STAKEHOLDER: CHI SONO E QUAL È IL RUOLO DEI PORTATORI D’INTERESSE

Ti sarà capitato di sentire parlare di stakeholder in moltissime occasioni, eppure non hai mai capito cosa vuol dire e a chi si riferisce questo termine. Bene è arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza.
Dopo l’approfondimento dello scorso mese, infatti, in questo articolo del glossario di iCribis cercheremo di dare una definizione esaustiva di stakeholder e vedremo alcuni esempi concreti di portatori d’interesse.

Che cos’è uno stakeholder?
In economia uno stakeholder è un soggetto o un gruppo, che abbia un interesse nei confronti di un’organizzazione e le sue attività, e il cui apporto è di fondamentale importanza per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi.

Letteralmente, infatti, “to hold a stake” può essere tradotto con essere titolare di un interesse, un titolo, inteso quasi nell'accezione di vero e proprio diritto. Gli stakeholder sono quindi quei soggetti portatori di interessi della comunità e come tali devono essere tenuti in considerazione dall’organizzazione.

La parola stakeholder richiama per assonanza stockholder (azionista) e vuol suggerire come contestualmente a chi detiene le azioni di una azienda, ci siano anche tutta una serie di soggetti detentori di una “posta in gioco” (il termine stake, infatti, oltre che interesse, può significare anche scommessa o puntata), che possono incidere sulla gestione dell’organizzazione o essere a loro volta destinatari diretti o indiretti dell’attività di quest’ultima.

Le tipologie di stakeholder
Una volta chiarito il significato di stakeholder è utile fare qualche esempio per capire meglio quali sono i portatori d’interesse di un'organizzazione. Esempi classici di stakeholder sono: i dipendenti, le organizzazioni sindacali, i collaboratori, i fornitori, i finanziatori, gli azionisti, le istituzioni e la comunità in generale nella quale l’impresa si trova ad operare.

Nel corso degli anni sono state individuate dagli studiosi diverse classificazioni degli stakeholder. La distinzione più intuitiva è quella tra portatori di interesse interni ed esterni all’organizzazione.
I portatori di interesse interni sono tutti quei soggetti che interagiscono in maniera diretta e appunto all’interno dell’organizzazione. Al contrario gli stakeholder esterni sono invece tutti coloro che, nonostante operino al di fuori dell’ambito dell’organizzazione , hanno interessi nell’attività della stessa.

Un’altra classificazione è quella proposta Robert Edward Freeman, autore di Strategic Management: A Stakeholder Approach, secondo cui gli stakeholder possono essere suddivisi tra primari e secondari.

I portatori d’interesse primari sono i soggetti e i gruppi il cui apporto è necessario per la sopravvivenza dell'organizzazione. Si è soliti ricondurre a questo gruppo gli investitori, la clientela, i dipendenti, le istituzioni pubbliche e le comunità. Il successo e la sopravvivenza dell’azienda, infatti, dipendono dalla capacità del suo management di garantire sufficiente valore e soddisfazione per coloro che appartengono a questi segmenti.

I portatori d’interesse secondari, invece, sono coloro in grado di influenzare l’organizzazione o di essere influenzati da quest’ultima. Gli stakeholder secondari, infatti, non sono impegnati in transazioni con l’organizzazione e non sono essenziali per la sua sopravvivenza. Un esempio di portatori d’interesse secondari sono i mass media, soggetti capaci di mobilitare l’opinione pubblica a favore o contro l’operato di un’organizzazione.

La differenza tra shareholder e stakeholder
Stakeholder e shareholder sono molto spesso utilizzati erroneamente come sinonimi. Infatti, se uno shareholder è anche uno stakeholder dell’impresa, non è necessariamente vero il contrario.

Uno shareholder può essere considerato una categoria specifica degli stakeholder interni o primari, ossia è un soggetto che detiene una quota dell’azienda e che come tale cerca di massimizzare il proprio ritorno personale.

Il portatore di interesse, al contrario, non ha come fine ultimo la massimizzazione del profitto. Lo stakeholder ha piuttosto un interesse nella performance dell’azienda per ragioni non necessariamente legate all’apprezzamento del capitale.
Secondo la teoria economica classica le imprese dovevano rispondere solo ai propri shareholder e quindi puntare in maniera esclusiva alla massimizzazione dei loro profitti. Tuttavia, questa concezione è significativamente mutata negli ultimi anni. La teoria basata sugli stakeholder, infatti, sostiene che il perseguimento del profitto si deve accompagnare all’attenzione particolare dell’organizzazione per il ruolo che essa svolge nella contesto in cui opera. Infatti, solo attraverso la soddisfazione più ampia possibile di tutti i portatori di interesse l’impresa è in grado di ottenere la legittimazione sociale per operare sul mercato.
Ad esempio, se un’organizzazione è coinvolta in attività imprenditoriali che consumano suolo e aree verdi, l’impresa deve implementare politiche aziendali che salvaguardino il benessere della comunità e più in generale l’ambiente e l’ecosistema in cui opera.

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