INDUSTRIA DOLCIARIA ITALIANA: DATI, TREND E PRODUZIONE
Torna anche quest'anno a Terni dal 13 al 16 febbraio 2025 Cioccolentino, la manifestazione che unisce il protettore degli innamorati San Valentino alla produzione dolciaria d’eccellenza italiana. In questo nuovo studio del nostro osservatorio imprese, analizzeremo proprio le imprese italiane che rientrano nella classe ATECO 10.82, ossia quelle impegnate nella produzione di cacao, cioccolato, caramelle e confetti.
La distribuzione territoriale dell’industria dolciaria italiana

Poco meno di un terzo delle imprese dell’industria dolciaria italiana, il 32,8%, sono localizzate nell’italia meridionale. La distribuzione territoriale delle restanti imprese del comparto è concentrata, invece, tra il Nord-Ovest (28,6%), il Nord-Est (13,8%), il Centro (12,8%) e le Isole (12%). Nello specifico le prime dieci regioni col maggior numero di imprese dolciarie in Italia sono la Campania (19,5%), il Piemonte (15,4%), la Lombardia (10,1%), il Veneto (7,4%), la Sicilia (6,9%), la Sardegna (5,1%), la Toscana (4,9%), l’Emilia-Romagna (4,8%), la Puglia (4,3%) e l’Abruzzo (3,8%). Nelle ultime tre posizioni della classifica, invece, troviamo il Friuli-Venezia Giulia (0,8%), il Trentino-Alto Adige (0,8%) e la Valle d’Aosta (0,6%).
Le caratteristiche del settore dolciario italiano

Il settore italiano dei dolci è caratterizzato per circa un terzo da realtà appartenenti alla sezione artigiana del Registro delle Imprese (31,2%), in molti casi micro imprese, ovvero imprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro (26,3%). Per quanto riguarda gli occupati a dicembre 2024 si contano poco meno di 17mila dipendenti con una media di circa 26,4 unità per ogni impresa dolciaria. Il settore negli ultimi tre anni ha fatto registrare un andamento altalenante degli occupati: -2,2% rispetto al 2023 e +5% rispetto al dato fatto registrare nel 2022. Dal punto di vista organizzativo, il 48,6% circa delle imprese opera come società di capitali, il 30,1% come impresa individuale e il 21,1% come società di persone. Tra le società di capitali, in particolare, è significativa la percentuale delle società a responsabilità limitata (41,4%) e delle società a responsabilità limitata semplificata (6,2%).
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La distribuzione del rischio economico commerciale del settore dolciario italiano
La popolazione dell’industria dolciaria tricolore si caratterizza per un’affidabilità economico commerciale mediamente bassa (per il calcolo dell’indice sono utilizzate numerose variabili, tra cui informazioni anagrafiche, indici e dati di bilancio, anzianità aziendale, esperienze di pagamento, presenza di informazioni negative). Tra le imprese cui è disponibile il dato, infatti, l’11,8% ha un indice di rischio minimo e il 19,7% ha uno score di rischio più basso della media. Le imprese meno virtuose, al contrario, hanno per il 52,7,2% dei casi una rischiosità più alta della media e per il 16% un rischio massimo.
La propensione all’export e all’innovazione del settore dolciario italiano

L’industria dolciaria continua a sorprendere sul fronte dell’export. In attesa dei dati relativi al 2024, infatti, le esportazioni di dolci nel 2023 hanno fatto registrare la cifra record di 9,2 miliardi di euro (Fonte Coldiretti). Nonostante questa performance positiva il settore dolciario tricolore si caratterizza per un basso livello di internazionalizzazione. Infatti, il 40,9% della popolazione fa registrare uno score sotto la media e il 10,4% uno score basso. Al contrario è minore la percentuale di realtà con un punteggio alto (14,6%) e al di sopra della media (14,3%). Leggermente migliore la situazione relativa all’innovazione: il 34,7% della popolazione aziendale dell’industria dolciaria, infatti, fa registrare una propensione all’innovazione sopra la media, il 15%nella media e il 5,8% una propensione alta. Le imprese con un punteggio sotto la media, invece, sono il 17,8% mentre quelle con uno score basso il 21,7%.
Le classi di fatturato dell’industria dolciaria
Il dato riguardante il fatturato, considerando che i dati di bilancio disponibili riguardano solo il 43,4% del totale, restituisce l’istantanea di un settore in buono stato di salute: il fatturato del 2023, infatti, è in crescita del +14,2% rispetto al 2022 e del +36,6% rispetto al 2021 con un valore medio dichiarato che si aggira intorno a 8,6 milioni di euro. Nello specifico il 10,5% si attesta nella fascia 100.000 - 499.999€, il 5,7% nella fascia 500.000 - 999.999€, il 10,9% nella fascia 1.000.000 - 4.999.999€, il 2% nella fascia 5.000.000 - 9.999.999€, il 5,1% nella fascia 10.000.000 - 49.999.999€ e il 2,6% nella fascia 50.000.000 - 249.999.999€. Solo lo 0,6% fattura più di 250 milioni di euro, mentre il restante 5,9% fattura meno di 100mila euro.
Il fatturato stimato delle imprese dolciarie
Per quanto riguarda il fatturato stimato, le imprese dolciarie senza obbligo di bilancio costituite da almeno un anno e con assegnato un codice ATECO si attestano per il 6% nella fascia inferiore ai 100.000€, per il 36,7% nella fascia 100.000 - 499.99€, per il 4,2% nella fascia 500.000 - 999.999€, per il 2,3% nella fascia 1.000.000 – 4.999.999€ e per lo 0,2% nella fascia 5.000.000 – 9.999.999€.
Nella “top ten” delle aziende dolciarie presenti in Italia con il fatturato di esercizio maggiore troviamo:
- FERRERO INDUSTRIALE ITALIA SPA
- LINDT & SPRUNGLI SPA
- PERFETTI VAN MELLE ITALIA SRL
- IRCA SPA
- FERRERO SPA
- ICAM SPA
- NUTKAO SRL
- DOLPHIN SRL
- SPERLARI SRL
- SOREMARTEC ITALIA SRL
- GIORGIO SRL
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