamo:


CHI SIAMO?

iCRIBIS, è il canale e-commerce di Cribis D&B per accedere alla banca dati di Informazioni Commerciali sulle imprese. iCRIBIS soddisfa le esigenze di piccole imprese e professionisti, che hanno la necessità di tutelare i propri crediti e di ridurre gli insoluti. E' la scelta quotidiana di migliaia di piccole aziende e privati che, in modo semplice e conveniente, riescono a informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, accessibili in qualsiasi momento direttamente online.

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