I TREND ED I NUMERI DEI PRODUTTORI DI PC IN ITALIA
Il primo trimestre di quest’anno vede continuare il calo delle vendite di pc e tablet in Europa. Infatti, se il 2022 si era chiuso con un contrazione delle vendite del 30%, il 2023, almeno in questi primi mesi, sembra confermare questo trend negativo. Una diminuzione dovuta in buona parte ad una contrazione della domanda.
Dopo il boom di vendite di nuovi device fatto registrare durante la pandemia globale, la richiesta di pc e tablet si è significativamente ridotta. Più recentemente, poi, sono sopraggiunte le ben note difficoltà della supply chain, con i produttori di componenti e chip che hanno faticato a star dietro agli ordini degli original equipment manufacturer.
Per questo motivo, in questo nuovo studio dell’osservatorio iCRIBIS, proponiamo un’analisi delle realtà imprenditoriali che producono computer e unità periferiche in Italia. Nello specifico ci occuperemo delle aziende che rientrano nella classe 26.20 della classificazione Ateco.
La distribuzione territoriale delle imprese che fabbricano pc in Italia
La distribuzione territoriale della popolazione dell’industria italiana del computer si concentra per poco meno della metà, il 49,4%, nel Nord Italia (il 29,4% nel Nord-Ovest e per il 20% nel Nord-Est). Il restante 50,6%, invece, si trova tra il Centro (19,8%), il Sud Italia (il 18,4%) e le Isole (12,4%). La distribuzione a livello regionale vede come prima realtà la Lombardia, che ospita sul proprio territorio il 18,6% delle aziende del comparto. Completano il ranking il Lazio (10,1%), il Veneto (8,3%), il Piemonte (8,2%), l’Emilia-Romagna (7,6%), la Sicilia (7,1%), la Campania (6,5%), la Sardegna (5,3%), la Toscana (4,6%), la Puglia (4,4%), le Marche (3,5%), l’Abruzzo (3,2%), la Calabria (2,9%), il Friuli-Venezia Giulia (2,5%), la Liguria (2,3%), il Trentino-Alto Adige (1,6%), l’Umbria (1,6%), la Basilicata (0,8%), il Molise (0,6%) e la Valle d’Aosta (0,3%).
La distribuzione del rischio economico commerciale
Dal punto di vista del rischio il comparto analizzato è sostanzialmente in linea la divisione di appartenenza (Ateco 26). Infatti, tra le imprese di cui è disponibile l’indice di affidabilità economico commerciale (il 95,5% del totale), il 16,4% fa registrare un rischio minimo, il 33,5% un rischio più basso della media, il 29,1% un rischio più alto della media e il restante 16,5% un rischio massimo.
Se si interseca la distribuzione del rischio con quella territoriale emerge come le aziende col rischio maggiore siano concentrate maggiormente tra il Sud (26,5%) e l’Italia Nord occidentale (29,5%). Minore la presenza al Centro (21,5%), nel Nord-Est (8,7%) e nelle Isole (13,8%). Al contrario le realtà più “virtuose”, ovvero quelle con un rischio minimo, sono localizzate per circa il 66,4% nelle regioni dell’Italia settentrionale.
Le caratteristiche del tessuto imprenditoriale del pc made in Italy
Il tessuto imprenditoriale del settore è formato in buona parte da società di capitali (55,8%). Seguono le imprese individuali (29,1%) e le società di persone (15,1%). La dimensione aziendale prevalente, invece, è quella della microimpresa (38%), ovvero con meno di dieci dipendenti e con un fatturato annuo inferiore a due milioni di euro.
Sotto il profilo occupazionale il settore fa registrare un trend positivo. Infatti, a dicembre 2022 erano presenti circa 8mila dipendenti, in lieve crescita rispetto al dato fatto registrare nel 2021 (+1,5%) e a quello del 2020 (+5,2%). In generale le imprese del settore hanno in media circa 5,4 dipendenti.
Infine è da sottolineare una buona propensione delle realtà del settore a lavorare con l’estero e ad essere attive sui mercati internazionali. Infatti, il 23,6% delle imprese produttrici di pc e unità periferiche in Italia fa registrare uno score d’internazionalizzazione alto, il 26,5% uno sopra la media, il 23,5% uno score medio, il 22,6% uno sotto la media e solo l’1,6% un punteggio basso.
Il fatturato stimato delle aziende produttrici di personal computer
Le imprese senza obbligo di bilancio costituite da almeno un anno si attestano nelle seguenti fasce di fatturato stimato: il 10,6% nella fascia 50.000 - 99.99€, il 31,3% in quella 100.000 - 499.99€ e solo lo 0,3% nella fascia superiore ai 500.000 €.
Il fatturato del comparto della fabbricazione di pc e unità periferiche
Il comparto della fabbricazione di pc e unità periferiche in Italia negli ultimi anni ha visto crescere il proprio fatturato. Infatti, a parte un lieve calo fatto registrare nel 2020 (-3% rispetto all’anno precedente), nel 2021 il settore ha toccato la cifra di 2,5 miliardi di euro (+25% rispetto al 2019) con un valore medio dichiarato che si aggira intorno a 1,6 milioni di euro.
Le realtà imprenditoriali si attestano nelle seguenti fasce di fatturato:
il 10,9% si attesta nella fascia inferiore ai 50.000 €, il 3,6% in quella tra 50.000 – 99.999 €, il 14,5% tra 100.000 - 499.999 €, il 5,2% nella fascia 500.000 - 999.999 €, il 10,5% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999 €, il 2,3% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999 €, l’1,8% nella fascia 10.000.000 – 49.999.999 € e il restante 0,4% nella fascia superiore o uguale a 50.000.000 €.
Nelle prime dieci posizioni della classifica delle aziende produttrici di pc e periferiche con il fatturato di esercizio più alto troviamo:
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