IL SETTORE DELLE IMPRESE EDILI IN ITALIA


Tra aumento delle materie prime, costo dell’energia, superbonus e PNRR, qual è lo stato di salute delle imprese edili in Italia? In questo nuovo studio dell’osservatorio iCRIBIS proveremo a dare uno sguardo ai trend e alla situazione del settore italiano delle costruzioni, comparto che sta vivendo una fase di assestamento, dopo la crescita degli ultimi anni, resa possibile in buona parte grazie agli incentivi statali e allo sblocco dei cantieri.
In particolare in questo nuovo articolo ci concentreremo sulle realtà imprenditoriali appartenenti alla sezione F (Costruzioni), nello specifico quelle delle divisioni 41, 42 e 43 della Classificazione delle attività economiche Ateco 2007.

imprese-edili

La distribuzione territoriale delle imprese edili in Italia

In Italia sono presenti circa 780mila imprese del settore costruzioni, il 65,3% impegnate in lavori di costruzione specializzati, il 33,1% nella costruzione di edifici e l’1,6% in opere di ingegneria civile. Dal punto di vista geografico la popolazione del settore edile si concentra per il 29% nel Nord-Ovest, per il 20,6% nel Meridione, per il 20,9% nell'Italia centrale, per il 20,4% nel Nord-Est e per il restante 9,1% nelle Isole. Le prime dieci regioni con il maggior numero di realtà imprenditoriali del settore sono: la Lombardia (17,2%), il Lazio (10,1%), la Campania (8,8%), l’Emilia-Romagna (8,6%), il Veneto (8,1%), il Piemonte (8%), la Toscana (6,9%), la Sicilia (6,3%), la Puglia (5,5%) e la Liguria (3,5%).
A livello locale, invece, Roma è la prima provincia con il 7,4% delle aziende del settore. Completano la “top ten” Milano (5,6%), Torino (4,2%), Napoli (4,2%), Bergamo (2,2%), Brescia (2,2%), Caserta (1,9%), Genova (1,8%), Bari e Bologna (entrambe 1,7%).

Il tessuto imprenditoriale del settore dell'edilizia

Il settore edile nazionale è in continuo mutamento ed è caratterizzato per lo più da piccole e piccolissime realtà imprenditoriali, che costituiscono la stragrande maggioranza della popolazione analizzata.

Sotto il profilo occupazionale le realtà del settore edile a fine 2022 contavano circa 854mila dipendenti, dato in crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+6,1%) e a quello del 2020 (+21,3%). Tre stabilimenti su cinque, il 62,9% del totale, impiega meno di due dipendenti, mentre il 10,2% ne impiega più di cinque.
A livello di forma legale, come è facile immaginare, è predominante la ditta individuale. Infatti, il settore è formato per il 57,9% imprese individuali, per il 33,3% da società di capitali e per l’8,6 da società di persone. Tra le società di capitali è da segnalare la percentuale delle società a responsabilità limitata (20,8%), delle società a responsabilità limitata semplificata (7,9%) e di quelle con un unico socio (2%). Le società per azioni, invece, sono solo lo 0,2% delle imprese totali.

La digital attitude e la propensione all’innovazione del settore edile italiano

imprese-edili

Le realtà del settore si caratterizzano per una bassissima dimestichezza con il canale digitale. Infatti, circa otto imprese su dieci, il 76,9%, fanno registrare una digital attitude bassa. Al contrario, sono rari i casi di imprese di costruzioni con un punteggio alto (0,8%), ovvero le realtà che mostrano una buona affinità con le tecnologie TIC, una propensione all'adozione di processi digitali e una maggiore reattività alle campagne di digital marketing.

imprese-edili

Le imprese del settore edile italiano si contraddistinguono anche per un basso grado di innovazione.
Infatti, il 59,3% della popolazione analizzata fa registrare un punteggio basso, il 17,8% uno al di sotto della media, il 4,7% uno score medio, l’1,9% uno sopra la media e solo lo 0,2% fa registrare un’alta propensione all’innovazione.

 

 

La distribuzione del rischio nel settore edile italiano

costruzioni

Il settore notoriamente fa registrare una rischiosità e un’affidabilità economica commerciale piuttosto bassa: tra le imprese edili di cui è disponibile il dato, infatti, il 3,5% ha un indice di rischio minimo, il 14,7% ha uno score più basso della media, il 67% ha una rischiosità più alta della media e l'11,8% fa registrare un rischio massimo.

Il fatturato stimato delle imprese edili

Per quanto riguarda il fatturato stimato, le imprese senza obbligo di bilancio costituite da almeno un anno e che presentano il codice Ateco (il 61,4% del totale) si attestano per l’1% nella fascia inferiore ai 50.000€, per il 26,5% nella fascia 50.000 - 99.99€, per il 32% nella fascia 100.000 - 499.99€, per lo 0,9% nella fascia 500.000 - 999.999€ e per lo 0,2% nella fascia sopra un 1.000.000€.

La distribuzione del settore secondo le classi di fatturato

Il dato riguardante il fatturato delle imprese edili italiane nel 2021 è in aumento del +37,9% rispetto al 2020 e del +31,5% rispetto al 2019. Le imprese di cui si conosce il fatturato, il 22,5% del totale, si attestano in prevalenza nelle fasce di fatturato basso: il 4,3% nella fascia inferiore ai 10.000€, il 2% nella fascia 10.000 – 49.999€, l’1,8% nella fascia 50.000 – 99.999€ e il 6,7% nella fascia 100.000 – 499.999€. Sono poche, invece, le realtà del settore che dichiarano un fatturato tra i 500.000 – 999.999€ (3%), tra 1.000.000 – 4.999.999€ (3,8%) o superiore ai 5.000.000€ (0,9%).

Nelle prime dieci posizioni della classifica delle imprese del settore con il fatturato maggiore troviamo:


CHI SIAMO?

iCRIBIS, è il canale e-commerce di Cribis D&B per accedere alla banca dati di Informazioni Commerciali sulle imprese. iCRIBIS soddisfa le esigenze di piccole imprese e professionisti, che hanno la necessità di tutelare i propri crediti e di ridurre gli insoluti. E' la scelta quotidiana di migliaia di piccole aziende e privati che, in modo semplice e conveniente, riescono a informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, accessibili in qualsiasi momento direttamente online.

IL SETTORE DELLE IMPRESE EDILI IN ITALIA


Tra aumento delle materie prime, costo dell’energia, superbonus e PNRR, qual è lo stato di salute delle imprese edili in Italia? In questo nuovo studio dell’osservatorio iCRIBIS proveremo a dare uno sguardo ai trend e alla situazione del settore italiano delle costruzioni, comparto che sta vivendo una fase di assestamento, dopo la crescita degli ultimi anni, resa possibile in buona parte grazie agli incentivi statali e allo sblocco dei cantieri.
In particolare in questo nuovo articolo ci concentreremo sulle realtà imprenditoriali appartenenti alla sezione F (Costruzioni), nello specifico quelle delle divisioni 41, 42 e 43 della Classificazione delle attività economiche Ateco 2007.

imprese-edili

La distribuzione territoriale delle imprese edili in Italia

In Italia sono presenti circa 780mila imprese del settore costruzioni, il 65,3% impegnate in lavori di costruzione specializzati, il 33,1% nella costruzione di edifici e l’1,6% in opere di ingegneria civile. Dal punto di vista geografico la popolazione del settore edile si concentra per il 29% nel Nord-Ovest, per il 20,6% nel Meridione, per il 20,9% nell'Italia centrale, per il 20,4% nel Nord-Est e per il restante 9,1% nelle Isole. Le prime dieci regioni con il maggior numero di realtà imprenditoriali del settore sono: la Lombardia (17,2%), il Lazio (10,1%), la Campania (8,8%), l’Emilia-Romagna (8,6%), il Veneto (8,1%), il Piemonte (8%), la Toscana (6,9%), la Sicilia (6,3%), la Puglia (5,5%) e la Liguria (3,5%).
A livello locale, invece, Roma è la prima provincia con il 7,4% delle aziende del settore. Completano la “top ten” Milano (5,6%), Torino (4,2%), Napoli (4,2%), Bergamo (2,2%), Brescia (2,2%), Caserta (1,9%), Genova (1,8%), Bari e Bologna (entrambe 1,7%).

Il tessuto imprenditoriale del settore dell'edilizia

Il settore edile nazionale è in continuo mutamento ed è caratterizzato per lo più da piccole e piccolissime realtà imprenditoriali, che costituiscono la stragrande maggioranza della popolazione analizzata.

Sotto il profilo occupazionale le realtà del settore edile a fine 2022 contavano circa 854mila dipendenti, dato in crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+6,1%) e a quello del 2020 (+21,3%). Tre stabilimenti su cinque, il 62,9% del totale, impiega meno di due dipendenti, mentre il 10,2% ne impiega più di cinque.
A livello di forma legale, come è facile immaginare, è predominante la ditta individuale. Infatti, il settore è formato per il 57,9% imprese individuali, per il 33,3% da società di capitali e per l’8,6 da società di persone. Tra le società di capitali è da segnalare la percentuale delle società a responsabilità limitata (20,8%), delle società a responsabilità limitata semplificata (7,9%) e di quelle con un unico socio (2%). Le società per azioni, invece, sono solo lo 0,2% delle imprese totali.

La digital attitude e la propensione all’innovazione del settore edile italiano

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Le realtà del settore si caratterizzano per una bassissima dimestichezza con il canale digitale. Infatti, circa otto imprese su dieci, il 76,9%, fanno registrare una digital attitude bassa. Al contrario, sono rari i casi di imprese di costruzioni con un punteggio alto (0,8%), ovvero le realtà che mostrano una buona affinità con le tecnologie TIC, una propensione all'adozione di processi digitali e una maggiore reattività alle campagne di digital marketing.

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Le imprese del settore edile italiano si contraddistinguono anche per un basso grado di innovazione.
Infatti, il 59,3% della popolazione analizzata fa registrare un punteggio basso, il 17,8% uno al di sotto della media, il 4,7% uno score medio, l’1,9% uno sopra la media e solo lo 0,2% fa registrare un’alta propensione all’innovazione.

 

 

La distribuzione del rischio nel settore edile italiano

costruzioni

Il settore notoriamente fa registrare una rischiosità e un’affidabilità economica commerciale piuttosto bassa: tra le imprese edili di cui è disponibile il dato, infatti, il 3,5% ha un indice di rischio minimo, il 14,7% ha uno score più basso della media, il 67% ha una rischiosità più alta della media e l'11,8% fa registrare un rischio massimo.

Il fatturato stimato delle imprese edili

Per quanto riguarda il fatturato stimato, le imprese senza obbligo di bilancio costituite da almeno un anno e che presentano il codice Ateco (il 61,4% del totale) si attestano per l’1% nella fascia inferiore ai 50.000€, per il 26,5% nella fascia 50.000 - 99.99€, per il 32% nella fascia 100.000 - 499.99€, per lo 0,9% nella fascia 500.000 - 999.999€ e per lo 0,2% nella fascia sopra un 1.000.000€.

La distribuzione del settore secondo le classi di fatturato

Il dato riguardante il fatturato delle imprese edili italiane nel 2021 è in aumento del +37,9% rispetto al 2020 e del +31,5% rispetto al 2019. Le imprese di cui si conosce il fatturato, il 22,5% del totale, si attestano in prevalenza nelle fasce di fatturato basso: il 4,3% nella fascia inferiore ai 10.000€, il 2% nella fascia 10.000 – 49.999€, l’1,8% nella fascia 50.000 – 99.999€ e il 6,7% nella fascia 100.000 – 499.999€. Sono poche, invece, le realtà del settore che dichiarano un fatturato tra i 500.000 – 999.999€ (3%), tra 1.000.000 – 4.999.999€ (3,8%) o superiore ai 5.000.000€ (0,9%).

Nelle prime dieci posizioni della classifica delle imprese del settore con il fatturato maggiore troviamo:


CHI SIAMO?

iCRIBIS, è il canale e-commerce di Cribis D&B per accedere alla banca dati di Informazioni Commerciali sulle imprese. iCRIBIS soddisfa le esigenze di piccole imprese e professionisti, che hanno la necessità di tutelare i propri crediti e di ridurre gli insoluti. E' la scelta quotidiana di migliaia di piccole aziende e privati che, in modo semplice e conveniente, riescono a informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, accessibili in qualsiasi momento direttamente online.

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