I PAGAMENTI IN ITALIA A MARZO 2017


Secondo lo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS a marzo 2017 in Italia circa un’impresa su tre paga entro i termini contrattuali prestabiliti (il 35,6%). Il 51,1% paga con un ritardo massimo di 30 giorni, mentre diminuisce il numero dei ritardi gravi, uno dei principali indicatori del livello di salute aziendale. Quest’ultimi, infatti, si attestano al 12%, percentuale che dà continuità al trend degli ultimi anni, ma che è ancora molto lontana dai livelli pre-crisi. 

pagamenti primo quadrimestre 2017

Persiste il momento d’impasse del commercio al dettaglio, settore dove solo un’azienda su quattro salda i propri conti entro i termini (il 25,9%, +1% rispetto allo stesso periodo 2016), il 55,9% entro un mese e il 18,2% ben oltre i trenta giorni. I servizi finanziari si segnalano, per l‘ennesima volta, come il comparto più in salute: il 46,1% delle imprese paga entro il giorno stabilito, il 44,5% entro trenta giorni e solo il 9,4% paga con un ritardo grave i propri fornitori.

A livello territoriale si ripropone l’eterna dicotomia tra Nord e Sud. Nello specifico le imprese del Nord Est sono le più puntuali nei pagamenti: il 44,1% paga alla scadenza, mentre i ritardi gravi sono solo il 7,3% dei casi. Bene anche il Nord Ovest con il 40,7% dei pagamenti alla scadenza e solo l’8,4% oltre il mese di ritardo. Diametralmente opposta la situazione nel Meridione, dove solo il 23,2% è virtuoso e addirittura il 19,7% salda ancora con grande difficoltà i propri debiti. Tra i due estremi il Centro con il 31,7% di imprese puntuali e il 14,2% di cattivi pagatori.

Il Veneto con il 44,9% di pagamenti tempestivi, contro una media nazionale del 35,6%, è la regione con le imprese più puntuali. Seguono l’Emilia-Romagna (44,8%), la Lombardia (44,4%), il Friuli–Venezia Giulia (43,5%), le Marche (40,6%), il Trentino-Alto Adige (40,2%), la Valle d’Aosta (36,9%), il Piemonte (35,5%), la Toscana (33,7%) e la Liguria (31,9%). Occupano le ultime tre posizioni della classifica la Sicilia (19,5%), la Calabria (21,8%) e la Campania (21,9%), regioni che si segnalano contestualmente, anche, per l’alta percentuale di ritardi gravi: rispettivamente il 21,7%, il 20,4% e il 22% del totale.   

Sondrio si conferma la provincia best performer del ranking. Tra le province con le aziende che pagano alla scadenza, le prime cinque sono lombarde: oltre alla già citata Sondrio, infatti, troviamo Bergamo, Lecco, Brescia e Mantova. Seguono Belluno, Como, Vicenza, Pordenone e Treviso. In fondo alla classifica, coerentemente con le performance regionali, troviamo Reggio Calabria, Messina, Caserta, Agrigento e Palermo.

Infine l’analisi evidenzia la tempestività delle micro realtà. Quest’ultime sono puntuali nel 36,8% dei casi, ma spesso anche in difficoltà nell’onorare gli impegni di pagamento: il 13,1% infatti paga con un ritardo grave di oltre un mese. Le piccole imprese fanno registrare il 34,1% di pagamenti regolari e il 7,3% di ritardi gravi. Al contrario le grandi realtà sono puntuali solo nel 13,7% dei casi, ma al contempo sono raramente in grave ritardo (5,8%).

I PAGAMENTI IN ITALIA A MARZO 2017


Secondo lo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS a marzo 2017 in Italia circa un’impresa su tre paga entro i termini contrattuali prestabiliti (il 35,6%). Il 51,1% paga con un ritardo massimo di 30 giorni, mentre diminuisce il numero dei ritardi gravi, uno dei principali indicatori del livello di salute aziendale. Quest’ultimi, infatti, si attestano al 12%, percentuale che dà continuità al trend degli ultimi anni, ma che è ancora molto lontana dai livelli pre-crisi. 

pagamenti primo quadrimestre 2017

Persiste il momento d’impasse del commercio al dettaglio, settore dove solo un’azienda su quattro salda i propri conti entro i termini (il 25,9%, +1% rispetto allo stesso periodo 2016), il 55,9% entro un mese e il 18,2% ben oltre i trenta giorni. I servizi finanziari si segnalano, per l‘ennesima volta, come il comparto più in salute: il 46,1% delle imprese paga entro il giorno stabilito, il 44,5% entro trenta giorni e solo il 9,4% paga con un ritardo grave i propri fornitori.

A livello territoriale si ripropone l’eterna dicotomia tra Nord e Sud. Nello specifico le imprese del Nord Est sono le più puntuali nei pagamenti: il 44,1% paga alla scadenza, mentre i ritardi gravi sono solo il 7,3% dei casi. Bene anche il Nord Ovest con il 40,7% dei pagamenti alla scadenza e solo l’8,4% oltre il mese di ritardo. Diametralmente opposta la situazione nel Meridione, dove solo il 23,2% è virtuoso e addirittura il 19,7% salda ancora con grande difficoltà i propri debiti. Tra i due estremi il Centro con il 31,7% di imprese puntuali e il 14,2% di cattivi pagatori.

Il Veneto con il 44,9% di pagamenti tempestivi, contro una media nazionale del 35,6%, è la regione con le imprese più puntuali. Seguono l’Emilia-Romagna (44,8%), la Lombardia (44,4%), il Friuli–Venezia Giulia (43,5%), le Marche (40,6%), il Trentino-Alto Adige (40,2%), la Valle d’Aosta (36,9%), il Piemonte (35,5%), la Toscana (33,7%) e la Liguria (31,9%). Occupano le ultime tre posizioni della classifica la Sicilia (19,5%), la Calabria (21,8%) e la Campania (21,9%), regioni che si segnalano contestualmente, anche, per l’alta percentuale di ritardi gravi: rispettivamente il 21,7%, il 20,4% e il 22% del totale.   

Sondrio si conferma la provincia best performer del ranking. Tra le province con le aziende che pagano alla scadenza, le prime cinque sono lombarde: oltre alla già citata Sondrio, infatti, troviamo Bergamo, Lecco, Brescia e Mantova. Seguono Belluno, Como, Vicenza, Pordenone e Treviso. In fondo alla classifica, coerentemente con le performance regionali, troviamo Reggio Calabria, Messina, Caserta, Agrigento e Palermo.

Infine l’analisi evidenzia la tempestività delle micro realtà. Quest’ultime sono puntuali nel 36,8% dei casi, ma spesso anche in difficoltà nell’onorare gli impegni di pagamento: il 13,1% infatti paga con un ritardo grave di oltre un mese. Le piccole imprese fanno registrare il 34,1% di pagamenti regolari e il 7,3% di ritardi gravi. Al contrario le grandi realtà sono puntuali solo nel 13,7% dei casi, ma al contempo sono raramente in grave ritardo (5,8%).

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