Nuovi codici ATECO 2025: Cosa cambia per le imprese e i liberi professionisti


Con l’entrata in vigore della nuova classificazione ATECO 2025 a partire dal 1° aprile, si apre una fase di transizione importante per tutto il sistema economico italiano. Dopo quasi due decenni, l’Italia si adegua finalmente alla revisione europea della classificazione delle attività economiche, la cosiddetta NACE Rev. 2.1, introducendo modifiche sostanziali che coinvolgeranno imprese, professionisti, enti pubblici e operatori del settore. L’obiettivo? Rappresentare in maniera più fedele e aggiornata la realtà economica odierna, fatta di nuovi mestieri, modelli di business emergenti e innovazioni tecnologiche che fino a oggi faticavano a trovare una collocazione chiara.

Per chi fa impresa o lavora in proprio, è il momento giusto per informarsi, capire come leggere il cambiamento e, se necessario, agire per aggiornare i propri dati e restare in linea con le nuove disposizioni.

Che cos'è il codice ATECO?

Il codice ATECO è una classificazione alfanumerica utilizzata per identificare la tipologia di attività economica esercitata da un soggetto. È definito e aggiornato dall’ISTAT ed è impiegato non solo a fini statistici, ma anche, e soprattutto, per determinare una serie di parametri essenziali nel rapporto tra impresa, Stato e istituzioni. A partire dalla fiscalità fino ad arrivare all’inquadramento previdenziale, dalla sicurezza sul lavoro all’accesso a bandi e agevolazioni pubbliche, il codice ATECO definisce una vera e propria “carta d’identità economica” di ogni attività.

La sua rilevanza è tale da influenzare le aliquote contributive, i criteri per partecipare a determinati finanziamenti, i premi assicurativi INAIL e persino le possibilità di ottenere crediti d’imposta o contributi a fondo perduto. In sintesi, conoscere il proprio codice e mantenerlo aggiornato è una necessità, non solo una formalità.

Nuovi codici ATECO 2025: cosa c'è da sapere e quali sono le nuove regole

La nuova classificazione ATECO 2025 si basa sulla revisione dei codici attualmente in uso, nata dall’esigenza di aggiornare un impianto normativo che risale ormai al 2007. L’Istat, in sinergia con le istituzioni italiane e in recepimento delle indicazioni europee, ha deciso di procedere a una riformulazione della struttura dei codici, introducendo novità significative sia nella forma sia nel contenuto.

Molte attività sono state accorpate o suddivise in maniera più dettagliata, allo scopo di rappresentare meglio la varietà economica contemporanea. Alcune attività completamente nuove, come quelle legate alla transizione ecologica, alla digitalizzazione e ai servizi di consulenza innovativi, sono state inserite con codici dedicati. Anche le descrizioni sono state riscritte con maggiore chiarezza per evitare ambiguità interpretative e facilitare l’inquadramento delle attività meno tradizionali.

L’intervento dell’ISTAT si inserisce in un più ampio processo europeo di armonizzazione, che mira a garantire una maggiore coerenza tra i Paesi membri dell’UE e facilita anche il confronto e l’analisi economica su scala continentale.


Cosa cambia per le imprese e i professionisti

Il cambiamento non è solo formale. Le imprese e i professionisti devono tenere conto del fatto che il codice ATECO ha un impatto concreto su numerosi aspetti gestionali e strategici. L’aggiornamento dei codici comporterà un riallineamento automatico da parte degli enti come Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL e Camere di Commercio. Tuttavia, sarà importante verificare che il nuovo codice assegnato rifletta davvero in maniera puntuale l’attività esercitata.

Un codice errato o troppo generico potrebbe infatti limitare l’accesso a determinate agevolazioni fiscali, escludere da bandi pubblici o causare una classificazione errata del rischio lavorativo. Viceversa, essere correttamente inquadrati secondo la nuova nomenclatura può rivelarsi un’opportunità per ottenere maggiori tutele, accedere a nuovi canali di finanziamento e migliorare la propria posizione nel mercato.

Anche i professionisti che operano con Partita IVA dovranno fare attenzione. Molti settori professionali, soprattutto quelli legati al digitale, alla comunicazione e alla consulenza, sono stati riorganizzati o ridefiniti. Una verifica attenta è quindi altamente raccomandata.

