La radio oggi può sembrare un mezzo obsoleto, ma ai tempi della sua invenzione ebbe un impatto rivoluzionario, che cambiò totalmente il modo di comunicare di milioni di persone in tutto il mondo.
La radio, infatti, è il primo mass media di massa e, nonostante le recenti innovazioni tecnologiche (web radio e podcast in streaming), continua a essere una presenza costante nelle giornate di moltissimi italiani. Infatti, secondo gli ultimi dati sull’ascolto delle radio italiane relativi al 2021 di RadioTER (Tavolo Editori Radio), gli ascoltatori medi giornalieri sono circa 43 milioni e nel quarto d’ora medio circa 6,2 milioni.
In questo approfondimento mensile approfondiremo il settore radiofonico italiano, analizzando i trend e i numeri delle emittenti radiofoniche presenti nel nostro Paese, ossia le attività che rientrano nel gruppo 60.1 della sezione dei servizi di informazione e comunicazione della classificazione Ateco 2007.
La distribuzione territoriale delle emittenti radiofoniche
La distribuzione delle oltre 400 emittenti radiofoniche sul territorio italiano è in buona parte concentrata nell’Italia meridionale. Poco meno di quattro emittenti radiofoniche su dieci, infatti, si trovano al Sud Italia (26%) e nelle Isole (13,8%). Seguono le restanti macroaree geografiche del Centro (25,1%), del Nord-Ovest (21,3%) e del Nord-Est (13,8%).
La regione con la più alta presenza di trasmissioni radiofoniche è il Lazio con il 14,8% del totale. Completano la classifica la Lombardia (11,7%), la Sicilia (10,1%), la Campania (9,2%), la Puglia (8,7%), il Piemonte (5,6%), la Toscana (5,4%), la Calabria (5,2%), il Veneto (5,2%), l’Emilia-Romagna (4,2%), la Liguria (3,7%), le Marche (3,7%), la Sardegna (3,7%), il Trentino-Alto Adige (2,6%), il Friuli-Venezia Giulia (1,6%), l'Abruzzo (1,2%), la Basilicata (1,2%), l’Umbria (1,2%), il Molise (0,7%) e la Valle D’Aosta (0,3%).
Le caratteristiche delle realtà del settore radiofonico
Sotto il profilo organizzativo il settore è composto in gran parte da società di capitali (69,5%). Seguono le altre forme societarie con il 15,7%, le società di persone con il 10,6% e le imprese individuali con il 4,2%.
Ponendo l’attenzione sulla dimensione delle imprese del settore, è interessante notare come circa la metà sia formata da microimprese: il 54%, infatti, ha un fatturato annuo inferiore a due milioni di euro e impiega meno di dieci dipendenti, mentre solo il 7,5% rientra nel segmento delle piccole e medie imprese (Pmi).
Infine il dato sull’occupazione: il 43,9% delle emittenti radiofoniche occupa meno di due persone, contro il 9,1% che impiega dieci o più dipendenti. In generale la media dipendenti del settore si aggira intorno alle 11,5 unità.
Le fasce di fatturato delle emittenti radiofoniche italiane
Premettendo che i dati relativo al fatturato riguardano il 61,8% della popolazione analizzata, si può apprezzare come le emittenti radiofoniche italiane si attestano per il 26,7% nella fascia di fatturato inferiore ai 50.000 €, per il 9,9% nella fascia 50.000 – 99.999 €, per il 15,7% nella fascia 100.000 - 499.999 €, per il 3,5% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per il 2,8% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999 €, per l’1,4% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999 €, per l’1,4% nella fascia 10.000.000 – 49.999.999 € e per il restante 0,4% nella fascia di fatturato superiore o uguale a 50.000.000 €.
Nella classifica delle trasmissioni radiofoniche in Italia con il fatturato d’esercizio più alto troviamo: