FA BENE ALLA SALUTE E ALL’ECONOMIA: IL SETTORE DELLO SPORT IN ITALIA

Fare sport si sa fa bene alla salute. Un po’ di sana attività motoria contribuisce, infatti, a garantire il buon funzionamento dell’organismo, migliora l’umore e permette di distogliere la mente dagli affanni quotidiani. In realtà c'è anche un altro importante vantaggio, che ha una forte influenza sullo stato di salute dei bilanci di moltissime nazioni. Lo sport infatti, fa bene anche all’economia, perché è in grado di muovere annualmente centinaia di miliardi di euro.

settore turistico

Lo stop forzato dello sport dovuto al recente lockdown è stato una delle note più dolenti per un’ampia parte del nostro Paese: sia per i praticanti e i tifosi, sia per le migliaia di società di un settore in grado di generare un fatturato annuo che si aggira intorno ai 3 miliardi di euro. In questa analisi del mondo sportivo nazionale andremo ad approfondire caratteristiche e peculiarità delle attività che lo compongono,
Nella sezione Ateco 2007 riferita alle “attività sportive” il gruppo 93.1 include le attività collegate in varia maniera al mondo sportivo come la gestione di impianti sportivi, i club, i servizi specialistici di supporto a chi partecipa ad eventi sportivi e le attività di organizzazione, promozione e gestione di questa particolare tipologia di eventi.
A livello territoriale oltre un’attività sportiva su due, il 51,2% circa, si trova nell’Italia settentrionale (il 29,4% nel Nord-Ovest e il 21,8% nel Nord-Est). La Lombardia è la regione con la più alta densità con circa il 18,7%, seguita dal Lazio (11,2%), l’Emilia-Romagna (9,6%), la Toscana (8,1%), il Veneto (8,1%), il Piemonte (7,7%) e la Campania (6,7%), prima regione del meridione, area dove si concentrano il 17% circa delle attività sportive nazionali. Si evidenzia inoltre una forte concentrazione delle attività nei centri urbani maggiori. Roma è la prima città italiana con il 7,2% delle attività, davanti a Milano (3,4%), Torino (1,7%), Napoli (1,3%), Firenze (0,8%), Bologna e Brescia entrambe con una concentrazione dello 0,7% delle attività sportive nazionali.
Le oltre 20mila attività del settore sono per oltre la metà, il 52,7% circa, enti e organizzazioni sportive. Significativa anche la percentuale dei club (24,5%), dei gestori di palestre (20%), di coloro che gestiscono impianti sportivi (19,7%) e degli altri servizi prestati da professionisti del settore come atleti e operatori sportivi indipendenti (7,5%).
Le maglie del settore si contraddistinguono per l’ampia presenza di micro realtà imprenditoriali (37,6% del totale), per l’alta percentuale di società di capitali (46,6%) e per un'accentuata presenza di dipendenti di sesso maschile: le realtà sportive, che in media hanno circa 15,1 dipendenti, nel 59,2% dei casi hanno una percentuale di lavoratrici che non arriva al 10% del totale degli addetti.
Infine sul fronte delle performance economiche, premettendo che i dati di bilancio disponibili riguardano il 46,1% del totale, si può apprezzare come le attività sportive si attestano prevalentemente in fasce di fatturato medio-basso: il 20,3% nella fascia 100.000–499.999 €, il 9,6% in quella tra 50.000–99.999 €, il 7,2% nella fascia 10.000–49.999 €, il 3,5% nella fascia di fatturato 500.000–999.999 € e il 2,7% nella fascia 1.000.000–4.999.999 €. Agli estremi della distribuzione troviamo un 2,4% che fattura al di sotto dei 50.000 € annui e solo il restante 0,4% che ha invece un fatturato superiore ai 5.000.000 €.

Nella “top ten” delle attività sportive italiane con il fatturato più alto troviamo:
1. Juventus F.C. Spa
2. Sport E Salute Spa
3. S.S. Lazio Spa
4. Virgin Active Italia Spa
5. Scuderia Alphatauri Spa
6. A.S. Roma Spa
7. Rcs Sport Spa
8. F.C. Internazionale Milano Spa
9. Associazione Calcio Milan Spa
10. Autodromo Nazionale Di Monza S.I.A.S. Spa

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