Dove trovare l’Elenco dei Codici ATECO 2025

Il punto di riferimento ufficiale per consultare la nuova classificazione 2025 è il sito dell’Istat, che ha pubblicato l’elenco completo dei codici aggiornati, comprensivo di descrizioni dettagliate e note esplicative. È possibile accedere al documento direttamente online e confrontare il proprio codice attuale con quello previsto dalla nuova classificazione.

Per un supporto più operativo, anche iCribis mette a disposizione strumenti digitali aggiornati che consentono di analizzare e verificare il codice ATECO più adatto alla propria attività, valutando al contempo l’affidabilità di clienti, fornitori o partner in base alla nuova classificazione.

Sono disponibili, inoltre, tabelle di corrispondenza tra la versione 2007 e quella 2025, utili per comprendere rapidamente eventuali modifiche nell’inquadramento delle attività economiche.

Quali sono gli adempimenti?

La buona notizia è che, per molte imprese, l’aggiornamento avverrà in automatico. Tuttavia, ciò non esonera dall’obbligo di verifica, soprattutto nei casi in cui l’attività sia cambiata nel tempo o presenti caratteristiche difficilmente riconducibili a una sola categoria.

Ecco le azioni consigliate:

  • Verificare il proprio codice ATECO attuale tramite visura camerale o cassetto fiscale
  • Confrontarlo con il nuovo elenco ATECO 2025
  • Valutare se il nuovo codice assegnato è coerente con l’attività svolta
  • In caso contrario, procedere all’aggiornamento tramite i canali ufficiali
  • Comunicare eventuali variazioni agli enti competenti (INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, Camera di Commercio)

Questo processo, se gestito per tempo, può evitare problemi in fase di accesso a fondi, agevolazioni o partecipazione a gare pubbliche.

Riferimenti normativi: le regole europee e italiane

L’adozione della classificazione ATECO 2025 rappresenta l’applicazione italiana della revisione NACE Rev. 2.1, la nuova struttura europea pensata per uniformare i codici di classificazione economica all’interno dell’Unione Europea. Si tratta di una revisione tecnica, ma dalle profonde implicazioni economiche e amministrative.

In Italia, la revisione è stata condotta dall’ISTAT in collaborazione con Agenzia delle Entrate, Camere di Commercio, INPS, INAIL e Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Questo aggiornamento è stato oggetto di confronto con gli operatori del settore, le associazioni di categoria e i professionisti, a dimostrazione della volontà di creare uno strumento più aderente alla realtà.

Il quadro normativo è quindi solido e condiviso, con un avvio pianificato a partire da aprile 2025 e una fase transitoria che consentirà a imprese e professionisti di adeguarsi in maniera graduale.


Visita il blog di iCribis per essere sempre aggiornato sulle novità del settore

In un contesto normativo in costante evoluzione, aggiornarsi in modo tempestivo e affidabile fa la differenza tra chi subisce i cambiamenti e chi li trasforma in opportunità. È proprio per questo che il blog di iCribis rappresenta una risorsa preziosa per imprenditori, professionisti, consulenti e operatori economici.

All’interno del blog troverai articoli sempre aggiornati su normative, trend di mercato, digitalizzazione, agevolazioni fiscali e strumenti per valutare i partner commerciali. I contenuti sono curati con attenzione e pensati per fornire risposte chiare e operative, anche su temi complessi come la classificazione ATECO, la trasparenza aziendale o la valutazione del rischio nei rapporti B2B.

Seguire il blog di iCribis significa non restare informati e sviluppare una visione più ampia e consapevole della propria attività. Se vuoi essere certo di prendere decisioni sulla base di dati e analisi affidabili, questo è il punto di partenza ideale.


CHI SIAMO

iCRIBIS è il portale e-commerce di Cribis che offre accesso alla banca dati di informazioni commerciali su imprese italiane ed estere. Ideale per piccole imprese e professionisti, iCRIBIS aiuta a tutelare i crediti e ridurre gli insoluti. Migliaia di piccole aziende e privati lo scelgono quotidianamente per informarsi su clienti, fornitori e concorrenti, con la garanzia di dati di qualità, sempre accessibili online.

