I FALLIMENTI IN ITALIA: ANALISI DEL 2015 E PRIMO TRIMESTRE 2016


Nel 2015 si ferma la corsa dei fallimenti, in calo dopo 5 anni di crescita. Nel 2015 fallite 14.416 imprese, il 7,6% in meno in un solo anno. Nel 2015, dopo 5 anni di costante crescita, migliora la situazione italiana relativa ai fallimenti. Secondo lo studio “Fallimenti delle aziende in Italia” realizzato da Cribis D&B, infatti, le imprese che hanno portato i libri in Tribunale nel 2015 sono state 14.416, in diminuzione del 7,6% (1.189 casi in meno) rispetto al 2014, anno in cui si era registrata la cifra record di 15.605 fallimenti.

Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2016 sembra poter confermare il trend positivo del 2015. Nel primo trimestre, infatti, si sono registrati 3.619 fallimenti, il 4,8% in meno rispetto al primo trimestre 2015 (184 imprese in meno), il risultato migliore dal 2013 a questa parte.    

A livello geografico la distribuzione del fenomeno si conferma fortemente correlata alla densità delle imprese attive nelle singole regioni. Nello specifico il podio per il “non invidiabile” primato nel corso del 2015 è composto da Lombardia con 3.015 fallimenti (20.310 unità dal 2009), Lazio (1.621) e Veneto (1.348). Completano la “top ten 2015” la Campania con 1.223 fallimenti, la Toscana 1.130, l’Emilia Romagna 1.084, il Piemonte 993, la Sicilia 788, la Puglia 654 e le Marche 441. Agli ultimi posti della classifica ci sono invece la Basilicata (62), il Molise (61) e la Val d’Aosta, ultima con solo 17 fallimenti nel 2015 (100 dal 2009). 

Il commercio con 4.569 aziende è il settore più colpito, seguono il settore edile (3.071), i servizi (3.053) e l’industria (2.857). Anche i settori merceologici registrano una significativa inversione di tendenza. Aree notoriamente colpite dagli effetti della crisi, come l’edilizia e l’industria, fanno registrare rispettivamente una diminuzione del 7,6% e del 12,3% rispetto al 2014, nello specifico 254 e 400 aziende fallite in meno rispetto all’anno precedente. In miglioramento, anche se contenuto, la situazione del commercio con (-1,6%), mentre continua la crescita nei servizi vari (+1,6%).

Anche per quanto riguarda i settori merceologici il primo trimestre 2016 fa ben sperare in ottica futura. Nei primi tre mesi dell’anno, infatti, commercio ed edilizia hanno mostrato segnali promettenti: -3,5% e -13,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Più specificamente 1.131 fallimenti nel commercio nel primo trimestre 2016 contro i 1.172 dello stesso periodo dell’anno precedente, 684 nell’edilizia contro 793. Stazionaria la situazione dell’industria, che ha una flessione minima dello 0,5% (734 contro 730), mentre continua la crescita nei servizi vari (+3,4%, 540 fallimenti contro 522). Certamente si è ben lontani dai livelli del 2009 in tutti i settori merceologici, ma il trend lascia ben sperare.

I FALLIMENTI IN ITALIA: ANALISI DEL 2015 E PRIMO TRIMESTRE 2016


Nel 2015 si ferma la corsa dei fallimenti, in calo dopo 5 anni di crescita. Nel 2015 fallite 14.416 imprese, il 7,6% in meno in un solo anno. Nel 2015, dopo 5 anni di costante crescita, migliora la situazione italiana relativa ai fallimenti. Secondo lo studio “Fallimenti delle aziende in Italia” realizzato da Cribis D&B, infatti, le imprese che hanno portato i libri in Tribunale nel 2015 sono state 14.416, in diminuzione del 7,6% (1.189 casi in meno) rispetto al 2014, anno in cui si era registrata la cifra record di 15.605 fallimenti.

Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2016 sembra poter confermare il trend positivo del 2015. Nel primo trimestre, infatti, si sono registrati 3.619 fallimenti, il 4,8% in meno rispetto al primo trimestre 2015 (184 imprese in meno), il risultato migliore dal 2013 a questa parte.    

A livello geografico la distribuzione del fenomeno si conferma fortemente correlata alla densità delle imprese attive nelle singole regioni. Nello specifico il podio per il “non invidiabile” primato nel corso del 2015 è composto da Lombardia con 3.015 fallimenti (20.310 unità dal 2009), Lazio (1.621) e Veneto (1.348). Completano la “top ten 2015” la Campania con 1.223 fallimenti, la Toscana 1.130, l’Emilia Romagna 1.084, il Piemonte 993, la Sicilia 788, la Puglia 654 e le Marche 441. Agli ultimi posti della classifica ci sono invece la Basilicata (62), il Molise (61) e la Val d’Aosta, ultima con solo 17 fallimenti nel 2015 (100 dal 2009). 

Il commercio con 4.569 aziende è il settore più colpito, seguono il settore edile (3.071), i servizi (3.053) e l’industria (2.857). Anche i settori merceologici registrano una significativa inversione di tendenza. Aree notoriamente colpite dagli effetti della crisi, come l’edilizia e l’industria, fanno registrare rispettivamente una diminuzione del 7,6% e del 12,3% rispetto al 2014, nello specifico 254 e 400 aziende fallite in meno rispetto all’anno precedente. In miglioramento, anche se contenuto, la situazione del commercio con (-1,6%), mentre continua la crescita nei servizi vari (+1,6%).

Anche per quanto riguarda i settori merceologici il primo trimestre 2016 fa ben sperare in ottica futura. Nei primi tre mesi dell’anno, infatti, commercio ed edilizia hanno mostrato segnali promettenti: -3,5% e -13,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Più specificamente 1.131 fallimenti nel commercio nel primo trimestre 2016 contro i 1.172 dello stesso periodo dell’anno precedente, 684 nell’edilizia contro 793. Stazionaria la situazione dell’industria, che ha una flessione minima dello 0,5% (734 contro 730), mentre continua la crescita nei servizi vari (+3,4%, 540 fallimenti contro 522). Certamente si è ben lontani dai livelli del 2009 in tutti i settori merceologici, ma il trend lascia ben sperare.

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