I FALLIMENTI NEL TERZO TRIMESTRE


Il 2016, salvo sorprese nella parte conclusiva, sarà un anno positivo sul fronte dei fallimenti aziendali in Italia. I dati del secondo e soprattutto del terzo trimestre, infatti, confermano, un trend positivo iniziato nel 2015, che vede un significativo calo della aziende che hanno portato i libri in tribunale.

Secondo lo studio “Fallimenti delle aziende in Italia” realizzato da Cribis D&B, infatti, a settembre 2016 sono fallite 10.047 imprese contro le 10.505 dell’anno precedente (-4,4%), in media circa 36,7 unità ogni giorno dall’inizio dell’anno.

Sul risultato positivo influiscono sicuramente la performance del primo e del secondo semestre, ma in particolare anche quella del terzo. In quest’ultimo, infatti, si sono registrati 2.704 fallimenti, il 9% in meno rispetto allo stesso periodo del 2015 (269 imprese in meno), il risultato migliore dal 2013 a questa parte.   

La distribuzione geografica del fenomeno si conferma ancora significativamente correlata alla densità delle imprese attive nelle singole realtà regionali. Le posizioni della classifica restano sostanzialmente invariate. In prima posizione con 2.091 fallimenti troviamo la Lombardia, regione che incide per il 20,2% sul totale Italia e aggiorna a 21.494 il totale dei fallimenti dall’inizio del 2009 a oggi. In seconda e terza posizione troviamo rispettivamente Lazio (1.145) e il Veneto (873), completano la “top ten” la Campania con 854 fallimenti, la Toscana 817, l’Emilia Romagna 745, il Piemonte 681, la Sicilia 641, la Puglia 460 e le Marche 312. Agli ultimi posti della classifica, invece,   troviamo la Basilicata (46), il Molise (41) e la Val d’Aosta, ultima con solo  14 fallimenti nel 2015 (101 dal 2009). 

Il commercio con 3.041 aziende si conferma il settore più colpito, seguono l’edilizia (2.040), l’industria (2.007) e i servizi (1.500). Anche i settori merceologici registrano una significativa inversione di trend. Aree storicamente colpite dagli effetti della crisi, come l’edilizia e l’industria, fanno registrare una diminuzione del 6,3% e del 3,2% rispetto all’anno precedente, nello specifico 137 e 67 aziende fallite in meno rispetto al 2015. In miglioramento anche la situazione del commercio, che fa registrare un decremento di quasi sette punti percentuali (6,9%), mentre continua la crescita nei servizi vari (+0,5%). 

I FALLIMENTI NEL TERZO TRIMESTRE


Il 2016, salvo sorprese nella parte conclusiva, sarà un anno positivo sul fronte dei fallimenti aziendali in Italia. I dati del secondo e soprattutto del terzo trimestre, infatti, confermano, un trend positivo iniziato nel 2015, che vede un significativo calo della aziende che hanno portato i libri in tribunale.

Secondo lo studio “Fallimenti delle aziende in Italia” realizzato da Cribis D&B, infatti, a settembre 2016 sono fallite 10.047 imprese contro le 10.505 dell’anno precedente (-4,4%), in media circa 36,7 unità ogni giorno dall’inizio dell’anno.

Sul risultato positivo influiscono sicuramente la performance del primo e del secondo semestre, ma in particolare anche quella del terzo. In quest’ultimo, infatti, si sono registrati 2.704 fallimenti, il 9% in meno rispetto allo stesso periodo del 2015 (269 imprese in meno), il risultato migliore dal 2013 a questa parte.   

La distribuzione geografica del fenomeno si conferma ancora significativamente correlata alla densità delle imprese attive nelle singole realtà regionali. Le posizioni della classifica restano sostanzialmente invariate. In prima posizione con 2.091 fallimenti troviamo la Lombardia, regione che incide per il 20,2% sul totale Italia e aggiorna a 21.494 il totale dei fallimenti dall’inizio del 2009 a oggi. In seconda e terza posizione troviamo rispettivamente Lazio (1.145) e il Veneto (873), completano la “top ten” la Campania con 854 fallimenti, la Toscana 817, l’Emilia Romagna 745, il Piemonte 681, la Sicilia 641, la Puglia 460 e le Marche 312. Agli ultimi posti della classifica, invece,   troviamo la Basilicata (46), il Molise (41) e la Val d’Aosta, ultima con solo  14 fallimenti nel 2015 (101 dal 2009). 

Il commercio con 3.041 aziende si conferma il settore più colpito, seguono l’edilizia (2.040), l’industria (2.007) e i servizi (1.500). Anche i settori merceologici registrano una significativa inversione di trend. Aree storicamente colpite dagli effetti della crisi, come l’edilizia e l’industria, fanno registrare una diminuzione del 6,3% e del 3,2% rispetto all’anno precedente, nello specifico 137 e 67 aziende fallite in meno rispetto al 2015. In miglioramento anche la situazione del commercio, che fa registrare un decremento di quasi sette punti percentuali (6,9%), mentre continua la crescita nei servizi vari (+0,5%). 

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