Nuovi codici ATECO 2025: Cosa cambia per le imprese e i liberi professionisti


Con l’entrata in vigore della nuova classificazione ATECO 2025 a partire dal 1° aprile, si apre una fase di transizione importante per tutto il sistema economico italiano. Dopo quasi due decenni, l’Italia si adegua finalmente alla revisione europea della classificazione delle attività economiche, la cosiddetta NACE Rev. 2.1, introducendo modifiche sostanziali che coinvolgeranno imprese, professionisti, enti pubblici e operatori del settore. L’obiettivo? Rappresentare in maniera più fedele e aggiornata la realtà economica odierna, fatta di nuovi mestieri, modelli di business emergenti e innovazioni tecnologiche che fino a oggi faticavano a trovare una collocazione chiara.

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Che cos'è il codice ATECO?

Il codice ATECO è una classificazione alfanumerica utilizzata per identificare la tipologia di attività economica esercitata da un soggetto. È definito e aggiornato dall’ISTAT ed è impiegato non solo a fini statistici, ma anche, e soprattutto, per determinare una serie di parametri essenziali nel rapporto tra impresa, Stato e istituzioni. A partire dalla fiscalità fino ad arrivare all’inquadramento previdenziale, dalla sicurezza sul lavoro all’accesso a bandi e agevolazioni pubbliche, il codice ATECO definisce una vera e propria “carta d’identità economica” di ogni attività.

La sua rilevanza è tale da influenzare le aliquote contributive, i criteri per partecipare a determinati finanziamenti, i premi assicurativi INAIL e persino le possibilità di ottenere crediti d’imposta o contributi a fondo perduto. In sintesi, conoscere il proprio codice e mantenerlo aggiornato è una necessità, non solo una formalità.

Nuovi codici ATECO 2025: cosa c'è da sapere e quali sono le nuove regole

La nuova classificazione ATECO 2025 si basa sulla revisione dei codici attualmente in uso, nata dall’esigenza di aggiornare un impianto normativo che risale ormai al 2007. L’Istat, in sinergia con le istituzioni italiane e in recepimento delle indicazioni europee, ha deciso di procedere a una riformulazione della struttura dei codici, introducendo novità significative sia nella forma sia nel contenuto.

Molte attività sono state accorpate o suddivise in maniera più dettagliata, allo scopo di rappresentare meglio la varietà economica contemporanea. Alcune attività completamente nuove, come quelle legate alla transizione ecologica, alla digitalizzazione e ai servizi di consulenza innovativi, sono state inserite con codici dedicati. Anche le descrizioni sono state riscritte con maggiore chiarezza per evitare ambiguità interpretative e facilitare l’inquadramento delle attività meno tradizionali.

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Cosa cambia per le imprese e i professionisti

Il cambiamento non è solo formale. Le imprese e i professionisti devono tenere conto del fatto che il codice ATECO ha un impatto concreto su numerosi aspetti gestionali e strategici. L’aggiornamento dei codici comporterà un riallineamento automatico da parte degli enti come Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL e Camere di Commercio. Tuttavia, sarà importante verificare che il nuovo codice assegnato rifletta davvero in maniera puntuale l’attività esercitata.

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Il punto di riferimento ufficiale per consultare la nuova classificazione 2025 è il sito dell’Istat, che ha pubblicato l’elenco completo dei codici aggiornati, comprensivo di descrizioni dettagliate e note esplicative. È possibile accedere al documento direttamente online e confrontare il proprio codice attuale con quello previsto dalla nuova classificazione.

Per un supporto più operativo, anche iCribis mette a disposizione strumenti digitali aggiornati che consentono di analizzare e verificare il codice ATECO più adatto alla propria attività, valutando al contempo l’affidabilità di clienti, fornitori o partner in base alla nuova classificazione.

Sono disponibili, inoltre, tabelle di corrispondenza tra la versione 2007 e quella 2025, utili per comprendere rapidamente eventuali modifiche nell’inquadramento delle attività economiche.

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La buona notizia è che, per molte imprese, l’aggiornamento avverrà in automatico. Tuttavia, ciò non esonera dall’obbligo di verifica, soprattutto nei casi in cui l’attività sia cambiata nel tempo o presenti caratteristiche difficilmente riconducibili a una sola categoria.

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In Italia, la revisione è stata condotta dall’ISTAT in collaborazione con Agenzia delle Entrate, Camere di Commercio, INPS, INAIL e Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Questo aggiornamento è stato oggetto di confronto con gli operatori del settore, le associazioni di categoria e i professionisti, a dimostrazione della volontà di creare uno strumento più aderente alla realtà.

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