Nonostante una perdita generale del manifatturiero stimata intorno a 130 miliardi di euro in meno rispetto al 2019, l’industria farmaceutica italiana è uno dei comparti che ha resistito in maniera migliore alla crisi innescata dal Covid-19.
Il settore farmaceutico, infatti, dopo un 2019 in cui aveva raggiunto 34 miliardi di produzione, in grandissima parte grazie all’export, anche nei primi mesi del 2020 si è confermato in decisa controtendenza, facendo registrare un ulteriore aumento della produzione grazie alle esportazioni ed evidenziando una buona tenuta sul fronte occupazionale.
In questo approfondimento mensile proponiamo un approfondimento sulle imprese che rientrano nella divisione 21 della classificazione delle attività economiche ATECO 2007, ovvero quella della fabbricazione di preparati e prodotti farmaceutici di base, un’eccellenza italiana nel panorama industriale europeo.
La divisione merceologica del comparto farmaceutico
Il comparto farmaceutico italiano si caratterizza per una base produttiva che può contare su oltre 700 aziende farmaceutiche dislocate sul territorio nazionale. Quest’ultime in gran parte, il 67,3%, producono medicinali e altri preparati farmaceutici come sieri immuni, vaccini, medicinali vari, inclusi i preparati omeopatici e prodotti farmaceutici biotecnologici.
La restante parte della popolazione aziendale è formata per il 20,4% da imprese che realizzano prodotti farmaceutici di base, per il 10,6% da aziende produttrici di articoli farmaceutici di base e preparati farmaceutici, per l’1,4% da produttori di medicinali e preparati farmaceutici e infine per lo 0,3% da aziende farmaceutiche che realizzano sostanze diagnostiche radioattive in vivo.
La distribuzione geografica dell’industria farmaceutica italiana
Da un punto di vista geografico il settore si concentra prevalentemente nella parte settentrionale delle penisola. Sei imprese su dieci, infatti, si trovano nell’Italia settentrionale (il 42% nel Nord-Ovest e il 14,9% nel Nord-Est). Il 24,9% è localizzato nell’Italia centrale, il 13,8% nel Mezzogiorno e il restante 4,4% nelle Isole.
La Lombardia con il 34,9% delle imprese farmaceutiche nazionali è la regione con la più alta concentrazione, completano le prime dieci posizioni, distanziate di quasi venti punti percentuali, il Lazio (15%), la Toscana (7,9%) l’Emilia-Romagna (7,1%), la Campania (6%), il Veneto (5,5%), il Piemonte (4,4%), la Sicilia (3,7%), la Puglia (2,8%) e la Liguria (2,7%).
Il tessuto imprenditoriale del comparto farmaceutico
Le maglie del comparto farmaceutico italiano sono formate in gran parte da microimprese (32,2%) e medio-piccole realtà imprenditoriali (32,9%), circa nove su dieci sono società di capitali (92%) e più della metà impiega meno di dieci dipendenti (il 40,6% impiega addirittura meno di tre unità).
Il comparto si evidenzia per una forte vocazione all’export, uno dei principali fattori di successo della pharma industry italiana. Infatti, il 43,5% delle aziende farmaceutiche italiane esporta i propri prodotti all’estero, dove i principali mercati di sbocco sono rappresentati dall’Unione Europea (Germania e Belgio su tutti), il Nord America con gli Stati Uniti e gli altri paesi europei non UE.
La vocazione farmaceutica della Lombardia
La Lombardia ha una vera e propria vocazione per la farmaceutica, che deriva dalla presenza sul territorio di un ecosistema formato da imprese produttrici, università e centri di ricerca avanzati. Come visto in precedenza, infatti, oltre un terzo delle aziende farmaceutiche italiane si trova entro i confini regionali, pesando sul totale delle aziende del settore per circa il 34,9%.
Nello specifico le imprese farmaceutiche lombarde si trovano per il 67,9% in provincia di Milano, per il 6,1% in provincia di Monza e Brianza, per il 5,7% in provincia di Bergamo e per il 3,6% in provincia di Como, Pavia e Varese. Il restante 9,5% si concentra invece tra le province di Brescia (3,2%), Cremona (1,6%), Lodi (1,6%), Mantova (1,2%), Lecco (1,2%) e Sondrio (0,7%).
In un settore che si contraddistingue per un’intensa attività di ricerca e sviluppo è significativo il dato relativo alle realtà imprenditoriali regionali innovative. In Lombardia, infatti, si trova il 31,8% delle startup innovative e il 40% circa delle Pmi innovative del settore farmaceutico italiano, nella quasi totalità dei casi imprese specializzate nella fabbricazione di medicinali e altri prodotti farmaceutici.
Infine Il tessuto del comparto farmaceutico lombardo, si segnala per una presenza ampia di grandi imprese. In Lombardia, infatti, si concentra il 55% circa delle aziende italiane con 250 o più effettivi e con un fatturato superiore a 50 milioni di euro e un bilancio superiore ai 43 milioni di euro.
Le classi di fatturato delle aziende farmaceutiche
Infine sul fronte delle performance economiche, premettendo che i dati di bilancio disponibili riguardano l’80,4% della popolazione totale, si può apprezzare che le aziende farmaceutiche italiane si attestano per il 12,6% nella fascia di fatturato inferiore ai 50.000 €, per il 2,8% nella fascia 50.000 – 99.999 €, per il 9,1% nella fascia 100.000 - 499.999 €, per il 4,2% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per l’11,3% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999 €, per il 6,2% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999 €, per il 18,7% nella fascia 10.000.000 – 49.999.999 €, per l’11,3 nella fascia 50.000.000 – 249.999.999 € e per il 4,2% nella fascia di fatturato superiore o uguale a 250.000.000 €.
Nella “top ten” delle aziende del settore farmaceutico italiano con il fatturato maggiore troviamo:
1) Sanofi Spa
2) Chiesi Farmaceutici Spa
3) Novartis Farma Spa
4) Merck Serono Spa
5) Abbvie Srl
6) Roche Spa
8) Alfasigma Spa
9) Msd Italia Srl
10) Eli Lilly Italia Spa