IL BIOMEDICALE NEL LAZIO


Il graduale invecchiamento della popolazione e l’aumento della richiesta di servizi alla persona hanno determinato negli ultimi decenni il celere sviluppo del settore biomedicale. Nel panorama italiano, il Lazio rappresenta uno degli esempi più chiari di questa dinamica, della concentrazione di cluster e sistemi distrettuali innovativi e dell’interazione costante tra ricerca e mondo imprenditoriale.

Analizzando la distribuzione territoriale del biomedicale, si evidenzia come questo sia concentrato principalmente nel Centro-Nord Italia: Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Veneto, infatti, raccolgono circa il 45% delle aziende del settore, il 9,9% di queste situate nel solo territorio laziale. Territorialmente le imprese biomedicali laziali si concentrano nella provincia di Roma l’82,9%, l’8,2 in provincia di Latina, il 4,5 nel frusinate, il 3,5% nel viterbese e il restante 0,9% in provincia di Rieti.

Il settore è composto per il 25,8% da aziende manifatturiere e per il restante (74,2%) da aziende commerciali. Nello specifico le aziende biomedicali si dividono tra: il commercio all’ingrosso (40,8%) e al dettaglio (33,4%) di prodotti ortopedici e medicali; la fabbricazione di strumenti per l’irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche (10,1%); la fabbricazione di mobili per uso medico, apparecchi medicali per diagnosi, di materiale medico-chirurgico e veterinario, di apparecchiature e strumenti per l’odontoiatria (9,2%); la produzione di protesi e ausili (6,2%) e quella di apparecchi per istituti di bellezza a centri benessere (0,3%). Benché alcune aziende del settore siano state fondate a partire dai primi anni 50, lo sviluppo più massiccio si è avuto a partire dagli anni ’80: il 94,1% delle aziende, infatti, è nato dopo il 1981 ( il 60,7% di queste fondate nel nuovo millennio).

La realtà imprenditoriale regionale del biomedicale è composta prevalentemente da piccole imprese, nella stragrande maggioranza dei casi società di capitali (61,6%), che fatturano annualmente tra i 100.000 e 499.999€ (33,4%). Le imprese hanno una media dipendenti di circa 6,6 unità e si contraddistinguono per una elevata presenza maschile: le aziende a maggioranza femminile, infatti, sono solo il 20,6% del totale.

IL BIOMEDICALE NEL LAZIO


Il graduale invecchiamento della popolazione e l’aumento della richiesta di servizi alla persona hanno determinato negli ultimi decenni il celere sviluppo del settore biomedicale. Nel panorama italiano, il Lazio rappresenta uno degli esempi più chiari di questa dinamica, della concentrazione di cluster e sistemi distrettuali innovativi e dell’interazione costante tra ricerca e mondo imprenditoriale.

Analizzando la distribuzione territoriale del biomedicale, si evidenzia come questo sia concentrato principalmente nel Centro-Nord Italia: Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Veneto, infatti, raccolgono circa il 45% delle aziende del settore, il 9,9% di queste situate nel solo territorio laziale. Territorialmente le imprese biomedicali laziali si concentrano nella provincia di Roma l’82,9%, l’8,2 in provincia di Latina, il 4,5 nel frusinate, il 3,5% nel viterbese e il restante 0,9% in provincia di Rieti.

Il settore è composto per il 25,8% da aziende manifatturiere e per il restante (74,2%) da aziende commerciali. Nello specifico le aziende biomedicali si dividono tra: il commercio all’ingrosso (40,8%) e al dettaglio (33,4%) di prodotti ortopedici e medicali; la fabbricazione di strumenti per l’irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche (10,1%); la fabbricazione di mobili per uso medico, apparecchi medicali per diagnosi, di materiale medico-chirurgico e veterinario, di apparecchiature e strumenti per l’odontoiatria (9,2%); la produzione di protesi e ausili (6,2%) e quella di apparecchi per istituti di bellezza a centri benessere (0,3%). Benché alcune aziende del settore siano state fondate a partire dai primi anni 50, lo sviluppo più massiccio si è avuto a partire dagli anni ’80: il 94,1% delle aziende, infatti, è nato dopo il 1981 ( il 60,7% di queste fondate nel nuovo millennio).

La realtà imprenditoriale regionale del biomedicale è composta prevalentemente da piccole imprese, nella stragrande maggioranza dei casi società di capitali (61,6%), che fatturano annualmente tra i 100.000 e 499.999€ (33,4%). Le imprese hanno una media dipendenti di circa 6,6 unità e si contraddistinguono per una elevata presenza maschile: le aziende a maggioranza femminile, infatti, sono solo il 20,6% del totale.

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