LE AZIENDE STORICHE IN ITALIA


Sono oltre 23.000 le aziende fondate prima del 1950 e tuttora attive nel nostro Paese. Realtà imprenditoriali in grado che grazie alla loro capacità di coniugare continuità e cambiamento, tradizione passata e propensione dinamica verso il futuro, sono state in grado coltivare la propria longevità attraverso contesti economici e aree competitive differenti e molto spesso sconosciute.

Il settentrione, con un peso sul quadro complessivo che raggiunge il 63,6% (il 43,7% nel Nord-Ovest e il 19,9% nel Nord-Est), è l’area geografica con la maggiore concentrazione di aziende storiche. A livello regionale la Lombardia è di gran lunga la regione primatista (30,1%), seguono il Piemonte (9,1%), la Toscana (8,5%), l’Emilia-Romagna (7,2%), il Veneto (6,9%), il Lazio (6,2%), la Campania (5,8%) e la Sicilia (5,1%). Tra le province Milano si conferma la prima provincia italiana con il 12,8% delle aziende, seguita da Roma (5,1%), Torino (4,4%), Varese (4%), Firenze (3%), Napoli (2,7) e Bergamo (2,2%).

Dal punto di vista settoriale si evidenzia un’alta concentrazione delle aziende “storiche” nel commercio al dettaglio (15,1%), nelle attività immobiliari (13,2%), nel commercio all'ingrosso (6,9%), nelle coltivazioni agricole e nella produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi (4,4%), nell’istruzione (4%), nelle industrie alimentari (3,2%), nella costruzione di edifici (2,7%) e nella fabbricazione di prodotti in metallo (2,4%).

Aziende storiche proiettate al futuro, ma nella maggior parte dei casi scarsamente in grado di adattarsi e sfruttare adeguatamente le potenzialità messe a disposizione dalle nuove tecnologie e dalla Rete. Dai dati, infatti, emerge che solamente il 43,5% del totale si è dotato negli anni di un sito internet per promuovere la propria attività e di queste solo il 5,5% ha implementato una soluzione di e-commerce per la vendita dei propri prodotti e servizi: il 1,4% nel commercio al dettaglio, lo 0,7% nel commercio all’ingrosso, lo 0,6% nelle industrie alimentari e lo 0,2% nelle coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi.

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