Dallo scorso 15 giugno i teatri, le sale da concerto e le altre strutture dedicate agli spettacoli pubblici hanno potuto riaprire, seppure con modalità di accesso, procedure e norme per poter garantire lo svolgersi delle attività in sicurezza. Il settore, uno dei più colpiti dal protrarsi dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, si sta così pian riorganizzando e adeguando a questi tempi incerti. In questo approfondimento mensile, vogliamo proprio approfondire le attività creative, artistiche e dell’intrattenimento, che rientrano nelle classi Ateco 90.01, 90.02, 90.04 e nelle relative sottocategorie, cercando di capire caratteristiche e peculiarità di queste realtà culturali.
La distribuzione delle oltre 8mila attività del settore si concentra per poco meno della metà nell’Italia settentrionale (45,4%), per il 24,4% al Centro e per il restante 30,2% nell’Italia meridionale (il 20,6% al Sud e il 9,6% tra Sardegna e Sicilia). Le regioni italiane che contribuiscono in maniera maggiore al settore sono la Lombardia (18,1% del totale, di cui il 10,5% in provincia di Milano), il Lazio (13,9%), l’Emilia-Romagna (8,6%) e la Campania (8,2%). Seguono a qualche punto percentuale di distanza, la Puglia (7,5%), la Sicilia (7,4%), la Toscana (6,8%), il Piemonte (6,7%) e il Veneto (6,2%).
Il settore si divide in tre principali tipologie d’attività: le attività di supporto alle rappresentazioni artistiche quali la produzione e l’organizzazione di spettacoli teatrali dal vivo, concerti, opere liriche e balletti (74,2% del totale); le rappresentazioni di spettacoli teatrali dal vivo e le attività di artisti individuali, gruppi, compagnie, orchestre e complessi musicali (19,2%); infine la gestione di teatri, sale da concerto e altre strutture artistiche (6,6%). Tra le attività di supporto alle attività artistiche sono interessanti le percentuali delle attività di noleggio con operatore di strutture e attrezzature per gli spettacoli (8,5%) e le attività nel campo della regia (1,6%).
Le maglie del settore sono caratterizzate in larghissima parte da piccole e micro realtà. Circa nove attività su dieci, il 90,7%, infatti, ha meno di 10 dipendenti e genera un fatturato o un totale di bilancio annuo inferiore a 2 milioni di euro. Le forme legali maggiormente rappresentate nel settore sono le ditte individuali (33,2%) e le società di capitali (29,6%).
Sotto il profilo occupazionale l’88,1% del comparto, contro il 91,2% della sezione “attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento” a livello nazionale, impiega meno di cinque persone. La media dipendenti è prossima alle 6,1 unità, nella gran parte dei casi di sesso maschile (nell’89,3% dei casi). Al contrario le imprese dove si ha una presenza femminile forte (ovvero quelle dove la percentuale delle lavoratrici rispetto al totale dipendenti è superiore al 75%) sono solo l’8,1% dei casi totali.
Infine, tra le aziende di cui è disponibile il bilancio (il 61,9% del totale) il 24,2% dichiara un fatturato compreso tra i 100.000 e i 499.999 €. Le restanti imprese si attestano per il 18,7% nella fascia di fatturato 50.000 – 99.999 €, il 9% nella fascia 10.000 - 49.999 €, il 3,4% in quella 500.000 - 999.999 €, il 3,7% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999 €, il 2,2% nella fascia sotto i 10.000 €, lo 0,4% in quella 5.000.000 - 9.999.999 €, lo 0,2% in quella 10.000.000 - 49.999.999 € e il restante 0,1% nella fascia superiore a 50.000.000 €.
Nella classifica delle attività italiane del settore con il fatturato maggiore troviamo: