SUL FILO DEL SUCCESSO: I NUMERI DEL SETTORE TESSILE IN ITALIA


Da sempre il settore tessile italiano, in particolare nell’ambito abbigliamento/moda, rappresenta nel mondo un punto di riferimento per l’alto standard qualitativo e il design dei propri prodotti. Quest’ultimo riveste un ruolo strategico sia per l’industria che per il made in Italy in generale, con un peso sulla numerosità totale delle attività manifatturiere del 7,9%.   

settore tessile Italia

Circa 4 aziende su 5 del settore si trovano nell’Italia centrale (30%) e settentrionale (34,2% nel Nord-Ovest e il 18,9% nel Nord-Est), dove un ruolo significativo è giocato da regioni come la Lombardia (24,7%), la Toscana (23,4%), il Veneto (8,9%), il Piemonte (8,4%) e l’Emilia-Romagna (8%). La distribuzione a livello provinciale, che ricalca a grandi linee quella regionale, ripercorre la geografica dei distretti industriali che hanno contribuito a costruire le fortune dell’industria tessile italiana: Prato (14%), Varese (5,3%), Milano (4,6%), Pistoia (4,3%), Como (4,1%), Modena (3,8%), Biella (3,6%), Bergamo (3%), Napoli (2,7%), Firenze (2,7%), Torino (2,3%), Brescia (2,3%), Padova (2,2%) e Vicenza (2,2%).

Il contesto organizzativo è fortemente caratterizzato dalla presenza d’imprese individuali (42,7%) e di capitali (36,1%). Altra caratteristica particolarmente interessante è la dimensione: il 54,2% del totale, infatti, è composto da micro imprese, ossiarealtàche impiegano meno di dieci dipendenti e hanno un fatturato annuale che non eccede i 2 milioni di euro. Inoltre le manifatture, che in generale hanno una media dipendenti di circa 9,9 unità, si contraddistinguono per una moderata presenza femminile: quest’ultime, infatti, nel 67,5% dei casi sono meno della metà degli addetti.

La manifattura tessile si compone di varie tipologie di lavorazione e produzione, le più diffuse tra le aziende sono: il finissaggio dei tessili, degli articoli di vestiario e attività simili (18,9%), il confezionamento di biancheria da letto, da tavola e per l'arredamento (16,9%), la tessitura (14,9%), la preparazione e la filatura delle fibre tessili (12%), la fabbricazione di ricami (8,6%), la preparazione di articoli in materie tessili (7,5%) e la fabbricazione di tessuti a maglia (4,2%).

Infine, a fronte di un fatturato che si aggira intorno ai 7,8 miliardi, oltre un’azienda su due, di quelle di cui si conosce il fatturato (82,6% del totale), dichiara un giro d’affari compreso tra i 100.000 e i 499.999 € (54,9%). Le restanti imprese si attestano per il 18,4% nella fascia di fatturato 1.000.000 – 4.999.999 €, per il 12% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per il 5,3% in quella 50.000 - 99.999 €, per il 3,5% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999 € e per il 3% nella fascia 10.000.000 – 49.999.999 €.  Agli estremi della distribuzione le imprese che fatturano al di sotto dei 50.000 € (2,4%) e quelle che invece riescono a sviluppare un giro d’affari superiore ai 50.000.000 € (0,5%).  

Top ten delle aziende con il fatturato maggiore:

  1. Olimpias Group Srl
  2. Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna S.P.A
  3. Fulgar Spa
  4. Alcantara Spa
  5. Isringhausen Spa
  6. Vitale Barberis Canonico Spa
  7. Ober Alp Spa
  8. Union Industries Spa
  9. Limonta Spa
  10. Cotonificio Albini Spa

 

SUL FILO DEL SUCCESSO: I NUMERI DEL SETTORE TESSILE IN ITALIA


Da sempre il settore tessile italiano, in particolare nell’ambito abbigliamento/moda, rappresenta nel mondo un punto di riferimento per l’alto standard qualitativo e il design dei propri prodotti. Quest’ultimo riveste un ruolo strategico sia per l’industria che per il made in Italy in generale, con un peso sulla numerosità totale delle attività manifatturiere del 7,9%.   

settore tessile Italia

Circa 4 aziende su 5 del settore si trovano nell’Italia centrale (30%) e settentrionale (34,2% nel Nord-Ovest e il 18,9% nel Nord-Est), dove un ruolo significativo è giocato da regioni come la Lombardia (24,7%), la Toscana (23,4%), il Veneto (8,9%), il Piemonte (8,4%) e l’Emilia-Romagna (8%). La distribuzione a livello provinciale, che ricalca a grandi linee quella regionale, ripercorre la geografica dei distretti industriali che hanno contribuito a costruire le fortune dell’industria tessile italiana: Prato (14%), Varese (5,3%), Milano (4,6%), Pistoia (4,3%), Como (4,1%), Modena (3,8%), Biella (3,6%), Bergamo (3%), Napoli (2,7%), Firenze (2,7%), Torino (2,3%), Brescia (2,3%), Padova (2,2%) e Vicenza (2,2%).

Il contesto organizzativo è fortemente caratterizzato dalla presenza d’imprese individuali (42,7%) e di capitali (36,1%). Altra caratteristica particolarmente interessante è la dimensione: il 54,2% del totale, infatti, è composto da micro imprese, ossiarealtàche impiegano meno di dieci dipendenti e hanno un fatturato annuale che non eccede i 2 milioni di euro. Inoltre le manifatture, che in generale hanno una media dipendenti di circa 9,9 unità, si contraddistinguono per una moderata presenza femminile: quest’ultime, infatti, nel 67,5% dei casi sono meno della metà degli addetti.

La manifattura tessile si compone di varie tipologie di lavorazione e produzione, le più diffuse tra le aziende sono: il finissaggio dei tessili, degli articoli di vestiario e attività simili (18,9%), il confezionamento di biancheria da letto, da tavola e per l'arredamento (16,9%), la tessitura (14,9%), la preparazione e la filatura delle fibre tessili (12%), la fabbricazione di ricami (8,6%), la preparazione di articoli in materie tessili (7,5%) e la fabbricazione di tessuti a maglia (4,2%).

Infine, a fronte di un fatturato che si aggira intorno ai 7,8 miliardi, oltre un’azienda su due, di quelle di cui si conosce il fatturato (82,6% del totale), dichiara un giro d’affari compreso tra i 100.000 e i 499.999 € (54,9%). Le restanti imprese si attestano per il 18,4% nella fascia di fatturato 1.000.000 – 4.999.999 €, per il 12% nella fascia 500.000 - 999.999 €, per il 5,3% in quella 50.000 - 99.999 €, per il 3,5% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999 € e per il 3% nella fascia 10.000.000 – 49.999.999 €.  Agli estremi della distribuzione le imprese che fatturano al di sotto dei 50.000 € (2,4%) e quelle che invece riescono a sviluppare un giro d’affari superiore ai 50.000.000 € (0,5%).  

Top ten delle aziende con il fatturato maggiore:

  1. Olimpias Group Srl
  2. Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna S.P.A
  3. Fulgar Spa
  4. Alcantara Spa
  5. Isringhausen Spa
  6. Vitale Barberis Canonico Spa
  7. Ober Alp Spa
  8. Union Industries Spa
  9. Limonta Spa
  10. Cotonificio Albini Spa

 

<